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08/08/2024

Gran Bretagna - Non si placa l’ondata di mobilitazioni razziste

L’associazione antirazzista britannica che monitora l’attività dell’estremadestra Hope Not Hate sta dando priorità a 48 località che sono state indicate come possibili luoghi di mobilitazione dell’estrema destra. Tuttavia, alcuni rapporti suggeriscono che potrebbero esserci fino a 100 mobilitazioni in tutto il Paese.

“Alcuni giorni fa, un elenco di 39 località è stato compilato e diffuso in un canale Telegram di estrema destra che è stato uno degli spazi online centrali dietro la violenza razzista di questa settimana nel Merseyside. Si tratta di una “lista di bersagli” che invita all’azione, fino al terrorismo” riporta il sito dell’organizzazione.

Tuttavia, quello che era nato come un elenco di luoghi, principalmente rivolto ai fornitori di servizi per i rifugiati e i richiedenti asilo, si è poi diffuso ampiamente su Internet ed è stato discusso come un elenco di luoghi per proteste, disordini o attacchi.

“L’ampia diffusione di questa lista ha causato una grande quantità di angoscia, disagio e paura all’interno delle comunità menzionate. (...) Comprensibilmente, molti stanno organizzando contro-proteste e manifestazioni per difendere i luoghi elencati per gli attacchi” riferisce Hope Not Hate.

La maggior parte degli eventi precedenti sono stati organizzati da individui di quelle località con il sostegno di attivisti locali di estrema destra e razzisti, segno di una cornice organizzativa fluida quanto radicata.

Poiché i luoghi di questi eventi non sono stati scelti da persone del luogo, non è chiaro quali si concretizzeranno effettivamente, secondo quanto risulta da un monitoraggio dei canali d’informazione della destra radicale.

“Tuttavia”, registra Hope Not Hate “oltre a questo singolo elenco di luoghi, sono previste almeno altre nove proteste, più in linea con gli eventi della scorsa settimana. Queste sembrano essere organizzate più localmente e come tali potrebbero attirare un numero maggiore di persone”.

Come è accaduto per tutta la settimana, rimane estremamente difficile prevedere con precisione se gli eventi promossi si concretizzeranno, così come il probabile numero di partecipanti e il livello di ostilità/violenza che ci si può aspettare in tal caso.

Ma è chiaro che l’effetto emulazione ed il tam-tam via social stia funzionando.

Oltre agli eventi pre-pubblicizzati, c’è anche la possibilità che le tensioni attuali sfocino in ulteriori disordini spontanei in città e paesi del Regno Unito in una escalation che non sembra fermarsi, nonostante il massiccio impiego di forze dell’ordine anti-sommossa, gli oltre 400 arresti, e più di un centinaio di inchieste avviate.

Matt Jukes, capo dell’anti-terrorismo britannico, ha confermato il suo coinvolgimento nella direzione della risposta poliziesca ed ha affermato che auspica che le leggi anti-terroristiche vengano utilizzate per procedere contro le persone implicate nei disordini.

Con le sue parole fa eco al proprio predecessore, Neil Basu, per cui, in alcuni casi, la violenza ha varcato la soglia del terrorismo.

Non solo il deep State britannico è convinto dell’eccezionalità degli eventi.
Alcuni dirigenti di origine asiatica delle prime organizzazioni antirazziste in Gran Bretagna hanno ribadito il carattere inedito, per intensità ed estensione, dell’attuale ondata di mobilitazione dell’estrema destra e della necessità di contrastarla nelle strade.

“La lezione dagli anni '80 è che devi sfidare l’estrema destra in strada. Non puoi permettere che le nostre strade gli appartengano”, afferma il veterano anti-razzista Mukhtar Dar al The Guardian.

Chi sono i responsabili?

Secondo quanto afferma il quotidiano comunista The Morning Star: “per quanto riguarda la lotta contro la rapida diffusione dei disordini fascisti in Gran Bretagna, non dovremmo dare molta fiducia agli appelli per un giro di vite guidato dalle tecnologie e incentrato su un controllo più severo di Internet”.

“Sarebbe un errore considerare i social media come il problema principale” riporta il Morning Star e continua “La natura riflessa degli attacchi fascisti – che prendono immediatamente di mira due gruppi predeterminati di persone, i rifugiati e i musulmani – è continuata da quando sono state diffuse ulteriori informazioni sul sospetto di Southport, tra cui il fatto che non è né un rifugiato né un musulmano”.

“Gli omicidi di Southport sono stati un pretesto per scatenare folle di razzisti e, sebbene le menzogne online sul colpevole abbiano contribuito, questo gruppo chiaramente consistente di razzisti era già pronto a scatenarsi”.

“L’idea che il loro odio sia “incubato” negli spazi online non è falsa, ma è ben lontana dalla verità. Non ha bisogno di essere alimentato dalla propaganda di un dark web di estrema destra quando gran parte di ciò che lo alimenta è promosso apertamente dai leader governativi e dai media mainstream”.

