In attesa di capire se almeno in questo caso verrà fatta giustizia, negli Stati Uniti altri episodi di brutalità poliziesca e di abusi contro le minoranze stanno facendo discutere. Eric Casebolt, l’agente che ha aggredito una ragazza nera di soli quindici anni durante un’operazione di polizia in Texas, è stato costretto a dimettersi. L’agente, 41 anni, ha consegnato ieri la sua lettera di dimissioni dopo la diffusione di un video, anche in questo caso ripreso con uno smartphone da un testimone delle violenze, che lo ritrae mentre lo scorso 5 giugno picchiava Dajerria Becton.
Il filmato incriminante mostra l’intervento della polizia durante un party in piscina – gli agenti sarebbero stati chiamati da un vicino che lamentava ‘schiamazzi’ – a McKinney, a nord di Dallas, durante il quale Casebolt strattona la ragazzina in costume da bagno e la schiaccia a terra con il suo corpo senza che la vittima opponesse alcuna resistenza e nonostante la sua giovane età. Come se non bastasse l’agente e un suo collega avevano addirittura sfoderato le loro pistole minacciando due quattordicenni che cercavano di difendere la loro coetanea. Il video aveva scatenato forti critiche e migliaia di persone erano scese in piazza per protestare contro la polizia, accusata di pregiudizi razziali contro gli afroamericani e di brutalità.
Scena analoga – anzi, in realtà assai più cruenta – a Salinas, in California, dove alcuni agenti del locale dipartimento di polizia sono stati ripresi con un telefono cellulare mentre picchiavano selvaggiamente a suon di manganelli un uomo inerme e oltretutto affetto da disabilità mentale, Josè Velasco. Che deve anche ritenersi "fortunato" se i poliziotti non hanno usato contro di lui il loro taser o la pistola, come invece è accaduto in altri episodi analoghi in conseguenza dei quali le vittime sono state uccise o gravemente ferite.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento