Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

19/03/2015

Iraq - HRW denuncia gli abusi delle milizie anti-ISIS

‘Dopo la liberazione, la distruzione’. Il titolo del rapporto della Ong Human Rights Watch (Hrw) è molto chiaro su come sono andate e rischiano di andare le cose in Iraq, segnato da profonde divisioni settarie che sono esacerbate dal conflitto con il sedicente Stato Islamico.

Secondo le notizie e le testimonianze raccolte da Hrw, le milizie, i volontari e le forze di sicurezza irachene hanno distrutto e saccheggiato almeno due villaggi sunniti, dando alle fiamme abitazioni e negozi degli iracheni sunniti fuggiti dalle violenze. Una palese violazione delle leggi di guerra, accaduta la scorsa estate, quando le Forze armate irachene, con il sostegno dell’aviazione della coalizione anti-Isis, sono riuscite a rompere l’assedio dei jihadisti ad Armeli. La vendetta è scattata contro quei villaggi delle province di Salahuddin e Kirkuk che erano stati occupati dalle milizie dello Stato Islamico e, inoltre, la Ong ha denunciato il sequestro di undici persone durante le operazioni.

“L’Iraq non potrà vincere la battaglia contro le atrocità (dello Stato Islamico) con attacchi ai civili che violano le leggi di guerra e sfidano l’umana decenza”, ha detto Joe Stork. vicedirettore Hrw Africa e Medio Oriente. “Gli abusi delle milizie stanno gettando scompiglio tra la popolazione irachena più vulnerabile e stanno esacerbando l’astio settario”.

Secondo il rapporto, dopo la liberazione di Armeli, tra ottobre e novembre sono stati presi di mira 47 villaggi dell’area. I danni maggiori sono stati provocati dall’incendio delle case o da demolizioni. E le ragioni di tanta violenza sono da ricercare in un misto di vendetta per la presunta collaborazione con l’Isis e di punizione collettiva contro i sunniti e le altre minoranze. Una ritorsione di stampo settario, dunque, che getta un’ombra sul sostegno internazionale alle milizie extra governative e alle stesse Forze di sicurezza irachene, che non hanno saputo vigilare sui volontari che si sono uniti alla battaglia contro l’Isis.

Gli episodi denunciati dalla Ong rischiano di ripetersi in questi giorni in cui è in corso l’offensiva governativa per riprendere la città di Tikrit, teatro del massacro di oltre mille soldati sciiti l’anno scorso per mano dell’Isis. Al fianco dei soldati combattono le unità di mobilitazione popolare, composte da sunniti e sciiti, ma dominate dalle milizie sciite preesistenti, che stanno guadagnando potere sul campo. Notizie di saccheggi e vendette sono già circolate e il timore è che diventino la prassi, gettando il Paese in un settarismo già alimentato dai governi sciiti post-Saddam Hussein, con il sostegno degli Usa che dopo l’invasione del 2003 hanno preteso l’espulsione dall’esercito e dall’amministrazione di chiunque avesse avuto legami con il partito Baath o l’ex regime. Un ripulisti generale che ha dato potere agli sciiti a danno dei sunniti, marginalizzati dai governi iracheni.

“L’Iraq sta affrontando sicuramente minacce serie nel conflitto con l’Isis, ma gli abusi commessi dalle forze che combattono contro l’Isis sono così incontrollati e vergognosi che minacciano la tenuta dell’Iraq sul lungo termine”, ha detto Stork. E a pagare il prezzo di questo scontro settario è la popolazione civile, stretta tra la minaccia dell’Isis e la paura di vendette da parte delle milizie.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento