Il governo ha fatto partire la procedura per la collocazione di Alitalia in amministrazione controllata, visto che gli azionisti (banche italiane più Etihad) hanno rinunciato a ricapitalizzare la compagnia dopo il NO pronunciato con molta forza (68%) dai lavoratori.
Radio Città Aperta ha intervistato stamattina Francesco Staccioli, dirigente Usb ed ex assistente di volo della stessa Alitalia. Uno che l'azienda la conosce benissimo e sta seguendo dall'interno tutte le fasi di questa nuova crisi.
Parliamo della questione Alitalia, che è già entrata in una fase abbastanza complicata e complessa. Questa mattina tutti quanti i principali quotidiani e lanci di agenzia parlano di commissariamento ormai certo, si fanno i nomi di una presunta terna che dovrà prendere il timone, commissariare la compagnia, mettere a punto un nuovo piano industriale. Si parla di Luigi Gubitosi e Guido Laghi come due nomi certi. Con noi Francesco Staccioli, dell’Unione Sindacale di Base, per fare un punto della situazione. Francesco, quali sono le novità e quali di queste novità sono credibili dal punto di vista della realisticità?
Buongiorno a tutti. E’ appena arrivata una notifica ai lavoratori, dalla stessa azienda, che l’assemblea dei soci ha confermato la messa in commissariamento, la richiesta di accesso al commissariamento della compagnia Alitalia. Adesso tocca al governo emanare il decreto e nominare i commissari (Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, ndr). I nomi sono i nomi papabili fino a che non ci sarà la conferma, quindi io non commento i nomi. E’ una situazione tutt’altro che inaspettata, e vorrei essere chiaro: non è la conseguenza del voto del 24, è la conseguenza del disastro manageriale, industriale, che gli attuali azionisti e i manager che li hanno supportati hanno trascinato questa compagnia. Perché se non ci fosse stata quella situazione probabilmente non ci saremmo trovati in queste condizioni. Quindi è confermato il fatto che l’azienda ha scelto la strada del commissariamento e adesso i giochi iniziano forse in maniera diversa.
Cosa potrebbe esserci di positivo in una fase commissariale? Ciò potrebbe essere una situazione migliorativa, per le condizioni attualmente precarissime di tantissimi lavoratori?
Collegare il commissariamento a una situazione positiva è uno sforzo... enorme... Perché stiamo parlando di una situazione complicata. Il discorso è superare lo schema industriale che ha ammazzato la compagnia. Il commissario ha delle prerogative, previste dalla legge, proprio per ricreare le condizioni di produttività dell’azienda, di redditività... e in queste condizioni le offerte che potrebbero essere calate non si fanno carico per esempio dell’enorme passivo che è stato creato fino adesso. Quindi i margini di manovra sono sicuramente più ampi in questo momento; la legge è stata pensata appunto per salvaguardare l’assetto produttivo, l’occupazione... I commissari hanno tre mesi di tempo per predisporre un piano che può essere di rilancio interno oppure di messa in vendita dell’asset. Noi crediamo che questo periodo debba essere utilizzato per studiare tutte le ipotesi, tra cui la nazionalizzazione diretta, indiretta, l’intervento... Non si ha un’operazione da escludere a priori, perché se la si esclude è un fatto ideologico, com'è ideologico chiederla. Allora noi crediamo che bisogna chiudere questa fase. Dichiarare il fallimento delle privatizzazioni, perché questa è stata la realtà delle cose, il totale fallimento della privatizzazione; e bisognerebbe pensare come lo Stato salvaguarda questo assetto produttivo, la sua occupazione; ma anche come salvaguarda l’intero assetto produttivo del paese, perché qui la privatizzazione ha distrutto centinaia di aziende e migliaia e migliaia di posti di lavoro.
Quanto meno si apre una fase che potrebbe essere più dialettica e più dinamica. Rispetto ai tempi si parla di 180 giorni entro i quali i commissari dovranno indicare quale è la strada. Vengono indicati due nomi... E’ possibile immaginare quale potrebbero essere le strade che verranno percorse da questi commissari per cercare di sbloccare la situazione? Si parla di Gubitosi e Guido Laghi...
