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12/05/2017

’Italia dice si all’estradizione di Jorge Troccoli, torturatore uruguaiano

Intervista a Cristina Mihura. Il presidente della Repubblica Mattarella, con il ministro degli Esteri Alfano, in visita di stato in Uruguay, hanno materialmente firmato il Trattato che prevede l’accordo per l’estradizione tra i due paesi. L’accordo finora non esisteva e apre la strada alla riconsegna di Nestor Jorge Fernandez Troccoli, un ex ufficiale delle forze armate uruguayane responsabili del golpe del 1975 e delle torture e scomparse degli oppositori politici. Troccoli da anni si è rifugiato in Italia. I familiari dei perseguitati e degli assassinati politici uruguaiani, da tempo seguono questa vicenda. Una di loro, Cristina Mihura, sfuggita alla dittatura, residente da anni in Italia, vera e propria memoria storica sugli orrori del Piano Condor in America Latina, oggi ha risposto su questo alle domande di Radio Città Aperta.

Parliamo dell'accordo firmato tra Italia e Uruguay per l'estradizione di Jorge Troccoli, che è considerato uno dei più feroci protagonisti delle torture del Piano Condor. Ne parliamo con Cristina Miura. Ciao Cristina, buongiorno.

Grazie. Io sono molto emozionata. Noi lottiamo da 40 anni per trovare i nostri desaparecidos, per ottenere giustizia e abbiamo percorso una lunga strada: mezze sconfitte, sconfitte totali e questa di Troccoli qui in Italia è stata veramente una strada piuttosto disastrata perché lui è riuscito a farsi assolvere non soltanto il 6 gennaio dalla prima Corte di Assise di Roma ma anche dal Tribunale della Libertà perché nei nostri casi purtroppo siamo noi che dobbiamo portare le prove e le cose sono parecchio complicate. Io non so se lui sia feroce o non feroce... direi che era il capo dei militari del servizio di intelligenza della Marina e sicuramente ha responsabilità nella sparizione, nelle torture di diversi italo-uruguaiani, accusa per la quale però è stato assolto. Adesso lui, in base a questa estradizione, se si concretizzerà, dovrà affrontare la giustizia uruguaiana dove sono già stati processati altri suoi colleghi dell'epoca. Lui è fuggito per non essere perseguito. Poi è successo qui in Italia che lo stesso ministro Alfano, che adesso firma come ministro degli affari esteri, all'epoca, come ministro della giustizia...

...nel 2008 aveva respinto una richiesta da parte dell'Uruguay di riavere Troccoli...

In realtà l'ambasciata uruguayana aveva presentato una richiesta di estradizione fuori dai termini. Il procuratore generale aveva dato per chiusa naturalmente la vicenda, come si fa in qualunque altro caso, e comunque alla fine la legge prevede che sia il ministro della giustizia che decide in considerazione della sua cittadinanza italiana e il ministro la respinse.

C'è anche da dire, in effetti, che tra Italia e Uruguay non è in vigore un trattato di estradizione. E' stato, per questo caso, firmato un accordo specifico con tra l'altro la garanzia, chiamiamola così, del presidente della Repubblica Mattarella.

Guarda, qui ci sono due commenti da fare. Uno è che quando c'è volontà politica i problemi si risolvono, in un modo o nell'altro. Finora questa volontà politica non c'è stata. La consapevolezza che c'è in Italia sul tema desaparecidos e la lamentabile assoluzione di Troccoli da parte della Prima Corte di Assise di Roma di gennaio, penso che abbia generato una situazione parecchio complicata anche per il governo uruguaiano, perché c’era la richiesta di estradizione di Troccoli, anche nel passato venne presentata in ritardo al governo italiano dal governo del Frente Amplio in Uruguay. In Uruguay non c'è la coscienza diffusa sull'argomento come c’è in Argentina ma c'è una osservazione attenta della gente, individualmente, e una grande solidarietà con noi. L'altro tema sono ragioni che non si conoscono, cioè ragioni che io e te non conosciamo, e che sicuramente hanno profonde radici e interessi ecc. ecc. Noi siamo dentro i rapporti tra Italia e Uruguay, siamo sul piano giuridico, siamo regolati da un trattato che è della metà dell’Ottocento. Questo trattato non è stato mai rivisto. Come tu sai ci sono parecchie cose nel contenzioso Uruguay - Italia, alcune delle quali molto note, come per esempio gli archivi della P2 e cose varie. Quindi penso che questa sia una situazione un po' particolare, che ha aperto un canale particolare, che però è soggetto al fatto che qualcuno non abbia pensato ad arrestare Troccoli prima, altrimenti penso che avremmo la bella conversazione io e te, un bell'articolo sulla stampa, le nostre belle battute di sollievo ma se lui fugge un'altra volta ci siamo da capo a dodici.

