La lotta di classe arriva dove e quando non te lo aspetti. Lo sciopero dei ferrovieri statunitensi previsto per domani rischia di paralizzare il traffico merci e passeggeri e di far impennare ulteriormente l’inflazione. L’amministrazione Biden sta valutando un’azione esecutiva per cercare di evitare lo stop dei trasporti. Il Segretario al Lavoro Marty Walsh ha organizzato a Washington un incontro con i dirigenti delle ferrovie e dei sindacati per evitare lo sciopero imminente. L’ultimo sciopero dei ferrovieri Usa risale a trenta anni fa, nel 1992.
L’amministrazione del presidente Joe Biden ha dichiarato di aver predisposto dei piani di emergenza per garantire le consegne delle merci critiche in caso di blocco del sistema ferroviario statunitense, facendo pressione sulle ferrovie e sui sindacati affinché raggiungano un accordo per evitare un’interruzione del lavoro con ripercussioni sul servizio merci e passeggeri.
Il Dipartimento del Lavoro ha dichiarato che l’incontro è l’ultimo degli “impegni sostenuti e degli sforzi concreti dell’amministrazione Biden per incoraggiare le parti a raggiungere un accordo reciprocamente vantaggioso”. Le trattative si concentrano sui giorni di ferie e di malattia, con i ferrovieri statunitensi che lamentano di dover lavorare a volte a lungo a causa della carenza di personale.
Secondo quanto riferisce il Washington Post la questione cruciale che impedisce un accordo sono le politiche di presenza a punti di alcuni dei maggiori vettori che penalizzano i lavoratori, fino al licenziamento, per le visite mediche di routine o per le emergenze familiari. Conduttori e ingegneri affermano che possono essere reperibili per 14 giorni consecutivi senza pausa e che non ricevono un solo giorno di malattia, retribuito o non retribuito.
Più di 100.000 lavoratori delle ferrovie domani potrebbero scioperare per la prima volta dal 1992 se non ci sarà un accordo entro oggi, quando scadrà il periodo di riflessione stabilito a livello federale, a meno che il Congresso non intervenga. Tra loro ci sono i dipendenti delle maggiori compagnie di trasporto del Nord America, come Union Pacific, CSX e BNSF, un’azienda di proprietà della Berkshire Hathaway di Warren Buffett.
Martedì sera, dieci dei 12 sindacati in trattativa con i comitati di contrattazione avevano raggiunto un accordo provvisorio. Ma due si sono opposti dopo quasi tre anni di trattative infruttuose, e i membri di un terzo mercoledì hanno votato per respingere il loro accordo. I sindacati hanno minacciato di scioperare anche se uno di essi dovesse rimanere senza un accordo.
Il sistema ferroviario garantisce il 24% delle spedizioni di cereali negli Stati Uniti. Già da lunedì le ferrovie hanno smesso di accettare le spedizioni di materiali pericolosi come il cloro e le sostanze chimiche utilizzate nei fertilizzanti, per evitare che rimangano bloccati in luoghi non sicuri in caso di interruzione del traffico ferroviario.
Il Financial Times riferisce che i gruppi imprenditoriali hanno avvertito che uno sciopero potrebbe paralizzare le catene di approvvigionamento, far aumentare i prezzi dei prodotti alimentari e rendere impossibile rifornire gli scaffali dei negozi e far funzionare le fabbriche. La Camera di Commercio degli Stati Uniti lo ha definito un “disastro economico nazionale”.
L’Associazione dei raffinatori di mais e l’Associazione nazionale dei coltivatori di mais hanno dichiarato che un’interruzione del lavoro “paralizzerebbe la produzione agricola e le catene di approvvigionamento degli Stati Uniti e aggraverebbe l’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari”.
Il settore energetico statunitense si affida alle ferrovie per la movimentazione di carbone, petrolio greggio, etanolo e altri prodotti. La ferrovia passeggeri statunitense Amtrak, che utilizza i binari mantenuti dalle ferrovie merci, sta già affrontando crescenti interruzioni.
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