26/11/2016
Ciao, Fidel
Questa mattina ci siamo svegliati tutti con una notizia che quasi pensavamo non sarebbe arrivata mai: Fidel Castro, il lider maximo, mente e braccio della rivoluzione cubana prima e del movimento dei paesi non allineati poi, è morto. A 90 anni si è spento un simbolo della lotta all’anti-imperialismo e all’anti-colonialismo per tanti popoli e nazioni in cerca di libertà e indipendenza. Un modello di società alternativa a quella imposta dal blocco occidentale prima, durante e dopo la Guerra Fredda, nel quale Fidel ha sempre scorto il fallimento del capitalismo e la necessità di aprire ad un sistema nuovo, egualitario, libero.
Un’eredità radicata in ogni angolo del globo, un pensiero che si è fatto azione, partito in America Latina ma presto allargatosi a macchia d’olio nei continenti più colpiti dalle politiche coloniali e neo-coloniali occidentali. In particolare in Africa dove Castro ha sempre sostenuto concretamente i movimenti di liberazione, a partire dall’Algeria contro il dominio francese e poi in Mozambico, Congo, Angola, Guinea-Bissau, Namibia. Senza dimenticare il ruolo avuto da Cuba per la causa del Sahara occidentale e del popolo sahrawi: sono ancora oggi tantissimi i sahrawi che a Cuba arrivano per studiare e formarsi, ospiti dell’Avana.
E se in Africa forte è stato l’intervento cubano, sia militare che politico, nel Medio Oriente decolonizzato e oggi di nuovo costretto ad affrontare nuove forme di strisciante colonialismo è difficile trovare qualcuno che non pensi a Castro come ad un modello di lotta. Forte si è sempre levata la sua voce a favore delle sofferenze secolari del popolo palestinese: già nel 1959 Che Guevara visitava Gaza facendo da subito della Palestina la base di partenza di una lotta globale e non solo regionale contro il progetto colonialista sionista. E se negli anni Sessanta e Settanta Cuba è stata partner diretto dell’Olp, solo guardando agli ultimi anni le accuse al progetto sionista in Palestina non sono mai scomparse. Durante gli ultimi attacchi contro Gaza, il leader cubano ha apertamente parlato di “olocausto palestinese”.
Il mondo perde un uomo che ha fatto la storia e ha dato a tanti popoli gli strumenti politici per affrontare le radici della propria dipendenza da poteri esterni. La redazione di Nena News si unisce al dolore di tutti loro, del popolo cubano e delle persone che in ogni angolo del globo oggi si sentono più sole.
Fonte
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento