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14/07/2022

Gli imbroglioni sul salario minimo

Torna una vecchia usanza: un governo in difficoltà e impopolare chiama in suo soccorso CGIL-CISL-UIL, sempre disponibili.

Nell’incontro con le confederazioni sindacali, Draghi ha coperto di parole le sue politiche confindustriali e guerrafondaie. E soprattutto ha unificato tutte le false promesse nella proposta di un altro patto sociale.

Ancora? Che scarsa fantasia da banchiere.

È dal luglio 1992 – Presidente del Consiglio Giuliano Amato, direttore generale del Tesoro Mario Draghi – che le relazioni sociali in Italia sono nella gabbia dei patti sociali. E dopo trent’anni il salario e le condizioni di lavoro sono sprofondate. Altro che nuovi patti, c’è bisogno per il lavoro di risalire la china delle paghe da fame, della precarietà e dallo sfruttamento in cui è precipitato.

Non credo però che CGIL-CISL-UIL faranno un bilancio di trent’anni di accordi subalterni e dannosi per i lavoratori e che così cambino linea. Lo dimostra l’imbroglio che con Draghi e Orlando stanno costruendo sul salario minimo.

È pazzesco quanto si possa girare attorno alle parole per svuotarle di significato.

Salario minimo vuol dire stabilire per legge una paga dignitosa, in modo che nessun accordo, nessun contratto, possa dare meno di essa. Che danno avrebbe da questa misura una contrattazione onesta? Nessuno, anzi è chiaro che dato un minimo decoroso a tutti, poi la contrattazione per migliorarlo ne sarebbe solo rafforzata.

Invece CISL e UIL si oppongono ad un minimo orario per legge, mentre la CGIL dice tutto ed il suo contrario, ma nei fatti sta con le prime due.

Così sta nascendo un pasticcio che sostanzialmente dice che il salario minimo sono i contratti, naturalmente quelli firmati da CGIL-CISL-UIL.

Sì ma quanto dovrebbe essere questo salario minimo? Qui Draghi e confederali tacciono, l’unica che parla è la Confindustria che dice che non dovrebbe essere troppo alto. Sì ma quanto, visto che ci sono milioni di lavoratori che sono pagati 6/7 euro lordi ora, e non con contratti pirata ma con quelli di CGIL-CISL-UIL?

Ecco dove casca l’asino del patto sociale. Se si vogliono aumentare davvero i salari, allora ci vuole un salario minimo di almeno 10 euro l’ora, da rivalutare con l’inflazione. Così salirebbero effettivamente tutte le retribuzioni, non solo quelle basse, ma anche quelle medie.

Invece al tavolo di Draghi il salario minimo diventa un salario AL minimo, come in tutti gli ultimi trent’anni. Tante chiacchiere, zero soldi.

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