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21/04/2024

Guerra in Ucraina - Gli USA sbloccano gli aiuti militari, ma serviranno?

di Francesco Dall'Aglio

Il pacchetto di aiuti finalmente approvato dal Congresso USA (i dettagli qui) ha, come prevedibile, risollevato il morale del ‟popolo del web”, come lo chiamano i giornali boomeroni, e degli stessi giornali boomeroni, come da esempio fotografico che allego – "svolta decisiva", nientemeno. La guerra che sembrava ormai perduta è vinta di nuovo, il Male che sembrava trionfare viene nuovamente ricacciato nelle tenebre. Le bandierine ucraine, che su twitter sventolavano a mezz’asta da qualche mese, svettano di nuovo orgogliose e qualche profilo NAFO che aveva gettato la spugna è rientrato nell’agone. Il mondo torna a essere il migliore dei mondi possibili, o almeno il mondo virtuale: perché in quello reale, come succede spesso, le cose sono un po’ diverse e un po’ più complicate.

Cominciamo dalla cifra, 95,3 miliardi – una cifra imponente, senza dubbio, anche se divisa per tre: 60,8 miliardi per l’Ucraina, 26,4 miliardi per Israele e per assistenza umanitaria a Gaza (9,1 miliardi, vedremo), 8,12 miliardi per la regione indo-pacifica (Taiwan e Filippine, per capirci). Lasciamo perdere gli altri teatri, e concentriamoci sui 61 miliardi per l’Ucraina, che non sono 95 ma sono tanti lo stesso. Quanto di questa cifra andrà però effettivamente in Ucraina, e per cosa? Se la scorporiamo, infatti, ci rendiamo subito conto che per le esigenze delle FFAA ucraine sono stanziati ‟solo” 13,8 miliardi; 23,2 serviranno a reintegrare le scorte delle FFAA statunitensi, compensando il materiale già spedito in passato ma che resterà, appunto, negli USA o comunque nella disponibilità delle FFAA statunitensi; 11,3 miliardi andranno a EUCOM, ossia al comando USA in Europa, e serviranno alle truppe USA/NATO nel sud-est europeo (mi sa che vanno tutti in Romania, più o meno); 7,8 miliardi sono destinati al bilancio ucraino, però sono un prestito, non una donazione; il resto servirà ad altre cose che col fronte c’entrano poco, che sia in Ucraina o in Europa.

Come restituirà l’Ucraina questi soldi resta piuttosto oscuro, visto che di soldi non ce ne sono ed è improbabile che ce ne siano in futuro. La riposta, probabilmente, sta in un’altra voce del pacchetto di aiuti, che prevede di utilizzare i quasi 5 miliardi di fondi russi congelati negli Stati Uniti. L’aspetto più controverso di tutta la faccenda è ovviamente questo (al di là delle sanzioni aggiuntive alla Cina e della decisione di bandire TikTok dagli USA a meno che non accetti di vendere a un’entità statunitense, il che mi sembra talmente tanto un delirio e una concessione agli elementi più idioti dell’establishment americano che mi rifiuto di commentarlo): la base legale per l’utilizzo di quei fondi è inesistente, apre la strada a numerosi contenziosi legali e a un indebolimento della capacità USA di attrarre capitali esteri, visto che basta essere definiti ‟cattivi” per vedersi sequestrati i soldi. Soprattutto, visto che parliamo appunto di 5 miliardi, è una mossa certamente arrogante ma che dà soprattutto l’impressione di essere disperata.

Nelle intenzioni USA, ovviamente, i miliardi russi non dovevano essere solo 5, ma dovevano comprendere anche i circa 280 ‟congelati” nell’Unione Europea: ma l’UE si è rifiutata di appropriarsene e oure di utilizzare a favore dell’Ucraina anche solo gli interessi che nel frattempo sono maturati, nonostante il pressing (o il bullismo) esercitato dall’amministrazione statunitense nei mesi scorsi – qui il Washington Post ricostruiva ieri la questione – perché magari gli USA possono affrontare le conseguenze pratiche e legali della cosa, ma l’Unione Europea certamente no, e infatti non ha intenzione di farlo.

Un pacchetto inutile, dunque? Assolutamente no, anzi. Verranno consegnate munizioni per l’artiglieria, per i Patriot e gli HIMARS, oltre a un probabile invio di ATACMS. Le prime spedizioni dovrebbero avvenire in tempi piuttosto brevi, stando alle dichiarazioni del portavoce del Pentagono Patrick Ryder, ed è molto verosimile che la catena logistica per l’invio sia stata messa a punto da tempo. La cosa complicherà di sicuro i piani dei russi, soprattutto se (ma non lo sappiamo con certezza, ovviamente) intendono passare in tempi più o meno brevi all’offensiva, il che significherà maggiori concentrazioni di truppe, equipaggiamenti e mezzi in aree relativamente ristrette, cioè ottimi bersagli per l’artiglieria e i missili ucraini (continuo a scrivere ucraini, è la forza dell’abitudine. Intendo NATO, ovviamente).

Da qui però a dire che gli aiuti consentiranno all’Ucraina (aridaje...) di vincere la guerra, o che i materiali che arriveranno ‟hanno la capacità di cambiare le sorti del conflitto”, come spara Repubblica, ce ne passa. Sia il Wall Street Journal che l’ISW non sembrano troppo entusiasti e non pensano che con questi soldi l’Ucraina riuscirà a combinare chissà che, visto che il problema principale è la scarsità di uomini, oltre a quella di mezzi (è un caso che la decisione sull’invio degli aiuti è venuta dopo la nuova legge sulla mobilitazione? Chissà). Tutt’al più, dicono entrambi, servirà a tenere a bada i russi per qualche tempo in attesa di altri finanziamenti, chiarendo così il senso dei loro articoli e della loro preoccupazione: non è che poi questo pacchetto di aiuti è l’ultimo? Mandiamone altri in futuro, per carità, come al solito non tanto per gli ucraini quanto per noi.

Serviranno quindi un po’ a non fare una figuraccia, perché davvero era uno spettacolo pietoso, un po’ a prolungare l’agonia, un po’ a far morire qualche russo in più, a distruggere qualche mezzo russo in più, a far spendere qualche soldo in più ai russi (dei morti ucraini e delle devastazioni inflitte al territorio ucraino, lo sappiamo bene, non importa niente a nessuno dei due contendenti, nessuno dei quali è appunto l’Ucraina).

In Russia non l’hanno presa male, perché lo sapevano che il balletto si sarebbe risolto, prima o poi, nell’unico modo in cui poteva risolversi. Medvedev ha twittato i soliti tweet di Medvedev, Zacharova ha dichiarato che la situazione è come il Vietnam e andrà a finire nello stesso modo per gli USA eccetera; le truppe russe continuano ad avanzare (oggi hanno preso il controllo di Novomykhailivka e si sono attestate a Očeretino), i bombardieri a bombardare, il porto di Odessa brucia ancora, e insomma non si segnalano particolari novità. Per ora.

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