L’attribuire i disordini alla regia di uno Stato, che sia la Russia o Israele, a seconda degli schieramenti è fuorviante: “non spiega nulla della crescita del fascismo qui o altrove. Supponendo che sia così, si ignora il carattere nazionale della minaccia di estrema destra e la si rende più difficile da affrontare” ribadisce il Morning Star.

La deputata di sinistra Zarah Sultana ha ricevuto un trattamento a dir poco scortese dal presentatore ed ex deputato laburista Ed Balls, che ha cercato di attribuire la colpa dei disordini a un mancato controllo dell’immigrazione.

Sultana ha invece reso chiaro il punto della questione evidenziando decine di prime pagine del Daily Mail che allarmano il pubblico sugli immigrati. Rishi Sunak ha fatto del “fermare i barconi” e della deportazione dei rifugiati in Ruanda le sue politiche principali.

L’islamofobia è stata promossa dai governi e dai media da quando Tony Blair ha aderito alla “guerra al terrorismo”, e recentemente è stata ripresa dai conservatori e dai laburisti per screditare il movimento di solidarietà con la Palestina, a cui Robinson ha fatto riferimento in uno dei suoi post incendiari.

Insomma, il pesce puzza dalla testa ed è il frutto di una politica bipartisan.

Iniziare a dire la verità

In un suo ficcante intervento Diane Taylor punta il dito su coloro che ritiene i veri responsabili delle attuali violenze.

“Tra coloro che si sono affrettati a condannare i rivoltosi c’è l’ex ministro e candidato alla leadership Tory Robert Jenrick, che non ha fatto alcun riferimento al ruolo che lui e il suo governo hanno avuto nell’alimentare le fiamme del razzismo e della divisione che hanno contribuito agli eventi attuali”.

“I politici, alcuni settori dei media e le fake news hanno costruito basi consistenti per molti anni, lasciando al nuovo governo il compito di rimediare al disastro”.

Continua la Taylor: “I governi che si sono succeduti, compresa l’ultima amministrazione laburista, hanno avuto paura di dire la verità sui richiedenti asilo, e ancor meno hanno osato esprimere umanità sulle persecuzioni da cui sono fuggiti, che spesso includevano stupri e torture”.

Alcuni dati basilari: nel 2023 solo 29 persone hanno attraversato la Manica su piccole imbarcazioni, erano 46 mila l’anno prima. Comunque, una frazione minimale rispetto ad un’immigrazione complessiva di 1,2 milioni di persone.

I richiedenti asilo non rubano le case popolari ai veterani militari britannici senzatetto, perché non hanno il diritto di accedere alle case popolari.

E i richiedenti asilo non stanno rubando i posti di lavoro britannici perché alla stragrande maggioranza di loro è vietato lavorare.

Ma l’estrema destra è stata piuttosto abile nel fare delle proprie preoccupazioni il centro gravitazionale della discussione politica, scatenando un processo di criminalizzazione contro chiunque non si allineasse all’ondata xenofoba.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti e costituiscono un esempio pericoloso per tutte quelle formazioni neo-fasciste divenute le più abili imprenditrici politiche del razzismo in un contesto di crisi sociale esplosiva.

La violenza razzista in Gran Bretagna

In un’intervista a Mediapart, il sociologo e ricercatore Matthijs Gardenier, autore di Vers une société vigilante: de la participation citoyenne à la vigilance anti-migrants (2022, Oxford University Press, in uscita a novembre in francese per Éditions Libre, e non tradotto in italiano), spiega le ragioni di queste rivolte senza precedenti.

“L’idea che la Gran Bretagna possa essere una società più tollerante non deve far passare in secondo piano il suo fortissimo razzismo. La storia del Regno Unito è segnata da una grande violenza razzista, con un movimento skinhead e hooligan molto importante.
Sebbene il fenomeno del teppismo negli stadi sia notevolmente diminuito rispetto agli anni ’80 e ’90, a causa di tutta una serie di misure amministrative volte a reprimere il teppismo e anche per il forte aumento dei prezzi dei biglietti, la Gran Bretagna sta affrontando un forte aumento dell’estremismo di estrema destra.
In questo Paese esiste una tradizione di un grande movimento di strada di estrema destra, forse più grande che in altri Paesi europei, che si manifesta periodicamente come stiamo vedendo in questi giorni.
Queste rivolte riuniscono una gamma più ampia di persone rispetto ai soliti attivisti di estrema destra.
Nel nord-ovest dell’Inghilterra, dove si concentrano le rivolte e dove è diffusa una forma di segregazione tra le classi lavoratrici della popolazione maggioritaria e gli immigrati, l’estrema destra ha fomentato un sentimento anti-Islam molto forte”
.

È chiaro che la violenza razzista in Gran Bretagna è l’altra faccia della politica imperialista che l’ha sempre caratterizzata.

Fonte

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