Pubblichiamo su Contropiano il secondo approfondimento su quanto accaduto al recente Congresso Nazionale Forense di Rimini e sulle dinamiche di scontro, tra sociale, professionale e politico, che dilaniano l’avvocatura italiana dentro la grande crisi globale: l’intervista all’Avvocato Cosimo Matteucci, Presidente Nazionale della Mobilitazione Generale dell’Avvocatura, la lasciamo così com’è, non aggiungendo ulteriori commenti:
Cosa e' successo al congresso di Rimini?
Al Congresso di Rimini si è compiuto il disegno oligarchico di una certa parte dell’avvocatura, che ha trovato la sua massima espressione nel CNF di Andrea Mascherin. Già la legge professionale n. 247 del 2012, fieramente avversata da MGA al congresso di Bari, conteneva norme atte a conferire al Consiglio Nazionale Forense un potere regolamentare molto forte, che è stato utilizzato in modo assai invasivo contro gli avvocati più giovani o a reddito basso e medio basso. Favorito da un biennio OUA (Organismo Unitario dell’Avvocatura) di sostanziale inerzia, e da una incapacità dei componenti di tale organo di esercitare una reale rappresentanza politica degli avvocati, il CNF ha creato ex novo un organo non previsto in nessuna norma e nessuno statuto, l’Agorà degli Ordini, che ha prodotto la mozione che ha dato vita all’OCF, braccio sostanzialmente disarmato del Congresso, longa manus dei COA (Consiglio Ordine Avvocati) e quindi del CNF stesso.
La decisione di formare Ocf è passata per vere e proprie forzature procedurali o semplicemente in base alla forza di attrazione dei presidenti dei principali ordini italiani riuniti nell'agorà?
A nostro giudizio se forzature procedurali vi sono state (qualcuno ha avuto da dolersi del traballante funzionamento del sistema di votazione elettronica al Congresso) esse sono state del tutto irrilevanti sull’esito finale della votazione. La mozione Agorà è stata approvata con larghissima maggioranza del Congresso. Non parlerei di forza di attrazione dei presidenti COA; tuttavia va rilevato che la maggior parte dei delegati congressuali eletti dagli iscritti sono espressione dei COA stessi, che, in assenza di una politica seria dell’OUA a livello nazionale e sui territori, nell’immaginario dell’avvocatura – poco interessata per sua negligenza ai problemi della politica forense – sono rimasti gli unici punti di riferimento degli avvocati nei singoli Fori.
Quale è stata, se vi è stata, la resistenza del vecchio vertice di Oua alla nascita di Ocf? In Ocf saranno cooptati i vertici di Oua?
Il vecchio vertice OUA si è accorto troppo tardi dell’operazione politica che il CNF ha iniziato a predisporre sin da subito dopo il congresso di Venezia del 2014. MGA in più di un’occasione aveva sottolineato che la sostanziale inerzia dell’Organismo uscente, la sua incapacità di cogliere la necessità dell’avvocatura di una seria rappresentanza politica, avrebbe condotto ad una oligarchia “feudale” del CNF e dei centri di potere locale di cui moltissimi COA sono espressione. Di fatto non vi è stata che una resistenza di facciata e tardiva, esercitata solo in alcuni interventi congressuali a Rimini, quando i giochi erano già fatti, la conferma è nella stessa mancanza di una mozione alternativa.
La posizione del CNF, che di fatto ha chiuso l'esperienza di OUA, è stata calata dall'alto, anche in virtù della nuova legge professionale, oppure decisivi sono stati i sostegni degli Ordini?
Ho sostanzialmente già risposto alla domanda.
La posizione di grandi Ordini è stata tutta appiattita su Agorà e CNF oppure vi sono stati differenti atteggiamenti ?
I vertici dei grandi ordini si sono più o meno tutti adeguati alla volontà del CNF.
In particolare vi è stata una vivacità delle delegazioni campana e pugliese o gli Ordini di Napoli e Bari sono stati agenti del nuovo assetto?
La delegazione campana era abbastanza divisa. L’Ordine di Salerno ha votato compatto contro la mozione Agorà, a favore Nola, divisa Santa Maria Capua Vetere. Il presidente napoletano Rossi ovviamente ha perorato il voto della mozione CNF, ma all’interno della delegazione mi è giunta notizia di voti contrari.
