Trenta anni fa, il 31 luglio 1992, i segretari generali di Cgil Cisl e Uil siglavano con il governo Amato e la Confindustria la cancellazione della scala mobile, condizione richiesta ai sindacati e imprescindibile per evitare le dimissioni del Governo.
Da quel giorno i salari dei lavoratori sono arretrati fino a divenire il fanalino di coda a livello europeo, con l'Italia unico Paese in cui si registra il segno meno nella crescita salariale.
Si aprì allora una straordinaria stagione di lotte operaie e sindacali, la “stagione dei bulloni” venne definita, per l'accoglienza che i lavoratori riservarono ai segretari confederali che andavano nelle piazze a cercare di spiegare l'inspiegabile, cioè che avevano accettato di tagliare per sempre i salari e gli stipendi per difendere il governo dei padroni.
Oggi, come mai prima, l'assenza di un meccanismo di adeguamento dei salari e degli stipendi all'inflazione sta producendo un vero e proprio collasso della capacità di acquisto delle famiglie.
Oggi come ieri i segretari di Cgil Cisl e Uil sono pronti a lanciare una ciambella di salvataggio ai padroni e alle politiche economiche dell'Unione Europea. La repressione delle lotte, l'uso delle magistratura contro le avanguardie sindacali vanno lette anche in questo quadro di evidente necessità di ripresa delle lotte contro l'austerità. Oggi come ieri non staremo a guardare.
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