Domenica ci sarà il primo turno delle presidenziali in Francia. I sondaggi (per quel che valgono) vogliono
Macron in testa ma ad una incollatura dalla Le Pen, tutti due intorno al
24-25%, poi affiancati strettamente il gollista Fillon e il candidato
della sinistra Melenchon un po’ sotto il 20% tutti due, infine, sotto il
10% l’inutile Hamon, candidato dei socialisti. Sempre a dar fede ai
sondaggi, se il Ps non avesse deciso di presentare quel merluzzo
scondito di Hamon, il candidato della sinistra sarebbe al primo posto e
comunque andrebbe al ballottaggio.
Il che sarebbe convenuto anche ai socialisti che si sarebbero
risparmiata una solenne figuraccia e sarebbero sul carro del vincitore.
Ma, come si sa: Deus demendat quos vult perdere. Il punto è che
i partiti dell’internazionale socialista – che passano per sinistra
“riformista”, mentre dovrebbero essere meglio definiti di sinistra
“trasformista” – non hanno più ragione di esistere ed hanno solo la
funzione di disturbo rispetto alla vera sinistra. Ma torneremo a
parlarne dopo il primo turno.
Bella campagna elettorale, questa, soprattutto vera.
Il grande favorito della vigilia, Fillon, travolto dagli scandali di
casa e dalla sua stessa incapacità di dire qualcosa che non fosse
l’edizione edulcorata di quello che dice la Le Pen, è fuori gioco e
potrebbe finire al quarto posto, avviando il suo partito sulla china
della serie cadetta. Anche la Le Pen, che minacciava sfracelli (c’era chi
la dava al 40% al primo turno) conclude poco: forse strapperò il primo
posto domenica (ma è tutt’altro che sicuro), ma sembra collocata a
valori che rendono comunque improbabilissima la sua vittoria e, infatti,
non c’è un solo sondaggio che la dia vincente e con nessun altro
candidato salvo Fillon che perderebbe anche con Hamon. Dunque,
l’irresistibile ascesa del Fn rischia di finire nel nulla, pregiudicando
anche le legislative di giugno.
La vera sorpresa è stato Melenchon che dall’11,1 % della volta scorsa sembra andare verso il 20%
e distanziare nettamente i socialisti. Con un ultimo colpo di reni,
soprattutto se gli elettori socialisti capissero che votare Hamon non
serve a niente, potrebbe strappare il secondo posto ed andare al
ballottaggio è lì sarebbe tutto da vedere come va a finire. Se il
ballottaggio fosse con Macron, questi potrebbe contare sui voti di
Fillon ed un po’ dei socialisti, mentre Melenchon potrebbe contare su
parte dei socialisti ma soprattutto mietere consensi fra quelli che
hanno votato Le Pen. Una partita tutta da giocare. Ma se il ballottaggio
fosse con la Le Pen, Melenchon conquisterebbe la vittoria senza troppo
sforzo, perché la Le Pen non avrebbe serbatoi cui attingere.
Una
vittoria di Melenchon avrebbe un impatto enorme su tutta la sinistra
europea. Ma, per ora, non sogniamo, manteniamo i piedi per terra e
valutiamo il successo di aver superato gli inutili socialisti che, dopo
la catastrofica presidenza Hollande, pensavano di rifarsi una verginità
candidando un uomo di “sinistra” come Hammon che, in questi 5 anni, non
ha alzato fiato su nessuna delle bestialità del governo, ed, ovviamente,
nessuno ci è cascato ed il Ps sembra tornato ai tempi pre Mitterrand.
In ogni caso, anche se Melenchon non dovesse farcela ad arrivare al
ballottaggio, le elezioni politiche vedono lui e la sua France
insoummise come l’unico punto di riferimento intorno a cui raccogliere
la sinistra. I socialisti, se vorranno avere qualche seggio, dovranno
andare all’accordo con Melenchon o, se li vorrà, con Macron che, però,
assai più realisticamente preferirà i gollisti di Fillon.
Ed ora stiamo a vedere ed incrociamo le dita.
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