Dovrebbe esserci anche un terzo ipotetico commissario e dovrebbe essere un esperto del settore, perché il trasporto aereo è un settore così specifico dove un esperto non guasterebbe. La messa in commissariamento dà libertà al commissario di percorrere, come ho detto prima, tante strade. I nomi, così come presentati, uno potrebbe anche liquidarli in poche parole: boiardi di Stato o niente di nuovo sotto il sole... Però aspetteremo i commissari alla prova dei fatti. Ma sappiamo che dietro i commissari chi dovrà decidere davvero, o chi dovrà creare le condizioni davvero per ripensare il futuro di questa azienda così importante, è il governo... Perché ricordiamoci che ai 12.500 dipendenti Alitalia corrispondono altrettanti – se non di più – dell’indotto; per cui rischia di essere un tracollo sociale... Per la decisione futura spetterà anche a quello che deciderà la politica. Siamo nella settimana con il nuovo segretario del Pd, il Movimento 5Stelle... Ci sono state già molte espressioni in cui c’è la volontà di riprendere in mano il destino di una parte importante dell’economia del nostro paese, quello che noi riteniamo giusto dire è che nessuno voleva il commissariamento; non è la prima opzione che noi abbiamo seguito. Il commissariamento è il frutto avvelenato di 10 anni di crisi, di tanti anni di sprechi, di sperperi e di mala gestione. Adesso, più che augurare buon lavoro ai commissari, gli dobbiamo dire che i lavoratori si opporranno con tutti gli strumenti ad una ipotetica liquidazione. Sicuramente ci opporremmo alla vendita a spezzatino di un asset, perché distruggerebbe il valore professionale del lavoro... L’altra questione: cercare sempre lo sceicco bianco o tedesco o francese... sembrano le barzellette di Pierino... Voglio dire: qualcuno che viene qui a fare gli interessi di questo paese... Mi sembra che comincino a rendersi conto che è completamente sbagliato; quindi io mi auguro che i commissari lavorino davvero su due fronti. Il primo: la riduzione dei costi generali vergognosi che i privati hanno caricato addosso a questa compagnia, per prima il leasing degli aerei, il costo dei carburanti, i costi generali compreso i 30 milioni di addestramento che l’Etihad ha dato. Ma che tiri fuori anche alcune questioni, tipo che Alitalia ha riaffittato slot ceduti a prezzi di saldo su Londra, che sono slot preziosissimi; e che si cominci a lavorare davvero sulle questioni vere. A nostro avviso la nostra azienda, così come è, potrebbe stare in piedi con i passeggeri e con il volume dei ricavi che ha, e con il costo del lavoro che ha adesso. Però noi cerchiamo lo sviluppo. Il lavoro che devono fare i commissari intanto è questo. Noi speriamo e faremo di tutto affinché questo lavoro si completi in un rilancio vero dell’azienda. Abbiamo pubblicato oggi i 10 punti che servono all’azienda per essere rilanciata, però il dato fondamentale è la volontà politica e del paese di chiudere uno dei peggiori periodi industriali della storia nazionale, almeno per quanto riguarda l’Alitalia.
Un’ultima domanda che ha a che fare con le capacità e la visione di questo staff di commissari. Una delle cose più incomprensibili che hanno condizionato, immaginiamo, il destino dell’Alitalia, sono state le scelte disastrose dal punto di vista strategico. Per esempio non puntare sul lungo raggio ecc. Il trasporto aereo è un settore che ha le sue caratteristiche ben definite, bisogna essere molto esperti per poter scegliere le strategie giuste. Si può dire che fino ad oggi le strategie sono state o di incompetenza o di cattiva fede, visto il disastro... Anche imprenditorialmente è stato un grande errore continuo, la gestione di Alitalia. O è eccessiva questa mia lettura?
