di Francesco Dall'Aglio
Il pacchetto di aiuti finalmente approvato dal Congresso USA (i dettagli qui) ha, come prevedibile, risollevato il morale del ‟popolo del web”, come lo chiamano i giornali boomeroni, e degli stessi giornali boomeroni, come da esempio fotografico che allego – "svolta decisiva", nientemeno. La guerra che sembrava ormai perduta è vinta di nuovo, il Male che sembrava trionfare viene nuovamente ricacciato nelle tenebre. Le bandierine ucraine, che su twitter sventolavano a mezz’asta da qualche mese, svettano di nuovo orgogliose e qualche profilo NAFO che aveva gettato la spugna è rientrato nell’agone. Il mondo torna a essere il migliore dei mondi possibili, o almeno il mondo virtuale: perché in quello reale, come succede spesso, le cose sono un po’ diverse e un po’ più complicate.
Cominciamo dalla cifra, 95,3 miliardi – una cifra imponente, senza dubbio, anche se divisa per tre: 60,8 miliardi per l’Ucraina, 26,4 miliardi per Israele e per assistenza umanitaria a Gaza (9,1 miliardi, vedremo), 8,12 miliardi per la regione indo-pacifica (Taiwan e Filippine, per capirci). Lasciamo perdere gli altri teatri, e concentriamoci sui 61 miliardi per l’Ucraina, che non sono 95 ma sono tanti lo stesso. Quanto di questa cifra andrà però effettivamente in Ucraina, e per cosa? Se la scorporiamo, infatti, ci rendiamo subito conto che per le esigenze delle FFAA ucraine sono stanziati ‟solo” 13,8 miliardi; 23,2 serviranno a reintegrare le scorte delle FFAA statunitensi, compensando il materiale già spedito in passato ma che resterà, appunto, negli USA o comunque nella disponibilità delle FFAA statunitensi; 11,3 miliardi andranno a EUCOM, ossia al comando USA in Europa, e serviranno alle truppe USA/NATO nel sud-est europeo (mi sa che vanno tutti in Romania, più o meno); 7,8 miliardi sono destinati al bilancio ucraino, però sono un prestito, non una donazione; il resto servirà ad altre cose che col fronte c’entrano poco, che sia in Ucraina o in Europa.
Come restituirà l’Ucraina questi soldi resta piuttosto oscuro, visto che di soldi non ce ne sono ed è improbabile che ce ne siano in futuro. La riposta, probabilmente, sta in un’altra voce del pacchetto di aiuti, che prevede di utilizzare i quasi 5 miliardi di fondi russi congelati negli Stati Uniti. L’aspetto più controverso di tutta la faccenda è ovviamente questo (al di là delle sanzioni aggiuntive alla Cina e della decisione di bandire TikTok dagli USA a meno che non accetti di vendere a un’entità statunitense, il che mi sembra talmente tanto un delirio e una concessione agli elementi più idioti dell’establishment americano che mi rifiuto di commentarlo): la base legale per l’utilizzo di quei fondi è inesistente, apre la strada a numerosi contenziosi legali e a un indebolimento della capacità USA di attrarre capitali esteri, visto che basta essere definiti ‟cattivi” per vedersi sequestrati i soldi. Soprattutto, visto che parliamo appunto di 5 miliardi, è una mossa certamente arrogante ma che dà soprattutto l’impressione di essere disperata.
Nelle intenzioni USA, ovviamente, i miliardi russi non dovevano essere solo 5, ma dovevano comprendere anche i circa 280 ‟congelati” nell’Unione Europea: ma l’UE si è rifiutata di appropriarsene e oure di utilizzare a favore dell’Ucraina anche solo gli interessi che nel frattempo sono maturati, nonostante il pressing (o il bullismo) esercitato dall’amministrazione statunitense nei mesi scorsi – qui il Washington Post ricostruiva ieri la questione – perché magari gli USA possono affrontare le conseguenze pratiche e legali della cosa, ma l’Unione Europea certamente no, e infatti non ha intenzione di farlo.
Un pacchetto inutile, dunque? Assolutamente no, anzi. Verranno consegnate munizioni per l’artiglieria, per i Patriot e gli HIMARS, oltre a un probabile invio di ATACMS. Le prime spedizioni dovrebbero avvenire in tempi piuttosto brevi, stando alle dichiarazioni del portavoce del Pentagono Patrick Ryder, ed è molto verosimile che la catena logistica per l’invio sia stata messa a punto da tempo. La cosa complicherà di sicuro i piani dei russi, soprattutto se (ma non lo sappiamo con certezza, ovviamente) intendono passare in tempi più o meno brevi all’offensiva, il che significherà maggiori concentrazioni di truppe, equipaggiamenti e mezzi in aree relativamente ristrette, cioè ottimi bersagli per l’artiglieria e i missili ucraini (continuo a scrivere ucraini, è la forza dell’abitudine. Intendo NATO, ovviamente).
Da qui però a dire che gli aiuti consentiranno all’Ucraina (aridaje...) di vincere la guerra, o che i materiali che arriveranno ‟hanno la capacità di cambiare le sorti del conflitto”, come spara Repubblica, ce ne passa. Sia il Wall Street Journal che l’ISW non sembrano troppo entusiasti e non pensano che con questi soldi l’Ucraina riuscirà a combinare chissà che, visto che il problema principale è la scarsità di uomini, oltre a quella di mezzi (è un caso che la decisione sull’invio degli aiuti è venuta dopo la nuova legge sulla mobilitazione? Chissà). Tutt’al più, dicono entrambi, servirà a tenere a bada i russi per qualche tempo in attesa di altri finanziamenti, chiarendo così il senso dei loro articoli e della loro preoccupazione: non è che poi questo pacchetto di aiuti è l’ultimo? Mandiamone altri in futuro, per carità, come al solito non tanto per gli ucraini quanto per noi.
Serviranno quindi un po’ a non fare una figuraccia, perché davvero era uno spettacolo pietoso, un po’ a prolungare l’agonia, un po’ a far morire qualche russo in più, a distruggere qualche mezzo russo in più, a far spendere qualche soldo in più ai russi (dei morti ucraini e delle devastazioni inflitte al territorio ucraino, lo sappiamo bene, non importa niente a nessuno dei due contendenti, nessuno dei quali è appunto l’Ucraina).
In Russia non l’hanno presa male, perché lo sapevano che il balletto si sarebbe risolto, prima o poi, nell’unico modo in cui poteva risolversi. Medvedev ha twittato i soliti tweet di Medvedev, Zacharova ha dichiarato che la situazione è come il Vietnam e andrà a finire nello stesso modo per gli USA eccetera; le truppe russe continuano ad avanzare (oggi hanno preso il controllo di Novomykhailivka e si sono attestate a Očeretino), i bombardieri a bombardare, il porto di Odessa brucia ancora, e insomma non si segnalano particolari novità. Per ora.
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