Quando ti ho chiamato poco fa per chiederti se potessi intervenire in diretta esprimevi proprio questa preoccupazione. Da una parte il sollievo per la firma di questo accordo sull’estradizione di Troccoli, ma dall'altra ora è necessario che questo accordo trovi poi un riscontro concreto. Bisogna che Troccoli venga fermato, messo su un aereo e rispedito... assicurandosi che arrivi effettivamente in Uruguay.

C'è una dichiarazione di Guzzo che è il suo mega avvocato, su Repubblica di oggi... vuol dire che lui sicuramente ha saputo prima di noi di questa cosa...

Sì, i suoi avvocati sono già al corrente di tutto infatti dicono: bisognerebbe regolare la questione dei processi, delle sentenze fuori dell'area Schengen perché così il nostro assistito rischia di essere processato due volte per gli stessi fatti e inoltre in Italia lui è già stato assolto. Quindi in qualche modo loro vanno all'attacco.

Di questo, di come sia regolata questa cosa, almeno che non si registrino situazioni speciali, non credo proprio, perché anche lì abbiamo dovuto combattere con questa faccenda da altri punti di vista ed è molto complicato. Ci vorrà un altro momento di verità e di volontà politica per risolvere le cose. Comunque io spero che qualcuno lo abbia fermato o lo tenesse sotto controllo prima che venisse diffusa questa notizia, perché altrimenti rimarremo con questo bel momento e basta. Però devo dire che siamo in un periodo buono, perché in genere le notizie sono cattive. Avete visto cosa è accaduto in Argentina l'altro ieri a proposito di questa sentenza della suprema Corte di Giustizia che riconosceva il due per uno.

Riduceva la pena ad alcuni...

Esatto. C'è stata una legge lampo, in 48 ore il parlamento argentino, con una velocità che non si era mai vista nella storia parlamentare argentina, ha corretto una legge. Ci sono state centinaia di migliaia di persone a Buenos Aires, Rosario, La Plata, Cordoba, che sono uscite per strada con i fazzoletti bianchi a dire: non ci stiamo, perché...

...non è possibile ridurre le pene, alcune pene non possono essere ridotte...

Addirittura il governo di Macri si è mosso contro questa cosa perché non hanno potuto reggere la protesta. Se tu commetti lo stesso reato dei militari di allora, adesso fai più anni di galera e di condanna di quelli che hanno ricevuto a suo tempo. Figuriamoci adesso con la riduzione.

E' un'assurdità...

...sicuramente sfornata, checché se ne dica, da questi due giudici della Suprema Corte di Giustizia messi dal governo Macri, più una terza che dovrebbe essere in pensione e che ha concordato con il governo di non andare in pensione. In cambio, contrariamente al suo passato, ha votato questo provvedimento, quindi un provvedimento di natura politica che ha sentito il polso dell'ambiente e che ha ricevuto una opposizione mai vista da noi da tanti anni.

Nonostante tutte queste manovre politiche, in Argentina poi sono stati costretti a fare retromarcia, segno che ora più che mai è importante continuare questo discorso,

Non so se le cose andranno bene anche lì, perché la legge entrerà in vigore 8 giorni dopo che è stata firmata dal governo. In questo interregno moltissimi condannati, come già hanno fatto, chiederanno il provvedimento per migliorare la loro situazione. Il punto è che sta succedendo che molti pubblici ministeri e magistrati in tutto il paese stanno negando questo beneficio, dicendo che è incostituzionale. In tanti anni di lotta e di comprensione di quello che era successo ai desaparecidos e alle loro famiglie, possiamo affermare che c'è un argine oltre il quale anche un governo di destra, come quello di Macri, non può andare. Speriamo bene. Gli stessi avvocati erano convinti che non avremmo potuto far fronte al governo Macri su questa faccenda, perché gli organismi internazionali possono fare dichiarazioni ma se le loro disposizioni non vengono applicate nel territorio nazionale è inutile. Contrariamente alle nostre delusioni in partenza, perché anche io quando succedono queste cose penso «siamo finiti, facciamo quello che possiamo fare ma siamo finiti»... e invece è andata bene...

Questa volta è andata bene quindi speriamo in bene per il futuro. Cristina ti ringrazio per il tuo intervento, magari ci risentiremo nei prossimi giorni quando avremo qualche novità.

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