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26/09/2021

[Contributo al dibattito] - Piazza San Giovanni riempita dalla “multiforme” protesta contro il Green Pass

Sabato pomeriggio Piazza San Giovanni si è riempita di persone apertamente schierate contro la misura del Green Pass. Una manifestazione diversa da altre che hanno avuto una pelosa e strumentale attenzione da parte dei mass media. I nostri lettori sanno quanto su questo aspetto la discussione si stata e sia tuttora complicata e talvolta aspra. Ma i fatti sono fatti e vanno in qualche resocontati.

Pubblichiamo la testimonianza di un compagno che è andato a vedere di persona la manifestazione di Piazza San Giovanni e ne ha fatto un resoconto. Continuiamo a pensare che queste energie dovrebbero e potrebbero essere orientate verso un conflitto che recuperi la sua dimensione di classe – oggi violentemente e apertamente tornata a caratterizzare i rapporti sociali anche nel nostro paese – piuttosto che animare piazze e movimenti su un solo aspetto del rafforzamento del comando del capitale su lavoratrici e lavoratori. E’ vero, talvolta la specificità prevale e coinvolge più del dato complessivo, ma è proprio su questo che il nemico ci trascina continuamente rimanendo al riparo sulle contraddizioni che più teme. Non è e non sarà un discussione facile, ma uscirne in avanti diventa decisivo.

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Qui il resoconto sulla Piazza di San Giovanni.

Una piazza piena quella di ieri per la manifestazione nazionale contro il Green Pass, piena, non gremita, piena come può essere una piazza distanziata.

Arrivo alle 17, un pò tardi, l’appuntamento era alle 15, già prima della piazza, prima degli archi , due donne tengono uno striscione con la scritta “NO GREN PASS”: si espongono alla piazza, ai passanti che con il telefono le fotografano.

Entro a S.Giovanni , una piazza storica della sinistra, del sindacato. Il palco è posto in fondo, alla sinistra della Basilica, non si vede, ascolto le voci , le inflessioni dialettali: veneti, toscani, napoletani, siamo quasi alla fine, dal palco annunciano che siamo al penultimo intervento.

A destra, vedo Castellino con i suoi, gli stessi, le stesse facce che erano a Piazza del Popolo il 4 settembre, confabulano, sono in fermento, forse in procinto: intorno, come un cordone sanitario quelli del Servizio d’ordine, pettorina rossa, con la scritta “Fronte del dissenso”. Li guardo cercando di capire chi sono: dalle facce, dai vestiti, uno ha un cappellino con la stella rossa sulla fronte, un altro con la bandiera palestinese, un altro ancora, più vicino a me ha una bandiera in mano, arrotolata, dai colori vedo che è quella italiana. Mi rivolgo a uno di loro, faccia da centro sociale:” questi so’ fascisti” gli dico , “è gentaglia”, “si lo so” mi risponde.

Ci presentiamo, si chiama Francesco, è di Massa Carrara , si definisce un anarco-ambientalista, fa parte di Rosso Allegro, una delle associazioni del Fronte del dissenso, ci stringiamo la mano , siamo fra compagni, e mi lascia suo numero telefonico.

Uno degli scherani di Castellino comincia a parlare con il megafono, accusa il palco di fare politica: un uomo alto , biondo, urla : “fascisti , siete dei fascisti, andate via “, si muovono in quattro cinque verso di lui, si muovono anche le pettorine rosse che si frappongono fra lui e i fascisti.

Dal palco parla uno dei professori universitari promotori dell’appello contro il Green Pass : esordisce annunciando, in qualità di professore, un appello invitando la piazza a rispondere:presente. Sciorina i nomi dei 12 professori universitari che nel 1931 si rifiutarono di iscriversi al P.N.F., poi ricorda la morte in carcere di Gramsci nel 1937 e il Comitato di liberazione Nazionale e la liberazione il 25 aprile, solo otto anni più tardi, invitando alla resistenza.

Qualcuno mi dice che è intervenuta anche una poliziotta, addirittura la vice questore, invitando alla disobbedienza civile.

Dal palco uno degli organizzatori, prima di presentare l’ultimo intervento, parla del Cile , del colpo di stato del 1973, di un popolo che ha pagato un alto tributo di sangue per difendere la sua libertà, e invita tutta la piazza ad unirsi in un coro e intonare quel canto che fu l’immagine di quella lotta .

Le mani si alzano e parte in sordina, poi sempre più forte : el pueblo unido jemas serà vencido. È un brulicare di mani, uniforme se visto dall’alto: in mezzo c’è un vuoto, è lo spazio occupato da Castellino e dai suoi, muti e fermi.

Giunge la notizia del primo titolo dei giornali sulla manifestazione , il titolo dice :” il centro-destra riempie S.Giovanni di No Vax”.

Dalla piazza si alza un urlo: buffoni ; uno degli oratori invita Salvini a unirsi al coro, a cantare insieme El pueblo unido jemes sarà vencido. Dal palco si elencano i partiti che sostengono il governo e la piazza risponde: Lega: buffoni! Forza Italia: buffoni! Pd, venduti, pagherete per ciò che state facendo, per i bassi salari, la precarietà , le case popolari malsane, un giorno pagherete.

La manifestazione è finita, tanta la gente che defluisce, c’è chi tenta un corteo al grido di : Draghi,Draghi vaffanculo, provo a scendere in Metro, è impossibile troppo piena, risalgo, cerco un edicola un tabacchi per prendere un biglietto, ma Via Appia ormai è un centro commerciale, ci sono solo negozi di abbigliamento e lingerie, cammino e alla fine lo trovo. Torno alla Metro e mentre scendo le scale sento dal palco, da S.Giovanni , giungere le note di un pezzo che conosco e che da tanti anni non sentivo più in una piazza : è Venceremos, degli Inti Illimani.

Questo è quello che ho visto. Non ho visto una piazza di destra. Chi lo dice fa il gioco della destra.

Piero Ursella

Fonte

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