Mercoledì – domani – Donald Trump arriverà in Italia. Il presidente
più odiato dalla sinistra imperiale ci arriva, come sappiamo, carico di
buoni propositi: dopo aver foraggiato il terrorismo internazionale con
110 miliardi di dollari in armamenti, aver ricompattato il fronte
islamico-reazionario contro il nemico iraniano (cioè il nemico
palestinese, libanese, siriano, e soprattutto russo), omaggiato Israele e
le sue colonie con la visita a Gerusalemme, eccolo giungere nelle
retrovie imperiali per disporre i suoi voleri, d’altronde già chiariti nel precedente incontro. Il cabaret quotidiano riservatoci da Trump è il frutto di due tendenze contrapposte: da una parte, come ricorda Fulvio Scaglione, le politiche di Trump sono in totale continuità con quelle democratiche di Obama (ma questa continuità è sapientemente celata dai democratici di tutto il mondo);
dall’altro, c’è la necessità mediatica ed elettorale di presentarsi
alternativo a quello stesso sistema di potere, convincendo la
popolazione americana di fare l’esatto contrario di quello che ha fatto e
farebbe un qualsiasi presidente democratico. La verità sta altrove:
sempre secondo Scaglione, «sono politiche che non sono condotte né da
Obama, né da Donald Trump. E’ piuttosto evidente, evidentissimo nel caso
di Trump, ma anche abbastanza evidente nel caso di Obama, che la
politica, i veri policy maker per quanto riguarda certi decisioni in
questi campi, non sono i presidenti, ma altri centri di potere della
struttura istituzionale americana: il Dipartimento di stato, il
Pentagono, cioè il complesso industrial-militare, i servizi segreti. I
presidenti, sostanzialmente, danno la veste esterna, danno la confezione
ad un contenuto che però non è deciso da loro. Per questo le politiche
americane in Medioriente si assomigliano tutte, a dispetto dei
presidenti, della loro personalità e della loro provenienza politica».
E’ un sistema di potere politico-economico che si muove secondo
strategie proprie, indipendenti dalla maschera politica di volta in
volta utilizzata per presentarsi al pubblico. Il centro imperialista non
ha colore politico.
Ma se questo discorso certifica in qualche modo l’ovvio, la visita di
Trump in Italia chiarisce anche un altro aspetto dell’attualità
politica, e cioè la ritirata generale della sinistra. Certo, non siamo
ai tempi di Bush e del movimento contro la guerra: inutile attendersi un
interesse “di massa” sulle questioni internazionali. Ma un presidente
così odiato, in grado di compattare un vasto fronte contrapposto,
avrebbe dovuto o potuto mobilitare qualcosa più delle solite
indignazioni social. E invece niente, Trump sfilerà tranquillo
nella consueta vetrina urbana militarizzata e disumanizzata. E’
l’emblema di una totale impotenza politica, che ci riguarda in primo
luogo. Ma il dato generale si somma a un dato politico più stringente: è
la politica internazionale ad essere scomparsa dai ragionamenti della
sinistra, lo studio e l’interpretazione dei fatti globali, studio e
interpretazione d’altronde bollati invariabilmente come “geopolitica” e
quindi intimamente reazionari. Trump che arriva in Italia subito dopo
aver finanziato (per i decenni a venire) quello stesso terrorismo che a
parole dice di voler combattere è un fatto politico decisivo anche per
noi italiani, e più in generale per la sinistra nel mondo. Il
disinteresse che provoca chiarisce gli attuali rapporti politici più di
ogni altra riflessione. Questo disinteresse è d’altronde speculare a
quello mostrato nei confronti del golpe liberista in Venezuela, vissuto
in Italia (e nel resto d’Europa) con altera indifferenza: il
mastodontico e contraddittorio processo anti-imperialista e
anti-liberista bolivariano, che in questo ventennio ha assunto le forme
del più grande processo di emancipazione di intere popolazioni dal
liberismo internazionale, viene trattato con insofferenza, con
alterigia, se non con vera e propria avversione. Trump sfilerà senza
contro-manifestazioni. Il Venezuela resiste senza solidarietà
internazionale. Mentre inondiamo la rete dei nostri punti di vista, il
mondo reale sembra procedere senza tenerne conto. Dev’essere un
complotto dei poteri forti.
Nessun commento:
Posta un commento