Gli indecisi e gli astensionisti sarebbero in calo a due mesi dalle prossime elezioni europee. A rivelarlo è il sondaggio Eurobarometro pubblicato ieri (17 aprile), l’ultimo consentito prima delle elezioni del prossimo giugno.
“L’indagine fa luce sul comportamento di voto degli europei, sui loro atteggiamenti nei confronti dei temi della campagna elettorale e sulle preferenze per i valori prioritari per la prossima legislatura del Parlamento europeo” spiega la presentazione del sondaggio che si concentra anche sulla percezione che i cittadini hanno del Parlamento europeo e dell’Unione Europea sulla loro prospettiva di vita nella Ue, nonché sulle loro opinioni sull’Unione nell’attuale scenario globale.
Quattro europei aventi diritto su dieci (41 per cento) dichiarano di non essere davvero interessati all’appuntamento, eppure se si andasse alle urne tra una settimana, a esercitare il diritto di voto sarebbe il 70 per cento degli aventi diritto.
Il precedente sondaggio condotto a dicembre scorso registrava un’affluenza potenziale dichiarata del 67 per cento, con un tasso di astensionisti veri o presunti del 38 per cento. Adesso, guardando a chi dichiara di non avere intenzione di votare (16 per cento) e chi ancora non sa se voterà (14 per cento), questo indice si riduce di otto punti percentuali, scendendo al 30 per cento.
Sulle prospettive dell’Unione Europea, il 42% degli intervistati si dice molto o abbastanza pessimista. Specularmente il 54% si dice molto o abbastanza ottimista.
Il 2024 del resto è un anno elettorale importante, con le elezioni che si svolgeranno in Europa e negli Stati Uniti ma anche in paesi importanti come India e Gran Bretagna.
Gli italiani sembrano avere una buona considerazione del Parlamento (ne parla male solo il 14 per cento degli intervistati), ma non ritengono che un impegno europeo sia utile.
Sette intervistati su dieci (70 per cento) ritengono che la propria voce non conti e che resti dunque inascoltata nell’Unione europea. Una disaffezione che spiega perché attenzione e attrazione per le prossime elezioni europee non appaiono proprio da “euro-entusiasti”.
Per quanto riguarda l’interesse per la politica, questo in Italia appare piuttosto basso. Che sia locale (57 per cento), che sia europea (59 per cento) o nazionale (58 per cento), la politica è argomento di conversazione solo “occasionalmente” per gli italiani che, tra l’altro, appaiono poco soddisfatti dell’attuale governo.
Sei italiani su dieci (59 per cento) sostengono che nel Paese “le cose non stanno andando nella giusta direzione”, non certo un segnale incoraggiante per Giorgia Meloni e i suoi alleati.
Per un italiano su dieci (11 per cento) le cose sono grossomodo stabili, solo tre italiani su dieci (30 per cento) si ritengono soddisfatti per come vanno le cose.
Quando viene chiesto se la situazione economica del Paese da qui a un anno migliorerà, neanche due intervistati su dieci (18 per cento) rispondono positivamente, mentre la maggioranza (45 per cento) ritiene che le cose non cambieranno e addirittura un terzo della popolazione con diritto di voto (33 per cento), si attende peggioramenti.
Infine ci sono le priorità, per la maggioranza dei cittadini europei intervistati (quasi il 30%) sono quelle del lavoro e della situazione economica, seguono poi il cambiamento climatico e l’istruzione (il 24%), la salute e la democrazia (21%), la Difesa e la sicurezza (20%), e solo dopo c’è il problema dell’immigrazione (19%).
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