Per l'avvocatura non forte economicamente vi sono margini per entrare in OCF, o la cosa è matematicamente impossibile?
Nessuna impossibilità matematica, tuttavia visto l’orientamento della maggioranza dei delegati congressuali a favore della politica oligarchica di Agorà e la compattezza del voto, vi è da credere che chiamati a votare OCF i delegati si stiano comportando allo stesso modo. MGA ha deciso tuttavia di non presentare in nessun foro candidature per OCF, data la nostra posizione di avversione alla nascita del nuovo organismo e data la nostra posizione che auspica decisamente l'abolizione degli Ordini.
Cosa vuol dire il fatto che la Cassa Forense è direttamente in Ocf?
Basti pensare che le riunioni di OCF si terranno direttamente presso i locali di Cassa Forense e che il presidente di Cassa Forense farà parte di diritto del Comitato Organizzatore del Congresso, giusto per citare due esempi.
Perché gli avvocati non garantiti devono oggi mobilitarsi e rompere la passiva accettazione delle dinamiche ordinistiche?
La mozione dell’Agorà è il naturale, logico completamento dell’impianto e dell’impostazione della Legge 247, e completa l’opera di accentramento di poteri in capo al C.N.F., ad un CNF oligarchico, elitario ed espressione non degli avvocati ma degli Ordini professionali.
La verità, l’unica, tra l’altro oggettiva, è che dovremmo finalmente prendere atto della realtà: l'avvocatura non è stata in grado di rappresentarsi, di organizzasi, di far funzionare il disciplinare e nemmeno di garantire un esame di abilitazione che fosse trasparente e che fosse in grado di selezionare i più meritevoli, l’avvocatura non è stata in grado di fare niente, e non è tanto colpa delle strutture, e né delle incapacità delle persone che le hanno occupate: la colpa non è degli eletti, la colpa è di chi li ha votati.
L'unica cosa che ci rimane da fare è ringraziare lo Stato per averci dato la possibilità di organizzarci e restituirgliela per la nostra manifesta, vergognosa immaturità, noi, non ne siamo stati capaci, e molto probabilmente non lo saremo mai.
Il sistema ormai non funziona e non può funzionare, e quando parlo di sistema mi riferisco all’intero sistema ordinistico forense, la cui esistenza soprattutto dopo lo scorporo del disciplinare, non trova più alcuna valida giustificazione.
L’ordine forense è ormai burocrazia. Se può essere di consolazione, anche tutti gli altri sistemi ordinistici hanno le stesse patologie, dalle opacità del sistema di assegnazione degli incarichi di nomina giudiziaria alla gestione clientelare degli esami di abilitazione.
Queste patologie non sono curabili, la cancrena è cosi radicata che non si può far altro che amputare, si, amputare, abolire un sistema ordinistico che ormai non è piu né utile, né necessario e né insostituibile.
Grazie alla tecnologia le funzioni amministrative dei consigli territoriali e dei C.N. possono essere digitalizzate e restituite allo Stato, che peggio di noi difficilmente potrà fare.
Presenteremo un disegno di legge di abolizione di tutti gli ordini professionali, e questo sarà rivoluzionario, non solo per noi, ma per tutti.
Quali prospettive per una diversa organizzazione politica dell'Avvocatura secondo te e la tua associazione? Quali passi farete nell'immediato?
MGA da anni ha scelto di uscire dai ristetti confini della politica forense ormai incancrenita su potentati sordi e ciechi alle esigenze della avvocatura a reddito basso e medio basso. Abbiamo dato vita ad una coalizione di lavoratori autonomi che ha prodotto la Carta dei diritti dei lavoratori autonomi che abbiamo presentato e presenteremo in tutta Italia. Abbiamo in cantiere la presentazione di una proposta di legge per l’abolizione degli Ordini. Siamo l’unico sindacato degli Avvocati e la nostra attività principale resterà quella sindacale, per una previdenza equa, per l’equo compenso anche nelle relazioni con clienti privati, per un più sostenibile sistema fiscale anche per i lavoratori autonomi. Spiegheremo ai colleghi con una serie di pubblicazioni approfondite quello che è successo a Rimini e la nuova governante antidemocratica dell’avvocatura. Ma questi sono solo alcuni dei progetti a cui stiamo lavorando.
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