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24/10/2023

“Deve restare al 41bis perché anarchico”!

Non è servito nemmeno il parere positivo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo per liberare l’anarchico Alfredo Cospito dall’applicazione del carcere duro previsto dall’articolo 4l bis del regolamento penitenziario.

Il Tribunale di Sorveglianza di Roma, l’unico competente a decidere in materia in tutto il paese, ha rigettato il reclamo presentato dall’avvocato Flavio Rossi Albertini.

Secondo i giudici “Cospito è estremamente pericoloso” e lo è ancora di più in ragione dello sciopero della fame protratto per sei mesi e che viene definito “clamoroso”.

L’aumento degli attentati e di azioni violente (in questa categoria anche le manifestazioni di solidarietà) viene considerato coincidente non con l’applicazione del 4l bis, ma con l’avvio del digiuno.

L’iniziativa dello sciopero della fame avrebbe “infuocato gli animi delle formazioni anarchiche” e avrebbe dato maggiore carisma a Alfredo Cospito all’interno del sodalizio che viene ritenuto tuttora operativo.

Secondo i giudici sarebbe contraddittorio e non coerente il parere della Direzione nazionale antiterrorismo perché dall’attività di questo organismo in realtà emergerebbero plurimi elementi di segno contrario attestanti la pericolosità dell’anarchico figura di vertice del movimento.

Non emergono elementi concreti per giustificare una attenuazione del regime carcerario, è la posizione del Tribunale che vede il rischio di collegamenti “con i sodali esterni”. I giudici poi ribadiscono che da parte di Cospito non c’è stato nessun segnale di dissociazione e ravvedimento.

Anzi intervenendo nelle udienze l’anarchico avrebbe continuato a propugnare il metodo della lotta armata e delle azioni violente.

Insomma i giudici non demordono e lo fanno anche con una prosa che sta a metà strada tra l’Ottocento e gli anni ‘70, quando c’erano i morti per le strade e prese avvio l’infinita emergenza italiana. I reclusi al 4l bis sono circa 750, molti di più rispetto ai tempi delle stragi mafiose.

I “politici” sono quattro. Con Cospito, tre ex delle Brigate Rosse, organizzazione che non esiste da oltre 20 anni.

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