di Francesco Masala – considerazioni pessimistiche (*) sullo stato del mondo
1
L’IPCC avverte che il capitalismo è insostenibile (qui).
Intanto, ci hanno fatto una testa così con il PNRR.
Il nostro PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), la cui pronuncia appropriata potrebbe essere solo una pernacchia di Eduardo (qui), non prevede una misura che tutto il mondo dovrebbe adottare: mettere fuorilegge l’obsolescenza programmata, se solo si volesse dimezzare (almeno) il consumo delle materie prime.
Ci hanno sempre detto, col sorrisetto sotto i baffi, che a Cuba erano arretrati, con automobili di 50 anni, il frigorifero di 30 anni, ecc. ecc., ignoranti, comunisti, non sapevano cosa è il consumismo, è la sirena e il volano della Crescita.
Passata l’ubriacatura della Crescita (che molti, esseri finiti, hanno pensato fosse infinita) adesso noi sappiamo che i necessari interventi di manutenzione e riparazione degli oggetti sono utili anche per l’occupazione e per le relazioni sociali.
Ormai non si aggiusta quasi più niente, tutto nel mondo è diventato usa e getta.
Non ci sono più i mercatini con gli artigiani che aggiustano tutto, ci sono nei paesi più poveri, noi siamo moderni, le merci ci arriveranno col drone di Amazon.
Se ci fate caso spesso le leggi parlano di rottamazione di auto, elettrodomestici, tv, ecc., con l’idea che i nuovi prodotti che sostituiranno i vecchi saranno tecnologicamente più efficienti, consumeranno forse di meno, ma mai si considera il consumo di materie prime, energia, macchinari necessari per produrre i nuovi prodotti.
“... l’Occidente si regge solo sulla frenesia, sull’avidità, sul desiderio folle. Tutto il nostro immaginario è costruito ad arte per sedurre e farci sentire partecipi di una comunità che esiste finché può spendere. La ruota gira e non si può assolutamente fermare, e neppure rallentare. Gli adulti al comando gestiscono la fantasia nazionale, la spingono dove più conviene. Il Pil deve crescere, gli stipendi devono aumentare per rilanciare i consumi, le industrie devono incrementare i profitti per far guadagnare i padroni ma anche per non mandare a casa gli operai. Senza desideri assatanati l’Occidente precipita. Pubblicitari, creativi, uomini del marketing, belle ragazze in mutande, politici, televisioni, tutti soffiano a pieni polmoni nelle vele del desiderio, perché è da lì che vengono i soldi e il benessere. Magari poi la gente impazzisce, si perde, si indebita, i giovani si confondono, si viziano, diventano sempre più deboli, ma non c’è niente da fare, se il desiderio non pompa l’acqua non sgorga. Se il desiderio si blocca, si blocca tutto...”, dice un alunno di Marco Lodoli (qui).
Bisogna consumare, consumare, consumare, chi ha i soldi, naturalmente, e alla fine crepare, il ciclo della vita, nel capitalismo, è questo.
Chi tiene un’auto per 20 anni, un telefono cellulare per 10 anni è un asociale.
È necessario che impariamo a tenere Le Cose (che casualmente è il titolo di un grandissimo libro di Georges Perec, che tratta, nel 1965, tra le altre cose, il tema del consumismo) il doppio, il triplo del tempo rispetto a quanto le abbiamo tenute finora, dobbiamo pretendere la morte dell’obsolescenza programmata, ma dobbiamo lavorare sull’obsolescenza “psicologica”, chiamiamola così, quella indotta dalla pubblicità, che non a caso è l’anima del commercio.
I veri motori che ci porteranno all’estinzione della specie umana, prima della fine “naturale”, saranno il consumismo, l’obsolescenza programmata, le guerre, la pubblicità, la velocità (a cosa serve la Tav? a portare un po’ di bagna cauda da Torino a Lione? O le mozzarelle a Grenoble? Con i treni normali ci vuole mezz’ora in più? Forse i sostenitori della tav non sanno che hanno inventato i frigoriferi, a loro interessano i profitti, senza se e senza ma, a qualsiasi costo), qualcuno dice anche il turismo (quello usa e getta, soprattutto, che muove miliardi di persone, con enormi consumi di materie prime non riciclabili).
“No es más rico el que más tiene, sino el que menos necesita” – (Dicho de los abuelos zapotecos)
“Il più ricco non è chi ha sempre più cose, ma di chi ha bisogno di meno cose” – (proverbio)
Cos’altro è la decrescita?
2
Intanto veniamo a conoscenza che l’assemblea degli animali ha redatto un documento con la richiesta di cambiare l’espressione Animal spirits in Human spirits.
Ecco una sintesi:
“Dopo un’approfondita discussione l’Assemblea degli animali chiede la cancellazione dell’espressione Animal spirits (sdoganata da Keynes), per una serie di motivi che esponiamo.
Noi tutti riteniamo che negli ultimi secoli, da quando il capitalismo è diventato il modello economico dominante, il comportamento dell’homo economicus capitalista è diventato innaturale.
Gli animali non accumulano, se non alcune specie per un tempo limitato, non sono avidi, cacciano e raccolgono solo quello che possono mangiare, gli umani uccidono 50 miliardi di animali ogni anno, in mattatoi inumani e inanimali.
Può bastare per capire perché vogliamo che si cambi animal con human?”
3
C’è un valore fisico ed economico, l’Earth Overshoot Day (rapporto tra la biocapacità del pianeta, ossia l’ammontare di tutte le risorse che la Terra è in grado di generare annualmente, e l’impronta ecologica dell’umanità, ossia la richiesta totale di risorse per l’intero anno) che tutti possono capire, senza far finta di non avere capito.
Da almeno 50 anni consumiamo molto di più, e sempre di più, di quanto il pianeta può tollerare.
È come se uno corresse la maratona alla stessa velocità dei 100 metri, o si ferma, o crepa.
È come se uno ingerisse 6000 calorie al giorno, crepa in fretta e malato (se non lo avete visto provate a guardare Super Size Me)
Consumiamo quasi due pianeti all’anno, gli effetti di questo consumo, del cambiamento climatico, delle guerre e delle altre piaghe che affliggono il pianeta la gran parte dei cittadini del mondo li vivono sulla propria pelle, noi della Fortezza Occidente non li viviamo sulla nostra pelle, non li capiamo davvero, tiriamo a indovinare, direbbe Bukowski.
Qualche decina di migliaia di persone cercano di entrare nella nostra Fortezza Occidente, la risposta è: muri, muri e muri.
4
Scriveva un paio d’anni fa Oxfam dell’indecente distribuzione della ricchezza, nel 2019, nel mondo 2.153 miliardari detenevano più ricchezza di 4,6 miliardi di persone.
Qui Riccardo Petrella parla dei capitalisti come predatori.
Walter Benjamin, nel 1921 aveva scritto “Il capitalismo come religione”, un’opera non conclusa, dove si legge “Nel capitalismo va scorta una religione; cioè il capitalismo serve essenzialmente a soddisfare le stesse ansie, tormenti, inquietudini a cui in passato davano risposta le cosiddette religioni” (qui e qui)
Non sarà facile liberarsi del Capitalismo, con tanti sacerdoti e fedeli, spesso inconsapevoli. Occorre decolonizzare le nostre menti, occorre uno sforzo titanico, quello di pensare e mettere in pratica un altro mondo possibile, se ci riusciamo.
*Gli unici interessati a cambiare il mondo sono i pessimisti, perché gli ottimisti sono contenti di quello che hanno”. (José Saramago)
Fonte
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