L’interruzione delle filiere internazionale di produzione – e contestualmente l’esplosione dei prezzi energetici e di molte materie prime – stanno mettendo in seria crisi le industrie in Europa. Nell’Eurozona quasi un’azienda manifatturiera su due sta registrando significativi problemi di forniture delle materie prime indispensabili alla produzione.
A rilevarlo è una analisi della società di consulenza Oxford Economics che ha confrontato i livelli di scarsità nei settori produttivi più a rischio, utilizzando gli ultimi dati della Commissione Europea.
Sul fronte dei semiconduttori è il comparto dell’automotive a soffrire di più, anche se la percentuale di “sofferenza” per le forniture è scesa al 78% rispetto all’82% dell’aprile scorso, ma la crisi continua a pesare in maniera significativa su tutto il comparto.
Altro settore in seria difficoltà è quello della componentistica elettrica e l’elettronica dove a luglio oltre sette aziende su dieci si dichiaravano in apnea. “Per questi settori è significativo il confronto con il periodo pre-covid. Nell’arco temporale 2005-2019 infatti meno del 10% delle imprese registrava problemi di scarsità sul fronte della materia prima” riporta Milano Finanza.
Sotto pressione poi è anche il comparto della meccanica, con il 61% delle aziende in difficoltà nel reperimento di materiali, mentre un po’ meglio va per prodotti metallici, food & beveradges, arredamento e tessile, tutti comparti dove a luglio si registravano percentuali al di sotto del 50%.
La guerra in Ucraina e il rallentamento delle forniture, soprattutto quelle provenienti dai paesi asiatici e della Russia, stanno dunque tenendo ancora sotto pressione l’industria dell’Eurozona che, insieme alla persistente scarsità di materiali ed attrezzature deve fare i conti anche con il boom dei prezzi dell’energia.
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