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22/07/2022

Italia, tutto fa debito

di Guido Salerno Aletta

Quando torneranno i tempi normali?

Tutto è cominciato con la Grande crisi finanziaria americana del 2008: da allora, il mondo è stato sconvolto dal punto di vista delle politiche monetarie accomodanti, che poi sono diventate la regola.

In Italia, gongolavamo perché le nostre banche non si erano ingozzate di titoli americani, prima illiquidi e poi tossici perché senza sottostanti affidabili.

Fu l'inizio di un calvario, perché l'Irlanda dichiarò subito dopo il default sistemico bancario e nel 2010 fu la Grecia ad ammettere di aver truccato i dati del debito pubblico. Intanto, le banche tedesche e francesi ritiravano i crediti concessi alle banche italiane per coprire le perdite che avevano subito con gli investimenti andati a male sia in Grecia che in Spagna. Già, perché anche le banche spagnole non erano in grado di restituire le somme che erano state prestate loro, e che erano state utilizzate per gonfiare una bolla immobiliare incredibile.

L'Italia non aveva nessuna colpa di queste situazioni di crisi, ma ne subì il contraccolpo: i mercati finanziari non si fidavano più di nessuno. E poi, le nostre banche, tutte orgogliose per il credito erogato ai privati: la crisi ha fatto saltare in aria imprese e famiglie, facendo lievitare gli incagli e le perdite.

I debiti pubblici degli altri Paesi europei, nel frattempo, erano stati gonfiati dai salvataggi delle banche, sulla base della regola del bail-out che poi è stata superata in Europa solo nel 2013 dall'obbligo di contribuzione per azionisti, obbligazionisti e depositanti oltre i centomila euro. In Italia, invece, le banche sono state massacrate poi, dalla crisi economica sopraggiunta e dagli obblighi di ricapitalizzazione precauzionale, imposti dalla BCE.

Dopo anni di tagli alle spese e di aumenti di entrate, come l'IMU sulla prime casa che è stata poi eliminata, nel 2019 l'Italia era giunta quasi al pareggio strutturale del bilancio pubblico, ma con un rapporto debito/PIL che era cresciuto fino al 140%, sia per via dell'aumento dello stock di debito che per il duplice calo del PIL, quello del 2009-2010 provocato dalla crisi internazionale e poi quello pesantissimo del 2012-2013 per via degli effetti recessivi delle manovre economiche del governo Monti.

Sembrava fatta. Ed invece nell'inverno del 2020 l'Italia dichiarò, prima in Europa, l'emergenza pandemica: tra chiusure e divieti, l'economia entrò in crisi nuovamente. E così sono ricominciati i sostegni alle famiglie ed alle imprese e le garanzie pubbliche sui crediti: ancora una volta, PIL giù e debito su.

La storia che segue è ben nota: l'UE si è messa alla testa di un programma eccezionalmente ambizioso, il NGEU, per la transizione ecologica e lo sviluppo delle nuove tecnologie informatiche in un contesto che rinsaldi la coesione sociale. È cominciato subito, soprattutto in Italia, il tormentone del PNRR: tra i grants ed i nuovi debiti verso la Ue, tutti hanno cominciato a fare la fila per mettere le mani su questi fondi, la gran parte altro debito pubblico.

Il governo Draghi, nato per la gestione del PNRR, si è trovato a che fare con una inflazione stellare sin dai primi mesi del 2021: i prezzi del gas, dell'elettricità e dei carburanti sono aumentati tutti insieme coma mai prima. Ed è ricominciata la sfilza di provvedimenti d'urgenza per ridurre il peso dei rincari sulle famiglie e le imprese: il PIL non cresceva più come nelle attese, mentre il debito ricominciava a salire.

Alla fine di febbraio scorso, non sono passati che quattro mesi, l'intervento militare russo in Ucraina ha creato in Europa una crisi geopolitica gravissima: prezzi ancor più alle stelle, timori per la recessione in autunno. Ed intanto che l'euro si svaluta, precipitando verso la parità, si approvano sempre nuove misure di sostegno che vanno ad incrementare ancora il debito pubblico, anche se con l'inflazione alta il gettito fiscale cresce di conseguenza.

Anche se la BCE ha messo in cantiere un piano anti-spread per evitare il peggio, è davvero difficile prevedere che cosa succederà col debito pubblico italiano.

Otto anni di austerità, due di pandemia, poi PNRR, ora tanta inflazione e poco gas.

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