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01/04/2015

Iran - Colloqui sul nucleare al rush finale

Ore decisive a Losanna, in Svizzera, per raggiungere quello che potrebbe essere uno storico accordo sul programma nucleare iraniano, teso a impedire a Teheran di dotarsi di armi atomiche. Intanto, l’aspettativa di un’intesa che potrebbe determinare l’ingresso di più greggio iraniano nel mercato, ha spinto verso il basso le quotazioni del petrolio.

È stato spostato da ieri alla mezzanotte di domani il termine ultimo per raggiungere un’intesa preliminare tra la Repubblica islamica e i Paesi del cosiddetto 5+1 (Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina, Russia e Germania), che dovrà essere perfezionata e resa definitiva entro la fine di giugno. Il negoziato si svolge sotto l’egida dell’Unione europea e oggi c’è un faccia a faccia tra il segretario di Stato Usa, John Kerry, e il ministro iraniano degli Esteri, Mohammad Javad Zarif.

L’estensione del negoziato è stata giustificata dalle “numerose e difficili questioni” ancora da sciogliere, ha spiegato la portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Marie Harf, su cui Kerry ha detto che si sta “lavorando sodo”. Secondo il ministro russo degli Esteri, Sergej Lavrov un accordo di massima “su tutti i temi chiave”  è stato raggiunto, mentre Zarif ha auspicato di chiudere presto la partita.

L’accordo potrebbe essere dunque a portata di mano, come mai era accaduto in passato. Si tratterebbe di una svolta storica nei rapporti tra Washington e Teheran, e di un enorme successo diplomatico per il presidente Usa Barack Obama, ma i nodi da sciogliere restano. Le questioni più critiche, su cui non si è trovata ancora un’intesa riguardano i tempi di ritiro delle sanzioni contro l’Iran, che stanno mettendo a dura prova l’economia del Paese. Poi c’è la questione della ricerca e sviluppo nel settore centrifughe, che l’Iran vuole mantenere. Per le potenze occidentali, le attività legate all’atomo che devono essere consentite alla Repubblica islamica non devono in alcun modo consentirgli di costruire l’atomica. Altro aspetto che ha frenato i lavori a Losanna è quello delle riserve di uranio arricchito che l’Iran non vuole stoccare in altri Paesi, come chiesto dall’occidente che aveva proposto la Russia nei giorni scorsi. Aspetti tecnici rilevanti su cui vertono i colloqui finali di questa maratona diplomatica.

E mentre a Losanna si cerca di imprimere una svolta all’annosa questione del programma nucleare iraniano, da Tel Aviv è tornato a far sentire il suo disappunto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, sempre critico nei confronti di questo recente avvicinamento tra gli alleati di Washington e i nemici di Teheran, vissuto come una specie di incubo dagli israeliani.

“Sono preoccupato per quanto emerge dai colloqui (…). Questo accordo, così come si sta profilando, conferma tutte le nostre paure”, ha detto Netanyahu che ha esortato la comunità internazionale a far pressione per un accordo migliore con Teheran.

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