Al vertice dei ministri degli Esteri del G7 in corso a Capri, l’Alto responsabile della politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, Josep Borrell, ha chiesto ai ministri della Difesa europei di prendere “decisioni concrete” per l’invio di più sistemi di difesa aerea all’Ucraina.
Secondo il capo della politica estera Ue (sic!), non sono solo gli Stati Uniti a doversi assumere la responsabilità di fornire sistemi di difesa aerea all’Ucraina. “Abbiamo Patriot e altri sistemi missilistici. Dobbiamo portarli fuori dai depositi”, ha dichiarato Borrell invitando i Paesi europei e occidentali a prendere decisioni “più rapide” per sostenere Kiev, che ha bisogno di armi che vanno fornite “molto più velocemente” per fronteggiare l’offensiva della Russia del presidente Vladimir Putin.
Forse Borrell non ha letto la disamina impietosa del generale Tricarico sul fatto che – ad esempio – la difesa antiaerea e antimissile dell’Italia già oggi sarebbe in difficoltà nel respingere un’ondata di attacchi aerei come quella condotta dall’Iran su Israele.
Ma anche sul piano politico/diplomatico Borrell conferma di essere un guerrafondaio sul teatro bellico in Ucraina. “Non possiamo permetterci la vittoria di Putin”, ha affermato aggiungendo una sottolineatura che appare una vera e propria lapide su una seria ipotesi di negoziati per la fine della guerra in Ucraina (o per lo meno su un qualsiasi ruolo della UE su questo fronte).
Secondo Borrell infatti l’unico piano di pace sul tavolo in Ucraina è quello del presidente Volodymyr Zelensky. “All’inizio c’erano diversi piani, quello cinese, quello brasiliano. Ma l’unico che è riuscito a mantenere lo slancio e che conta sul sostegno della comunità internazionale è quello del presidente Zelensky. Sicuramente successivamente ci saranno dei colloqui con la Russia, che è il Paese aggressore”, ha affermato ben sapendo che le sue parole di rappresentante della politica estera europea seppelliscono così i possibili negoziati per mettere fine alla guerra.
E, per somma stupidità, proprio nel giorno in cui si scopre che la pace avrebbe potuto essere raggiunta già due anni fa, ma Londra, Washington e Bruxelles non vollero...
Proprio da Bruxelles, dove è in corso il Consiglio Europeo dei capi di stato, fanno eco a Borrell gli altri guerrafondai europei come il presidente del Consiglio Michel, secondo cui “L’Ucraina non ha bisogno di parole, ma di più munizioni e difesa aerea. E ci sarà una risposta in questione di giorni e settimane, non mesi“.
I capi di stato europei hanno poi dato prova dell’ennesima ipocrisia sull'incandescente scenario di guerra in Medio Oriente. Hanno infatti deciso di imporre sanzioni all’Iran dopo l’attacco a Israele, ma avevano omesso di farlo – né di condannare quell’atto di guerra dichiarato – quando Israele aveva bombardato una sede diplomatica iraniana in Siria. Ancora una volta un doppio standard che il resto del mondo non sembra più voler accettare passivamente.
A dimostrazione che oltre all’ipocrisia i vertici europei sono anche dei dilettanti allo sbaraglio, dal vertice del G7 a Capri Borrell ha aggiunto che “attaccare Rafah, dove un milione e settecentomila persone sono nelle strade sarebbe una catastrofe umanitaria perché queste persone non avrebbero nessuna possibilità di difendersi. Il presidente Biden e i leader europei sono chiari con Israele: non attaccare Rafah, e bisogna continuare a premere in questa direzione”.
Borrell e i leader europei forse non sapevano – o fanno finta di non sapere – che proprio nelle stesse ore la Casa Bianca avrebbe dato semaforo verde a Israele per l’offensiva su Rafah in cambio di una ritorsione contro l’Iran non pesante, magari bombardando più violentemente il Libano.
Dilettanti, apprendisti stregoni ma anche bugiardi e guerrafondai. I leader europei sono pericolosi per sé e soprattutto per tutti noi.
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