Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

26/04/2024

Sionisti esaltati e qualche domanda da porsi

La provocazione sionista non ha funzionato (nonostante alcuni media “complici”, che hanno propinato la versione già predisposta, senza neanche guardare quel che effettivamente è accaduto in piazza).

Primo punto fermo: è evidente che la “brigata ebraica” è oggi una sigla di comodo (ben pochi dei non molti membri storici sono oggi in vita, essendo passati 79 anni dai fatti).

Così come è evidente il tentativo di far passare la pressoché nulla operatività militare della “brigata ebraica” storica – peraltro inquadrata come reparto dell’esercito regolare del Commonwealth inglese, dunque senza alcuna autonomia – come protagonista della Resistenza italiana. Derubricando di fatto i partigiani a “comparse” (incredibile che ci possa essere in questo qualche dirigente attuale dell’Anpi disposto ad assecondare questo revisionismo).

Ancora più chiaramente, a Milano, lo striscione “identitario” esibito in piazza dichiarava spudoratamente il senso dell’operazione: “5.000 sionisti liberarono l’Italia“. Moltiplicando per quattro i numeri storici (ma sempre pochi restano...) e soprattutto chiarendo che “sionisti” ed “ebrei” non sono affatto sinonimi.

Quelli che oggi si riparano sotto questa sigla sono insomma la parte sionista e nazionalista (nel senso dello stato di Israele) della comunità ebraica, che meritoriamente può vantare numerosissimi esponenti di tutt’altra opinione.

Ma è chiaro che c’è stato un “salto di qualità” in quest’ala sionista, che ieri a Roma è arrivata determinata a cercare lo scontro fisico a tutti i costi, con una squadra di teppisti di cui alcuni a volto coperto (strano che la polizia non abbia neanche cercato di identificarli, vista la abbondante legislazione in proposito), praticamente “in divisa”. E immaginiamo cosa sarebbe accaduto, e cosa sarebbe stato scritto, a parti invertite.

È particolarmente indicativo il servizio in diretta di Rete4 (berlusconiana e governativa, dunque) in cui la cronista riferisce correttamente quel che era appena avvenuto e la responsabilità dei fatti (“una carica della ‘brigata ebraica‘”). Ma immediatamente interviene il ben noto Riccardo Pacifici che l’aggredisce negando l’evidenza, fino a quando la conduttrice della trasmissione cambia la versione smentendo la propria inviata sul campo (“non credo che ci sia stata alcuna carica“). Questa è l’informazione in Italia, ostaggio dei guerrafondai.


Viene in mente quella notizia, circolata nelle scorse settimane, che riferiva di 1.400 cittadini italiani di fede ebraica che stavano operando come riservisti militari a Gaza e in Cisgiordania, o ai confini col Libano. Sembra possibile che qualcuno abbia pensato di sfruttare una turnazione o i normali “periodi di licenza” per provare ad importare tecniche e “regole di ingaggio” apprese in combattimento (gestione dell’informazione compresa...).

È palese infatti il tentativo di applicare anche qui lo schema adottato dal governo Netanyahu (tutti i problemi si risolvono per via militare, e basta).

Il che getta anche una luce sinistra su quei “soldati di un esercito straniero in guerra” (Israele) che però possono sfruttare anche la nazionalità italiana e una condiscendenza politica decisamente eccessiva del cosiddetto “arco parlamentare”. È uno dei modi in cui la “guerra grande” che si sta combattendo in questa parte del mondo percola dentro il conflitto politico italiano e diventa “guerra interna”,

Troppi sospetti e pregiudizi? Mah, ci limitiamo a riportare – per esempio – la testimonianza de Il Faro di Roma, testata online cattolica, che in piazza ha visto quel che chiunque poteva – volendo – registrare.

*****

25 Aprile. La Brigata Ebraica sfila a Porta San Paolo tirando sassi sui filopalestinesi

Questa mattina [ieri, ndr] a Roma, in occasione delle celebrazioni per il 25 Aprile previste a Porta San Paolo, luogo simbolo dell’eroica Resistenza al Fascismo, è stato negato il diritto a manifestare a favore della Palestina e chiedere di fermare il genocidio in atto a Gaza.

I ragazzi di varie sigle della Sinistra dalle 7 di questa mattina erano impegnati a manifestare contro la guerra e le armi che stanno facendo strage anche di civili e bambini a Gaza e in Cisgiordania, quando alle 8.30 è sopraggiunto il corteo della Comunità Ebraica che ha tentato di avvicinarsi ai manifestanti, ma è stato contenuto dalla Polizia schierata in tenuta antisommossa.

In particolare a spingere sugli scudi e sul cordone delle forze dell’ordine è stato il servizio d’ordine della Comunità Ebraica, riferiscono alcuni cronisti.

Mentre si udivano le grida con insulti reciproci e l’accusa ai militanti della Sinistra di essere espressione di Hamas, è successo che alcuni esponenti del servizio d’ordine della Comunità ebraica hanno lanciato sassi contro i ragazzi filopalestinesi colpendo anche i cronisti che li riprendevano.

Sono due i giornalisti rimasti lievemente contusi. Un fotografo si recherà poi al Pronto Soccorso a farsi refertare e il cronista di un sito d’informazione online, benché colpito al naso da un sasso ha detto si colleghi: “vado avanti a lavorare, la manifestazione non è finita”.

Intanto, lentamente, si è allontanato il corteo della Brigata Ebraica percorrendo viale del Campo Boario diretto a piazza Bottego mentre le prime file in più di un’occasione hanno tentato di aggirare il cordone dei poliziotti

Le tensioni erano ampiamente annunciate. “Continuiamo la nostra lotta per chiedere lo stop al genocidio del popolo palestinese, che continua a resistere alle barbarie portate avanti da Israele e dell’imperialismo occidentale. Tutto accade con la collaborazione del nostro governo, che continua a schierarsi dalla parte del sionismo e che si dimostra sempre più a destra, con anche la collaborazione delle finte opposizioni”, recita un comunicato delle sigle filopalestinesi.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento