Le dimissioni di Mario Draghi sono un tema da prima pagina sul Wall Street Journal, il quale le connette esplicitamente ai contrasti nella maggioranza di governo sulla linea di Draghi nella guerra in Ucraina. Insignificante per il WSJ la rottura sul decreto Aiuti sul quale i 5 stelle non hanno votato la fiducia all’esecutivo.
Secondo il quotidiano statunitense, “la coalizione è crollata a causa delle divergenze su come rispondere alle ricadute della guerra in Ucraina, lasciando la terza economia dell’eurozona in crisi politica”.
Draghi, scrive il Wsj, “è stato una delle voci più forti tra i leader europei a favore delle sanzioni economiche contro Mosca e delle spedizioni di armi in Ucraina. Draghi si è anche espresso a favore della candidatura dell’Ucraina all’adesione all’Unione Europea, una posizione a cui hanno ora aderito anche Francia e Germania, precedentemente scettiche".
Più vicino e dunque con maggiore conoscenza della realtà italiana è invece il giornale conservatore francese Le Figaro, secondo cui con le dimissioni di Draghi “l’Italia ripiomba nella crisi politica”. Sulla prima pagina si legge che “Quello del M5S è il tentativo disperato di un movimento, passato dal 34% dei voti espressi nel 2018 all’11% delle intenzioni di voto alle prossime elezioni legislative, di recuperare alcuni dei suoi elettori”.
Scrive il quotidiano francese: “Chi credeva che Mario Draghi fosse stato insediato fino alla primavera del 2023 come presidente del Consiglio italiano sono rimasti brutalmente delusi”, perché “l’Italia è sprofondata ancora una volta in una crisi politica il cui esito è ancora incerto”. secondo Le Figaro, “Sergio Mattarella intende fare di tutto perché il governo di Mario Draghi, che ha ridato all’Italia il credito all’estero, resista fino alla fine della legislatura del prossimo maggio”.
La crisi politica in Italia campeggia anche sulla prima pagina del Frankfurther Allgemeine Zeiutung. Il giornale tedesco scrive che benché il governo sia “sopravvissuto d’un soffio a un voto di fiducia”, la coalizione “si è rotta” perché “l’intero gruppo del Movimento 5 Stelle populista di sinistra ha lasciato l’aula del Senato prima del voto” e che tale comportamento “è stato pari a un voto di sfiducia”.
Semplificando un po’ gli avvitamenti e gli arzigogoli della politica italiana, la Faz scrive che il presidente della Repubblica “ha invitato il capo del governo 74enne a cercare una nuova maggioranza di governo in Parlamento”.
Anche il giornale spagnolo El Pais scrive che “l’ortodossia di Mario Draghi si è scontrata con la vulcanica politica italiana”, e “il raffinato ex presidente della Bce si è mostrato inflessibile di fronte alla complessità parlamentare dell’Italia”, sicché non è riuscito “a prevenire l’implosione del suo esecutivo di fronte alle rozze richieste del Movimento 5 Stelle”.
Si è creato così “uno scenario di instabilità in un momento delicatissimo per l’Italia e per l’Europa”, sottolinea El Pais, secondo cui “le dimissioni restano congelate almeno fino a mercoledì e in questo termine il capo dello Stato tenterà di propiziare una qualche formula di governo alternativa, guidata dallo stesso Draghi, che eviti la convocazione di elezioni”.
Assai più “al vetriolo” i commenti dalla Russia. Il vice presidente Medvedev ha pubblicato un post su Telegram con le foto di Draghi, di Boris Johnson e un riquadro nero e vuoto come a dire: “chi sarà il prossimo” leader occidentale a saltare? Oggi Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, in una dichiarazione rilasciata all’AGI auspica per l’Italia “un governo non asservito agli interessi americani”.
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