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13/10/2023

Palestina/4. Aggiornamenti. Ultimatum israeliano alla popolazione di Gaza

La situazione a Gaza

Il giornale Times of Israel riferisce che l’Onu è stato informata che Israele ha ordinato a 1,1 milioni di palestinesi residenti nel nord della Striscia di Gaza di trasferirsi nel Sud dell’enclave entro 24 ore: l’avvertimento potrebbe preludere a un’offensiva terrestre. Israele ha avvertito che opererà “in modo significativo” nella zona di Gaza City nei prossimi giorni e per questo i civili potranno tornare solo dopo che sarà fatto un nuovo annuncio. Hamas ha minimizzato l’ultimatum di Israele liquidandolo come “falsa propaganda” a cui i palestinesi non devono abboccare. Ma un portavoce del Palazzo di Vetro ha chiesto una revoca dell’ultimatum per motivi umanitari: “Le Nazioni Unite si appellano con forza perché un simile ordine, se confermato, sia ritirato per evitare di trasformare quella che è già una tragedia in una situazione di calamità”, ha affermato il portavoce del segretario generale, Stephane Dujarric.

L’Ansa riferisce che molte migliaia di persone hanno lasciato a precipizio le proprie abitazioni a Gaza City e si stanno dirigendo a sud in seguito all’avvertimento dell’esercito israeliano secondo cui il nord della Striscia diventerà zona di operazioni militari. Fonti locali riferiscono che chi non dispone di mezzi di trasporto sta procedendo a piedi con qualche bagaglio a mano.

Le autorità israeliane hanno dichiarato ieri sera che non ci sarà alcuna interruzione umanitaria dell’assedio alla Striscia di Gaza fino a quando non saranno liberati tutti gli ostaggi detenuti da Hamas.

Israele ha chiarito questo concetto dopo che il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) aveva chiesto l’autorizzazione all’ingresso di carburante per evitare che gli ospedali sovraccarichi si “trasformino in obitori”.

Un video di mercoledì su uno degli attacchi di Israele a Gaza sembra mostrare l’uso di fosforo bianco, la controversa munizione che può causare gravi danni se usata contro i civili. Lo riporta il Washington Post citando un’analisi di Human Rights Watch. Il video, verificato dal Washington Post, mostra due colpi di artiglieria sparati in rapida successione verso i gli obiettivi che, una volta esplosi, rilasciano automaticamente il fosforo bianco. In una nota Human Rights Watch ha confermato che il fosforo bianco è stato usato sopra Gaza City.

Il ministero della Sanità palestinese afferma che il bilancio attuale è di 1.417 morti e 6.268 feriti. Moltissimi i bambini uccisi. L’unica centrale elettrica è stata disattivata e gli ospedali sono a corto di carburante per i generatori di emergenza.

Il governo israeliano ha giurato di annientare il Movimento di resistenza islamica palestinese Hamas che governa la Striscia di Gaza come punizione collettiva per quello che viene descritto emotivamente come “l’attacco più letale contro gli ebrei dopo l’Olocausto”. Sabato scorso, centinaia di palestinesi armati hanno attraversato la frontiera di Gaza e hanno attaccato caserme dell’esercito israeliano e colonie.

La situazione in Cisgiordania

L’ospedale di Ramallah ha annunciato la morte di un palestinese ferito dai proiettili israeliani nella città di Deir Bazi’, a ovest di Ramallah. Ciò avviene poco dopo che un altro palestinese è stato ucciso dalle forze di occupazione israeliane vicino alla città di Nabi Elias, a est di Qalqilya. Le forze di occupazione israeliane trattengono ancora il suo corpo. Sale così a 36 il bilancio delle vittime delle violenze israeliane in Cisgiordania da sabato scorso, mentre il numero dei feriti ha raggiunto 650.

Situazione in Israele

“No alle punizioni collettive” scrive Hanin Majadli oggi sul quotidiano israeliano Haaretz, una delle poche voci che non si è allineata alla campagna di guerra totale contro i palestinesi annunciata dal governo.

Il Ministero degli Esteri e il Consiglio di Sicurezza Nazionale israeliani hanno rilasciato giovedì sera una dichiarazione congiunta in cui si esortano tutti gli israeliani che si trovano all’estero a prestare particolare attenzione venerdì, citando l’appello di Hamas ai suoi sostenitori in tutto il mondo a partecipare a una “Giornata della rabbia”.

Di conseguenza, la dichiarazione avvertiva che probabilmente ci sarebbero state proteste in vari Paesi, che avrebbero potuto diventare violente, con israeliani ed ebrei potenzialmente presi di mira.

Agli israeliani all’estero è stato consigliato di “stare all’erta, di tenersi lontani da proteste e manifestazioni e, se possibile, di farsi aggiornare dalle forze di sicurezza locali su possibili proteste e incidenti di disordini nei dintorni”.

Hamas ha invitato a manifestazioni di massa in Cisgiordania, a Gerusalemme e in tutto il mondo arabo e musulmano. Ha esortato i giovani palestinesi della Cisgiordania a “sollevarsi e uscire in folle ruggenti” e a scontrarsi con i coloni e i soldati della zona. È stato lanciato anche un appello ai palestinesi della diaspora, così come “al popolo libero della nostra nazione araba e islamica in tutto il mondo”, affinché si riuniscano “nel punto più vicino a Gerusalemme” per mostrare la loro solidarietà con i palestinesi e fermare i “piani israeliani di ebraicizzare Gerusalemme e Al-Aqsa”.

Le reazioni nel mondo. In Francia vietate manifestazioni per la Palestina. Oggi e domani manifestazioni in Italia

Il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin ha deciso di vietare le manifestazioni a sostegno del popolo palestinese in tutto la Francia.

La decisione, tuttavia, non ha impedito alle manifestazioni a Parigi e in altre città di denunciare gli attacchi israeliani alla Striscia di Gaza, che hanno causato migliaia di morti e feriti in meno di una settimana.

Nonostante il divieto annunciato, centinaia di persone hanno manifestato ieri in Place de la République a Parigi per denunciare il bombardamento israeliano in corso su Gaza.

I manifestanti hanno scandito slogan tra cui “Israele è un assassino” e “Macron è complice”, riferendosi alle dichiarazioni del presidente francese a sostegno dell’offensiva israeliana su larga scala contro Gaza in seguito all’operazione “Alluvione di Al-Aqsa” lanciata dalla Resistenza palestinese sabato scorso.

Ieri si sono svolte manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese anche in altre città francesi, tra cui Lione e Marsiglia, e la polizia avrebbe utilizzato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti.

Giovedì Darmanin ha incaricato le autorità locali di vietare le manifestazioni filo-palestinesi in una dichiarazione pubblicata sul sito web del ministero degli Interni francese. Il ministro ha giustificato il divieto affermando che tali manifestazioni avrebbero portato a “disturbi dell’ordine pubblico” in Francia.

In Italia sono state convocate manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese. Oggi si scenderà in piazza a Roma e Napoli ma anche a Pesaro. Domani manifestazioni a Milano, Torino, Brescia, Vicenza, Firenze, Pisa, Bari, Catania.

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