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17/11/2022

Onu approva risoluzione sull’occupazione israeliana della Cisgiordania

L’Assemblea plenaria delle Nazioni Unite l’11 novembre ha approvato una risoluzione che chiede alla Corte di Giustizia Internazionale di indicare se l’occupazione israeliana in Cisgiordania sia da condannare come “annessione illegale”. La mozione, presentata dal Nicaragua, è stata approvata con 98 voti a favore, 17 contrari e 52 astenuti, dovrà passare entro la fine dell’anno all’Assemblea Generale composta da 193 paesi e dove è praticamente certa la sua approvazione.

Tra le nazioni che hanno votato contro figurano Stati Uniti, Italia, Canada, Repubblica Ceca, Germania, Australia, Austria, Estonia, Guatemala, Ungheria, Liberia, Lituania. L’Italia dunque, ancora una volta, si è dimostrata complice con la politica di occupazione coloniale israeliana.

Fra i paesi che si sono astenuti si registrano Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Lettonia, Paesi Bassi, Norvegia, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. A favore hanno votato Polonia, Irlanda e Ucraina.

La Corte di Giustizia Internazionale è un organo delle Nazioni Unite. I suoi pareri non sono vincolanti, ma una sua decisione nel senso auspicato dalla risoluzione contribuirebbe a rafforzare le rivendicazioni palestinesi all’autodeterminazione e alla fine dell’occupazione coloniale israeliana decretando come “palestinesi” tutti i territori di Cisgiordania.

Il testo della risoluzione fa riferimento anche ad una decisione della Corte Internazionale del 2004 che decretava come illegale il Muro costruito da Israele, e chiede che Israele proceda senza condizioni alla demolizione della struttura.

Sessantanove paesi si sono opposti o astenuti su questa risoluzione. La maggior parte dei paesi occidentali ha votato contro o si è astenuta, tranne Irlanda e Polonia e con la notevole eccezione dell’Ucraina”.

Domenica il Ministero degli esteri israeliano ha comunicato che intende convocare l’ambasciatore ucraino in Israele, Yevgen Korniychuk, per una formale reprimenda. Una fonte diplomatica citata dal Jerusalem Post ha spiegato che il problema non riguarda tanto le continue richieste di armi da parte di Kiev quanto la mancata reciprocità rispetto a Israele che ha votato contro la Russia e a favore dell’Ucraina in ogni votazione dall’inizio della guerra.

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