21/04/2017
Il calo demografico ucraino porta alla bancarotta
In Ucraina c'è un grande mistero: l'attuale numero di abitanti. La popolazione è cresciuta ininterrottamente da dopo la seconda guerra mondiale fino alla dissoluzione dell'URSS, dopodiché è costantemente scesa a ritmi vertiginosi. Le statistiche ufficiali del Governo dicono che in un ventennio la popolazione si sia ridotta di circa il 13%, cioè 6,5 milioni di persone. Ciò è dovuto in primo luogo all'effetto combinato del basso tasso di natalità e della brevissima speranza di vita, ma è imputabile soprattutto alla forte emigrazione dovuta alle disastrate condizioni del paese. Alla luce di questi numeri, la popolazione locale parla di "Genocidio del capitalismo".
Tuttavia la situazione potrebbe essere assai peggiore di quanto sostenuto dagli uffici statistici ucraini, che ad oggi dichiarano una popolazione "stimata" di 42,5 milioni di abitanti, cioè un valore analogo a quello degli anni '60. A parte che nella cifra vengono assurdamente contati anche gli abitanti del Donbass che non fanno più parte dell'Ucraina e quindi si dovrebbe correggere il dato a circa 38 milioni, il vero problema è che probabilmente le cifre siano completamente inventate. Infatti il numero di abitanti dell'Ucraina è "stimato" da dopo il censimento del 2001, benché nel 2013 sia stato fatto un nuovo censimento di cui il Governo si rifiuta di fornire i risultati. In molti sospettano che la mancata diffusione dei dati rilevati nel 2013 e l'adozione di "stime" serva a coprire un calo demografico assai più drammatico.
Studi indipendenti basati sul numero di allievi iscritti alla scuola dell'obbligo dicono che nel territorio sotto il controllo di Kiev non ci siano più di 32 milioni di persone. Ancora più drastico il risultato di una recente proiezione basata sulla produzione e consumo di pane e farina (una variabile proxy usata per fare stime della popolazione effettiva) secondo il quale nell'attuale Ucraina non vi vivano più di 24,5 milioni di persone.
Questi numeri vanno presi con estrema prudenza, perché le stime sul numero d'abitanti di norma sono attendibili solo in periodi esenti da shock, ma comunque "gettano un sasso nello stagno" della statistica ucraina.
Tuttavia, visto che da più parti si sostiene che la popolazione ucraina non sia quella dichiarata, le autorità dovrebbero provare a fugare i dubbi e mostrare i dati in loro possesso. Ad ogni modo, a prescindere dal numero effettivo d'abitanti, è evidente che il paese si è svuotato e che la causa principale è nel fallimento del progetto di ucraina indipendente.
A prescindere dai dati demografici (che comunque hanno un forte valore politico) la riduzione della popolazione ha anche riflessi economici, ad esempio sul sistema previdenziale e per il calcolo di indicatori "pro capite". Non c'è ombra di dubbio che se il paese si sia svuotato, non c'è più nessuno che versi i contributi per pagare le pensioni, quindi diventa inevitabile il crollo del sistema previdenziale. Esempi di indicatori "pro capite" sono il reddito pro capite e il debito pro capite. Una quantità "pro capite" è la misura media "a testa". Pertanto, una riduzione della popolazione significherebbe un aumento del reddito pro capite, ma anche del debito pro capite. Per gli ucraini, la prima potrebbe apparire come una buona notizia compensata dalla seconda che è certamente negativa, ma le cose non stanno propriamente così.
Il reddito pro capite è una misura aggregata, una semplificazione statistica che non incide sul reddito personale: ognuno ha il proprio e quel dato non cambia. Sul debito pubblico pro capite invece il discorso è assai diverso, ogni persona (a prescindere da età, censo, condizione sociale, ecc.) ne ha una quota pari a tutti gli altri cittadini. Quindi ad un dimezzamento della popolazione corrisponderebbe un raddoppio del debito pubblico pro capite. In un paese normale quello che conta è il rapporto Debito/PIL, ma in uno stato basato su un regime oligarchico è consigliabile guardare anche al debito pro capite.
Ormai è evidente che l'Ucraina è sull'orlo della bancarotta. Ci si domanda allora, quale sia la logica di fare nuovi debiti, se è evidente che già non si è in grado di pagare quelli precedenti? Chiunque dotato di un minimo di lucidità non agirebbe in questa maniera, a meno che non si tratti di un truffatore.
Se il Governo ucraino stesse preparando una "bancarotta fraudolenta", perché l'Europa continua a sostenerla? Lo stanno facendo con soldi che sono dei cittadini europei e non dei burocrati incaricati d'amministrare la finanza pubblica, sarebbe quindi il caso di chiedere ai legittimi proprietari come intendano impiegarli: perderli in una truffa colossale coperta da una guerra sanguinaria, o usarli per ricostruire il proprio stato sociale?
La risposta è scontata, ma ai burocrati europei non interessa.
Fonte
Ennesima dimostrazione che il crollo dell'URSS è stato un disastro di proporzioni epocali, altro che nobel per la pace a Gorbaciov.
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