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21/04/2015

Egitto - 20 anni di carcere per Morsi

Un tribunale egiziano alla periferia del Cairo ha condannato a 20 anni di prigione per istigazione all’omicidio l’ex presidente Mohammed Morsi. I fatti si riferiscono agli scontri avvenuti fuori il palazzo presidenziale di Ittihadiyyah il 5 dicembre 2012 in cui persero la vita 10 persone. Decine furono i feriti. E’ la prima sentenza contro l’ex presidente – il primo legittimamente votato nella storia dell’Egitto – da quando è stato deposto con un golpe militare nel 2013.

La corte ha, però, assolto Morsi dall’accusa di possesso di armi e, soprattutto, di omicidio. Crimine, quest’ultimo, che avrebbe potuto comportare la pena capitale. L’ex presidente islamista deve affrontare altri quattro processi: “collaborazione con organizzazioni straniere al fine di commettere atti terroristici in Egitto”, “documenti riservati passati al Qatar”, “evasione di prigione nel 2011″ e “offese alla magistratura” durante uno dei suoi processi.

Morsi, ex leader dell’ala politica dei Fratelli musulmani [il Partito di Libertà e Giustizia, ndr], è stato eletto alla presidenza del Paese nel 2012. La scelta del movimento islamista cadde su di lui quando la prima scelta del partito, Khairat esh-Shater, fu squalificato dalla Commissione elettorale suprema. L’ex presidente è stato deposto da un golpe militare nell’estate del 2013 dell’allora capo militare e ministro alla difesa Abdel Fattah as-Sisi dopo giorni di proteste di massa contro il suo potere. In seguito al colpo di stato, i leader dei Fratelli Musulmani, i suoi sostenitori (ma anche gli attivisti laici e di sinistra) sono stati duramente repressi. Sono oltre mille gli oppositori politici ad essere stati uccisi dagli uomini del regime di as-Sisi.

L’episodio più sanguinoso è avvenuto ad agosto del 2013 a Piazza Raba’a al-Adawiya quando le forze di sicurezza egiziane hanno sparato su un sit-in della Fratellanza musulmana uccidendo centinaia di persone. Commentando il massacro di Raba’a al-‘Adawiyyah, l’ong statunitense Human Rights Watch (Hrw) ha parlato di “crimine contro l’umanità”.

Accanto ai morti ci sono poi le migliaia di persone incarcerate, principalmente leader e sostenitori dei Fratelli Musulmani. Finora le condanne per pena capitale sono state 1.212. Nella lista dei condannati a morte figura anche il leader della Fratellanza, Mohammed Badie.

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