Ore decisive a Losanna, in Svizzera, per raggiungere quello che
potrebbe essere uno storico accordo sul programma nucleare iraniano,
teso a impedire a Teheran di dotarsi di armi atomiche. Intanto,
l’aspettativa di un’intesa che potrebbe determinare l’ingresso di più
greggio iraniano nel mercato, ha spinto verso il basso le quotazioni del
petrolio.
È stato spostato da ieri alla mezzanotte di domani il termine
ultimo per raggiungere un’intesa preliminare tra la Repubblica islamica
e i Paesi del cosiddetto 5+1 (Russia, Gran Bretagna, Francia,
Cina, Russia e Germania), che dovrà essere perfezionata e resa definitiva
entro la fine di giugno. Il negoziato si svolge sotto l’egida
dell’Unione europea e oggi c’è un faccia a faccia tra il segretario di
Stato Usa, John Kerry, e il ministro iraniano degli Esteri, Mohammad
Javad Zarif.
L’estensione del negoziato è stata giustificata dalle “numerose e
difficili questioni” ancora da sciogliere, ha spiegato la portavoce del
Dipartimento di Stato Usa, Marie Harf, su cui Kerry ha detto che si sta
“lavorando sodo”. Secondo il ministro russo degli Esteri, Sergej Lavrov
un accordo di massima “su tutti i temi chiave” è stato raggiunto,
mentre Zarif ha auspicato di chiudere presto la partita.
L’accordo potrebbe essere dunque a portata di mano, come mai era accaduto in passato. Si
tratterebbe di una svolta storica nei rapporti tra Washington e
Teheran, e di un enorme successo diplomatico per il presidente Usa Barack Obama, ma i nodi da sciogliere restano. Le questioni più
critiche, su cui non si è trovata ancora un’intesa riguardano i tempi
di ritiro delle sanzioni contro l’Iran, che stanno mettendo a dura prova
l’economia del Paese. Poi c’è la questione della ricerca e sviluppo nel settore centrifughe, che l’Iran vuole mantenere. Per le
potenze occidentali, le attività legate all’atomo che devono essere
consentite alla Repubblica islamica non devono in alcun modo
consentirgli di costruire l’atomica. Altro aspetto che ha frenato i
lavori a Losanna è quello delle riserve di uranio arricchito che l’Iran
non vuole stoccare in altri Paesi, come chiesto dall’occidente che aveva
proposto la Russia nei giorni scorsi. Aspetti tecnici rilevanti su cui
vertono i colloqui finali di questa maratona diplomatica.
E mentre a Losanna si cerca di imprimere una svolta all’annosa questione del programma nucleare iraniano, da
Tel Aviv è tornato a far sentire il suo disappunto il premier
israeliano Benjamin Netanyahu, sempre critico nei confronti di questo
recente avvicinamento tra gli alleati di Washington e i nemici di
Teheran, vissuto come una specie di incubo dagli israeliani.
“Sono preoccupato per quanto emerge dai colloqui (…). Questo accordo,
così come si sta profilando, conferma tutte le nostre paure”, ha detto
Netanyahu che ha esortato la comunità internazionale a far pressione per
un accordo migliore con Teheran.
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