Il generale libico Haftar, è in possesso anche della nazionalità statunitense. Dopo aver servito nelle Forze armate ai tempi di Gheddafi, Haftar aveva disertato negli Stati Uniti già negli anni ’80 a seguito della sua cattura nella guerra tra Libia e Ciad.
Il generale Haftar si era rifugiato negli Usa vivendo nel nord della Virginia, dove lui e la sua famiglia continuano ancora oggi possedere delle proprietà. Ed è stato proprio un tribunale della Virginia a condannare Haftar per crimini di guerra e al risarcimento di 50 milioni di dollari per le vittime. L’accusa sosteneva che Haftar, in qualità di comandante dell’Lna, fosse responsabile di molteplici crimini di guerra commessi contro i civili da parte dei militari e dei mercenari sotto il suo controllo, in particolare durante l’assedio di Ganfouda, e delle perdite e delle sofferenze inflitte ai querelanti.
Nel 2011, Haftar era ritornato in Libia per sostenere gli oppositori a Gheddafi durante la guerra civile, scoppiata dopo il colpo di stato e l’intervento militare della Nato favorito dalla Francia.
Negli anni successivi, Haftar ha raggiunto il comando dell’autoproclamato Esercito nazionale libico in Cirenaica, regione che punta all’indipendenza da Tripoli. Nell’aprile del 2019, aveva tentato, senza successo, di prendere il potere nel Paese, cercando di conquistare militarmente la capitale Tripoli e di deporre l’allora Governo di accordo nazionale (Gna) riconosciuto dalla comunità internazionale. Il cessate il fuoco raggiunto nel 2020 avrebbe dovuto portare alle elezioni nel dicembre 2021, ma il voto è stato rimandato per le controversie sulla legge elettorale e i candidati e gli scontri tra le varie fazioni libiche.
La questione del doppio passaporto è ancora oggi uno dei principali ostacoli all’adozione delle regole per andare al voto.
Il dipartimento di Stato Usa ha dichiarato di “non entrare nel merito di procedimenti legali privati che non vedono un suo coinvolgimento: tuttavia, gli Stati Uniti rimangono fortemente preoccupati in merito alle presunte violazioni dei diritti umani commesse dalle parti coinvolte nel conflitto in Libia” ha detto un portavoce del dipartimento di Stato.
Haftar, forte delle sue relazioni precedenti, aveva tentato senza successo di far archiviare le accuse contro di lui presentate al tribunale distrettuale della Virginia orientale, rivendicando addirittura l’immunità come capo di Stato. Alla vigilia della sua deposizione lo scorso anno, il giudice distrettuale degli Stati Uniti Leonie Brinkema aveva congelato momentaneamente il caso nel timore che potesse essere utilizzate per interferire nelle elezioni che si sarebbero dovute tenere lo scorso 24 dicembre in Libia, ma poi le elezioni sono state rimandate a data da destinarsi e il tribunale ha proceduto contro Haftar in contumacia fino alla sentenza.
Nel 2011 Haftar era stato l’uomo degli amerikani sul campo, mentre i bombardieri Nato colpivano i palazzi istituzionali e le truppe di Gheddafi facilitando il colpo di stato delle composite forze antigheddafiane. Nel caos successivo alla violenta deposizione di Gheddafi, Haftar aveva costruito la sua base nella Cirenaica (la regione orientale della Libia al confine dell’Egitto elevando Tobruk come Capitale alternativa a Tripoli).
Fino al 2019, quando tentò l’assalto a Tripoli, ha goduto di molte sponsorizzazioni, inclusa quella Usa. Ma dopo aver fallito il colpo, molti sostenitori di Haftar si sono defilati e, ancora una volta, gli uomini che hanno fatto il lavoro sporco per gli Usa (ma non solo), vengono mollati e, alla prima occasione, eliminati finendo in carcere o perdendo la vita.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento