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06/04/2024

Medio Oriente. Fiato sospeso sul rischio di escalation

Migliaia di persone hanno partecipato ai funerali, a Teheran, dei sette membri delle Guardie della rivoluzione uccisi nel raid israeliano contro l’edificio consolare dell’ambasciata iraniana a Damasco.

A rendere più significativi i funerali è stata la coincidenza con la giornata dedicata ad Al Quds (Gerusalemme) che ogni anno viene lanciata a livello internazionale dalle autorità iraniane da quando la rivoluzione islamica è salita al potere in Iran.

Una serie di manifestazioni in solidarietà con i palestinesi si sono tenute in Iran, Iraq, Libano, Siria, Yemen, Giordania, Marocco, oltre che in Malesia e Indonesia, e in molti altri Paesi.

Ma la domanda che pesa sulla situazione rimane se e quando l’Iran avvierà una ritorsione contro Israele per il grave attacco subito alla propria ambasciata a Damasco, una azione quest’ultima che si configura anche secondo il diritto internazionale come un atto di guerra.

Sui mass media occidentali circola una velina diffusa dal network televisivo statunitense CBS, secondo cui le autorità di Teheran stanno preparando un attacco in risposta al bombardamento israeliano contro il consolato iraniano a Damasco. All’emittente lo hanno riferito alcuni funzionari Usa in condizione di anonimato.

Due funzionari iraniani citati invece dal New York Times affermano che l’Iran ha messo le sue forze militari in “massima allerta”. I funzionari dicono che l’Iran ha preso la decisione di attaccare direttamente Israele come rappresaglia per l’attacco israeliano di lunedì.

In base alle informazioni di intelligence raccolte dagli Stati Uniti, la ritorsione iraniana prevederebbe l’utilizzo di droni e missili da crociera. Le fonti non hanno fornito ulteriori dettagli, limitandosi a dire che l’attacco potrebbe avvenire entro la fine del Ramadan, la prossima settimana.

Il governo israeliano ha deciso di chiudere per sicurezza una trentina di ambasciate all’estero ed ha messo il paese in stato di allerta.

E di attacco iraniano a Israele ha parlato anche il leader degli Hezbollah libanesi, Hasan Nasrallah, in un discorso televisivo. “Solo Khamenei può decidere come, quando e dove ci sarà la risposta dell’Iran a Israele”. “L’attacco al consolato (iraniano di Damasco) costituisce una svolta nella guerra in corso e la regione è entrata in una nuova fase”, ha affermato Nasrallah.

La televisione libanese Al Manar riporta che secondo il leader di Hezbollah, la rappresaglia dell’Iran per aver colpito il suo consolato in Siria all’inizio della settimana è inevitabile.

In un passaggio che merita la dovuta attenzione per il segnale che manda al resto del mondo arabo/islamico, Nasrallah si è poi scagliato contro coloro che sostengono che l’Iran sia impegnato in colloqui con gli Stati Uniti su diversi dossier riguardanti questioni regionali.

“Gli Stati Uniti hanno ripetutamente espresso il desiderio di tenere colloqui con l’Iran, ma la Repubblica islamica è stata riluttante. L’Iran non è sceso a compromessi e non lo farà mai sulle questioni regionali”.

“Le relazioni con l’Iran sono motivo di orgoglio, chi deve vergognarsi è chi cerca di normalizzare i legami con l’entità sionista”. Nasrallah infine ha affermato che dopo sei mesi di guerra a Gaza, il nemico israeliano si trova di fronte a dei fallimenti e non è in grado di distruggere Hamas né di liberare i prigionieri catturati dalla resistenza palestinese durante l’Operazione Al-Aqsa Flood.

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