Secondo me non è eccessiva. Questo è un settore dove è fondamentale sostenere l’offerta là dove questa offerta può essere fatta. Questo è un settore dove investimenti significa aerei. L’Alitalia dal 2001, da quando ha fatto l’alleanza con Air France, sta producendo un progressivo ridimensionamento della propria capacità produttiva. Non solo, ma è rimasta nel settore dove il nostro stesso paese ha aperto in modo sregolamentato alle low cost. Quindi la visione generale del paese, dell’industria, in buona fede e in mala fede, è stata in qualche modo quella di mandare al suicidio questa azienda e i suoi lavoratori. Io vorrei ricordare che Alitalia ha già perso 12 mila dipendenti in 8 anni, e non era gente che è andata in pensione. Molta di questa gente è a spasso, si è dovuta trovare un altro lavoro, mentre il settore ha continuato a crescere. Allora... questa azienda ha bisogno di essere riconvertita. Etihad era venuta qui due anni fa con i tappeti rossi da parte di Renzi, doveva riconvertire questa azienda e invece ce l’ha lasciata con 700 milioni di perdite in un anno. E’ una cosa scandalosa. Malafede? Vedremo, anche perché chi dovrà indagare indagherà. Noi quello che chiediamo sono gli investimenti necessari per riconvertire questa azienda e rimettere sul mercato una presenza del nostro paese; per una presenza che non sia servile rispetto agli interessi di Lufhansa, di Etihad o di chiunque altro serve un investimento. Oggi gli investimenti produttivi li può fare il paese. E’ la stessa cosa delle ferrovie. Se le ferrovie non investivano, oggi sarebbero a pezzi. Le ferrovie hanno investito, oggi hanno staccato una cedola di 700 milioni allo Stato. Quindi, quando gli investimenti vengono fatti, sono una risorsa per il paese. La nazionalizzazione non significa voler diventare dipendenti pubblici. Nazionalizzazione vuol dire: i 3-4 miliardi che servono per riconvertire produrranno, in tempi rapidi, un ritorno economico per il paese oltre che sociale secondo me questo è il punto. Dovrebbe valerne la pena.
Diciamo che per il momento non possiamo far altro che attendere. Attendere la procedura di commissariamento e, soprattutto, le scelte che i commissari faranno. Dal punto di vista delle caratteristiche individuali di questi manager qualcosa da aggiungere, come nota?
Gubitosi l’ho conosciuto adesso come presidente in pectore dell’ormai ex compagnia di bandiera. Io ho ricevuto adesso la notizia, spero che sia confermata. E’ una mail dell’azienda, quindi credo che sia confermata. Il fatto che rimanga come commissario può essere una notizia positiva, nel senso che gli sia stato garantito che questo ruolo sarà attivo e non di semplice liquidatore. Il dott. Laghi, so che era anche un commissario dell’Ilva. Passare dall’Ilva all’Alitalia o fare tutte e due insieme mi lascia molto perplesso. Diciamo che hanno un profilo... come dire, da boiardi di Stato. Però, ecco, li attendiamo alla prova dei fatti... Non possiamo in questo momento fare valutazioni premature... Io mi auguro che loro sfruttino appieno le prerogative del ruolo per fare quello che ho detto prima. Partendo da un dato: questa azienda così come è, sgravata dei costi vergognosi – che sono andati pure in seconda battuta rispetto al referendum dei lavoratori, e questo dovrebbe dirla tutta su come viene gestita l’informazione in questo paese – Penso che se fanno già questo sgravio di costi e si svincolano dall’alleanza con Sky Team, in questo momento, già avremmo delle opportunità per rimanere in equilibrio da soli. Dopo di che ci vuole innegabilmente uno sviluppo, uno sviluppo sul lungo raggio. Servono soldi e mi auguro – e noi ci batteremo fieramente contro – che non sia una liquidazione o una vendita spezzatino.
Magari ci aggiorniamo di qui a breve per commentare...
Assolutamente, quando volete...
Grazie, e buon lavoro.
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