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22/10/2023

Israele cerca l’escalation. Nuovamente bombardata anche la Siria

Il governo israeliano probabilmente non sente la necessità di fermare l’escalation in Medio Oriente come viene invece richiesto dall’Onu e da molti paesi dell’area ed europei, preoccupati che il mattatoio su Gaza scateni un conflitto di proporzioni più ampie.

Stanotte i raid israeliani hanno colpito nuovamente la Siria e in particolare gli aeroporti di Damasco ed Aleppo. È la seconda volta in due settimana e l’ennesimo bombardamento israeliano sul territorio siriano da anni.

Gli attacchi notturni israeliani in Siria hanno, dunque, messo fuori uso i due principali aeroporti del Paese. Lo hanno riferito i media siriani, citando una fonte militare. “Intorno alle 5:25 (ora locale), il nemico israeliano ha effettuato un attacco aereo contro gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo, provocando la morte di un dipendente” allo scalo della capitale “e il ferimento di un’altra” persona, ha precisato una fonte militare, citata dall’agenzia ufficiale siriana Sana. “Le piste degli aeroporti sono fuori servizio”, ha aggiunto la stessa fonte.

Secondo altre fonti è salito a due il numero dei morti “a causa dei bombardamenti israeliani che hanno colpito l’aeroporto siriano di Damasco all’alba” riporta la Reuters. I due lavoratori uccisi appartenevano al servizio di meteorologia siriana e si trovavano all’aeroporto, ha dichiarato l’agenzia.

Le ragioni addotte da Israele sono le solite, le stesse da decenni a questa parte: esigenze di sicurezza. Un dogma che ha consentito a Israele di estendere i propri confini e di colpire con raid o omicidi mirati strutture e persone di altri paesi ritenuti una minaccia e che Usa e Ue hanno sempre legittimato o su cui sono stati silenti, alimentando una complicità che oggi gran parte del mondo non sembra più disposto ad accettare.

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