In data Venerdì 17 settembre, con un comunicato congiunto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) hanno reso noti i dati tragici delle morti sul lavoro a livello mondiale.
Sono quasi due milioni all’anno, infatti, i decessi a causa del lavoro nel mondo; parliamo in particolare di malattie cardiache ed ictus, causati dall’esposizione a lunghi turni di lavoro, ma anche di tanti, troppi, infortuni mortali dovuti a scarse misure di sicurezza e di altre patologie derivate dal lavoro.
Secondo le stime congiunte OMS/OIL, “la maggior parte dei decessi legati al lavoro erano dovuti a malattie respiratorie e cardiovascolari. Le malattie non trasmissibili hanno rappresentato l’81% dei decessi. Le maggiori cause di morte sono state la broncopneumopatia cronica ostruttiva (450.000 morti), l’ictus (400.000 morti) e la cardiopatia ischemica (350.000 morti). Gli infortuni sul lavoro hanno causato il 19 per cento dei decessi (360.000 morti).
Lo studio considera 19 fattori di rischio professionale, tra cui l’esposizione a lunghe ore di lavoro e l’esposizione sul posto di lavoro all’inquinamento atmosferico, agli agenti asmatici, agli agenti cancerogeni, ai fattori di rischio ergonomici e al rumore. Il rischio chiave era l’esposizione a lunghe ore di lavoro – collegato a circa 750.000 morti. L’esposizione del luogo di lavoro all’inquinamento atmosferico (particolato, gas e fumi) era responsabile di 450.000 morti”.
Da tempo come Rete Iside Onlus denunciamo, anche nel nostro paese, una drastica diminuzione della salute e della sicurezza, generalizzata a tutti i posi di lavoro sia pubblici sia privati: questo accade, a nostro avviso, a causa della convinzione da parte dei datori di lavoro che la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro non siano altro che costi da ridurre, anche aggirando le norme come accade in molti casi tristemente documentati, in favore di una maggiore accumulazione di profitto.
Oggi anche le organizzazioni mondiali competenti sembrano dare ragione alla nostra interpretazione, chiedendo ai policy maker di tutti gli Stati di prendere coscienza del problema ed intervenire, visti gli alti costi sociali che ha questa vera e propria strage a livello mondiale.
Siamo convinti che, a partire dal nostro paese, l’unico modo per costringere la parte datoriale a prendere le necessarie misure di sicurezza per evitare le morti sul lavoro sia istituire una legge che introduca il reato di Omicidio sul Lavoro. Questa situazione non è più tollerabile, fermiamo questa strage silenziosa, portata avanti solo in nome del profitto.
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