La pesante campagna di criminalizzazione degli studenti universitari per le loro proteste contro gli accordi tra atenei italiani, istituzioni israeliane e industria bellica, ha avuto un salto di qualità con gli incidenti avvenuti alla Sapienza la scorsa settimana.
Con un evidente ordine di scuderia, il governo, i ministri, i giornali della destra e quelli liberali filo-israeliani, hanno calcato la mano su un aspetto: i 27 agenti di polizia “feriti” durante i tafferugli alla porta dell’università la Sapienza.
Tutti hanno messo in evidenza questo numero come “prova evidente” della violenza da parte degli studenti contro le forze dell’ordine intervenute per fermarli.
Su quanto accaduto ci sono decine di fotografie e di video (video1 e video2) che però mostrano una realtà parecchio diversa rispetto a questa “narrazione”.
Si vedono infatti studenti e studentesse a mani nude, spesso alzate, che nella peggiore delle ipotesi si spintonano con agenti in tenuta antisommossa; quindi bardati con scudi, caschi e manganelli. Ben dotati, insomma, di mezzi “difensivi” e “offensivi”.
Vediamo i resoconti di alcuni mass media su quanto avvenuto alla Sapienza e le conseguenze che ne vengono tirate:
“In Italia ognuno è libero di manifestare il proprio pensiero, ma non di andare a insultare carabinieri, polizia, finanzieri, attaccarli, perché ci sono stati dei feriti tra le forze dell’ordine”, ha ha detto per esempio il vicepremier, Antonio Tajani, a “Dritto e Rovescio“ su Rete4.
“Tra i 27 feriti tra gli appartenenti alle forze dell’ordine a seguito degli scontri con i manifestanti 16 appartengono al Reparto Mobile di Roma, che hanno riportato lesioni come: una frattura composta delle ossa nasali con 20 giorni di prognosi, un’infrazione della falange del dito della mano destra con prognosi di 21 giorni. Gli altri feriti sono 9 agenti della Questura e due appartenenti all’Arma dei carabinieri”. (Agi)
Che quello spintonamento a mani nude possa aver prodotto ben 27 feriti refertati tra le forze dell’ordine, è un dato piuttosto incredibile. Sia perché video e foto – prodotti da reporter professionisti, non “di parte” – non certificano una dinamica così “violenta” come quella denunciata da ministri e giornali.
Sia perché il numero di agenti in divisa e in borghese impegnati nello spintonamento appare visivamente molto simile al numero di agenti poi refertati e indicati come feriti.
L’impressione è che, praticamente, quasi tutti gli agenti impegnati quella mattina sarebbero rimasti “feriti”, cosa che non avviene – o meglio: non avveniva – neanche in caso di scontri veri, ossia tra gruppi dotati entrambi di strumenti “offensivi”.
Volendo per esempio fare un paragone con l’ultimo episodio di seri e duri scontri di piazza tra manifestanti e polizia – risalente ormai al 15 ottobre 2011 a Roma – emerge con evidenza una contraddizione numerica.
In quel caso gli scontri durarono qualche ora, in diverse zone del centro e diversi gruppi di manifestanti erano visibilmente “attrezzati” per uno scontro di piazza.
E quanti agenti feriti ci furono nei durissimi scontri del 15 ottobre 2011 a Roma?
“Sono stati circa cento i feriti (fra cui una trentina di appartenenti alle forze dell’ordine), di cui tre in gravi condizioni e ricoverati in codice rosso: un manifestante di Sinistra e Libertà che ha perso due dita per l’esplosione di un petardo; un poliziotto colpito al torace e una terza persona che ha riportato traumi multipli”. (Corriere della Sera del 16 ottobre 2011)
“Ci sarebbero circa venti feriti tra forze dell’ordine, manifestanti e teppisti negli scontri di oggi a Roma. Tutti sono stati trasportati all’Umberto I e al San Giovanni e sono stati medicati per contusioni e lievi ferite”. (Ansa)
Il Ministro degli Interni di allora, Maroni, così riferiva il giorno successivo in Senato:
“Al momento, si lamentano 105 feriti tra le forze dell’ordine, di cui 58 dell’Arma dei Carabinieri, 35 della Polizia di Stato e 12 della Guardia di Finanza. Risultano feriti anche 35 manifestanti”.
Tra le cifre riportate a cado dai media e quelle “ufficiali” prodotte dal ministro c’era già uno scarto significativo (da “circa trenta” a “105”), e a nessuno sfuggiva il peso dell’occasione per “marcare visita” pur di strappare qualche giorno di riposo dal servizio. Siamo tutti esseri umani in fondo...
Dunque: se uno scontro di piazza vero, pesante, entrato e rimasto nelle cronache, aveva prodotto quel numero di agenti “feriti e refertati” (pur con qualche dubbio), come è possibile che un banale spintonamento a mani nude abbia prodotto un così alto numero di agenti “feriti e refertati”?
C’è più di qualcosa che non quadra. E forse anche l’Ordine dei Medici e la Procura dovrebbero indagare un po’.
Anche perché quel numero abnorme di agenti “refertati” ha assunto un ruolo politico, visto che è diventato il perno intorno al quale il governo fa ruotare la sua campagna di criminalizzazione degli studenti che protestano. Oltretutto con pesanti conseguenze sull’eventuale carico penale nei confronti dei due studenti arrestati.
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