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21/09/2021

Libano - Nasce il governo Mikati

Dopo 13 mesi di impasse politica, il Libano ha ufficialmente un nuovo governo. Dopo una sessione parlamentare durata 8 ore, 85 parlamentari libanesi hanno votato ieri a favore della squadra governativa messa in capo dal premier Najib Mikati (solo 15 i voti contrari). “Dal cuore della sofferenza di Beirut, il nostro gabinetto è nato per accendere una candela nell’oscurità senza speranza”. Il primo ministro proverà a rilanciare i colloqui con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e avvierà quelle riforme necessarie per sbloccare gli aiuti esteri. “Inizieremo con l’Fmi. Non è una scelta, ma qualcosa che dobbiamo fare”, ha detto nel suo discorso prima del voto parlamentare.

Stando ai dati della Banca mondiale, il Libano vive la più grave crisi economica dagli anni ’50 dell’800. La moneta libanese ha perso più del 90% del valore che aveva nel 2019 e 4 libanesi su 5 sono ormai sotto la soglia della povertà. La crisi si è aggravata quando la Banca centrale locale ha tolto i sussidi così da sostenere le sue riserve: la conseguenza è stata un aumento dei prezzi per l’importazione di carburante le cui carenze, dovute al rincaro, hanno provocato blackout che sono durati fino a 22 ore al giorno. Interruzioni che ha provato ad alleviare la scorsa settimana il partito sciita Hezbollah grazie ad una prima consegna di carburante iraniano.

Una mossa che è stata tuttavia criticata venerdì dal premier in quanto “non approvata da governo” e perciò giudicata come una “violazione della sovranità libanese”. Una mossa che non è piaciuta agli stati del Golfo che considerano l’Iran come un nemico regionale e vedono perciò con preoccupazione il ruolo da protagonista che potrebbe svolgere Hezbollah che è filo-Teheran. Proprio la Repubblica islamica ha detto domenica che vuole vendere il suo petrolio direttamente al governo libanese così da alleggerire la crisi carburante.

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