Non potevano mancare gli organismi internazionali del capitalismo nel cannoneggiamento in corso contro il Reddito di Cittadinanza. Questa volta è il turno dell’Ocse, l’organismo che riunisce i paesi a capitalismo avanzato. Secondo un rapporto dedicato all’Italia, l'organizzazione è costretta ad ammettere che “Il regime del Reddito di Cittadinanza (RdC), introdotto nel 2019, ha contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione“, ma proprio per questo, secondo l’Ocse, bisogna “ridurre e assottigliare il Reddito di Cittadinanza per incoraggiare i beneficiari a cercare lavoro nell’economia formale e introdurre un sussidio per i lavoratori a basso reddito“.
Quindi, secondo l’Ocse, il RdC dovrebbe servire solo a “integrare” le basse e bassissime retribuzioni che da anni dilagano in Italia ed hanno fatto esplodere il numero di working poors, cioè persone che lavorano ma con un salario talmente basso da ritrovarsi ben dentro la soglia della povertà relativa.
In realtà l’Ocse, come la pletora di serial killer politici che da tempo tuonano contro il Reddito di Cittadinanza, fingono di ignorare il dato strutturale ammesso anche dall’Istat e di cui abbiamo dato conto qualche settimana fa sul nostro giornale: il problema in Italia è la scarsissima offerta di lavoro da parte delle imprese private e dell’amministrazione pubblica (anche se l’economia politica, che vede sempre il mondo dal lato delle imprese chiama questa domanda e non offerta).
Il lavoro non c’è e non viene richiesto sul “mercato”, mentre quello che c’è non transita tramite i centri per l’impiego e vede proposte retributive indecenti. Nato come provvedimento contro la povertà, malgrado i suoi ispiratori, il RdC è diventato un meccanismo che ha fatto saltare, li dove ha un ruolo socialmente rilevante, il ricatto delle basse e bassissime retribuzioni da parte dei “prenditori”.
È questo il vero motivo del cannoneggiamento contro una misura relativamente poco costosa, che riguarda un numero di nuclei familiari inferiore a quelli precipitati nella povertà relativa (assai più ampia e significativa della povertà assoluta) e sul quale il numero di frodi e furbetti è immensamente inferiore a quello di imprenditori e bottegai.
Come si dice: “un bel tacer non fu mai scritto”.
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