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24/09/2021

Puigdemont arrestato in Italia, lo Stato più sbirro d’Europa

L’ex presidente della Generalitat de Catalunya Carles Puigdemont, esule politico in Belgio dal 2017, è stato arrestato dalla polizia italiana in Sardegna.

L’indipendentista catalano è stato fermato dagli agenti direttamente in aeroporto, ad Alghero, appena sceso dall’aereo proveniente da Bruxelles.

Puigdemont – poi trasferito in carcere a Sassari – era atterrato sull’isola perché nei prossimi giorni avrebbe dovuto partecipare insieme alla “ministra degli esteri” catalana Victòria Alsina e all’attuale presidente del Parlament, Laura Borràs, all’edizione annuale dell’Adifolk, festa internazionale della cultura popolare catalana (in Sardegna, com’è noto, nell’area di Alghero si parla ancora il catalano).

Oggi l’ex presidente dovrebbe essere “messo a disposizione della magistratura” e probabilmente ci sarà da ridere. Puigdemont è stato eletto all’europarlamento di Starsburgo, godeva dunque dell’immunità parlamentare che, anche se gli stata poi tolta con un'indecente decisione di Strasburgo, è stata poi comunque “rispettata” a livello continentale.

L’unico stato europeo che lo considera “un ricercato” è la Spagna, dove peraltro sono stati recentemente liberati i suoi “complici” cioè i membri del governo catalano (Oriol Junqueras, Jordi Sanchez, Jordi Cuixar e altri).

La Spagna ha da anni emanato un mandato di arresto internazionale che nessuno Stato ha fin qui esaudito – a cominciare dal Belgio, sede del Parlamento europeo – ed ha ora anche chiesto l’estradizione immediata al governo di Mario Draghi.

La magistratura dovrà pertanto decidere se concedere l’estradizione – coprendo di vergogna un paese che si dice “liberale” – oppure rimetterlo immediatamente in libertà, con le scuse.

Ricordiamo che il “reato” per cui è “ricercato” Puigdemont, peraltro uno dei leader più moderati dell’indipendentismo catalano, è l’aver indetto un referendum sull’indipendenza della Catalogna. Referendum peraltro stravinto nonostante si sia tenuto in regime di occupazione militare da parte della polizia spagnola (provocando frizioni anche con settori dei poliziotti catalani, gli inquietanti Mossos de Esquadra).

Il suo avvocato Gonzalo Boye scrive su Twitter che Puigdemont si stava recando in Sardegna “come eurodeputato”. Il suo arresto, sostiene, è avvenuto “in base ad un ordine di arresto internazionale del 14 ottobre 2019 che, per imperativo legale – secondo lo statuto della Corte di Giustizia dell’Unione Europea – è stato sospeso”.

“La Spagna ha appena provocato l’arresto di un eurodeputato da parte di un altro stato membro dell’Unione Europea. Ci è riuscito ingannando il Tribunale della Comunità Europea, poiché avevano detto che questo non sarebbe successo. La detenzione durerà al massimo qualche ora, ma la vergogna della Spagna resterà nella storia“, ha affermato l’avvocato di Puigdemont Josep Costa.

La vergogna dell’Italia invece non riesce ad andare mai oltre il livello della cronaca da bassifondi. Basta ricordare la vergognosa consegna del leader curdo Ocalan agli apparati di sicurezza turchi.

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