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08/08/2024

Medio Oriente. “L’attesa dell’attacco fa parte della battaglia contro Israele”

L’atteso discorso del leader di Hezbollah Sayyed Nasrallah, ha forse chiarito più di altre dichiarazioni quale sia la posta in gioco del conflitto in Medio Oriente ma anche la condotta di guerra dell’Asse della Resistenza contro Israele. In tal senso ha precisato significativamente che la logorante attesa dell'attacco “fa parte della battaglia contro Israele”.

Secondo Nasrallah Israele non è più forte come una volta e il suo prestigio e il suo potenziale di difesa non sono più quelli del passato. “Israele usa l’America e i paesi occidentali per proteggersi perché non è in grado di proteggere se stesso. Israele ha paura della risposta dell’Iran. Oggi, i droni della Resistenza sono arrivati a est di San Giovanni d’Acri” ha affermato il leader di Hezbollah, spiegando che “Se la Resistenza a Gaza viene sconfitta, Israele si sposterà a un livello pericoloso e i rischi saranno per tutti i paesi della regione. L’obiettivo della battaglia ora non è quello di rimuovere Israele, ma di impedirgli di eliminare la Resistenza. Israele che combatte senza regole o linee rosse e affrontarlo e impedirgli di vincere è un dovere morale e religioso”.

In Israele intanto crescono i segni di nervosismo per l’attesa di un attacco annunciato ma ancora non attuato. Secondo la television israeliana Channel 12, Israele ha comunicato sia a Hezbollah che all’Iran che qualsiasi danno ai civili del Paese nell’attacco minacciato per l’uccisione del capo militare Fuad Shukr a Beirut e del capo politico di Hamas a Teheran “rappresenterà una linea rossa, che porterà a una risposta sproporzionata”.

Dal canto suo l’Iran fa sapere tramite la sua missione diplomatica all’Onu che le attuali priorità dell’Iran sono il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la punizione di Israele per prevenire ulteriori aggressioni contro la sua sovranità. “Abbiamo perseguito due priorità contemporaneamente: in primo luogo, stabilire un cessate il fuoco duraturo a Gaza e il ritiro degli occupanti da questo territorio; in secondo luogo, punire l’aggressore per l’assassinio di (Ismail) Haniyeh, prevenire il ripetersi dell’aggressione terroristica del regime israeliano e far rimpiangere ai sionisti di aver intrapreso una simile traiettoria”, si legge nel comunicato diffuso dall’agenzia iraniana IRNA.

Funzionari statunitensi hanno confermato al giornale Politico che l’Iran potrebbe riconsiderare la possibilità di lanciare un attacco su larga scala contro Israele. Teheran è stata avvertita che un attacco su più fronti contro Israele potrebbe portare a uno scontro diretto tra i due Paesi. I funzionari statunitensi ritengono che l’Iran risponderà comunque, ma potrebbe farlo in modo più misurato e non immediato.

Importante invece la dichiarazione dell’Arabia Saudita, soggetto decisivo per la normalizzazione – o il suo contrario – dei rapporti tra Israele e mondo arabo. “L’uccisione del capo dell’ufficio politico del movimento islamista palestinese Hamas, Ismail Haniyeh, è una flagrante violazione della sovranità, dell’integrità territoriale e della sicurezza nazionale dell’Iran, nonché del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite” ha affermato il vice ministro degli Esteri saudita Waleed al Khereiji che ieri ha partecipato alla riunione dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic) a Gedda, in Arabia Saudita, su richiesta dell’Iran.

Il viceministro saudita ha affermato che il governo del suo Paese, “sulla base delle sue ferme posizioni nei confronti della causa palestinese, condanna gli attacchi condotti dalle forze di occupazione israeliane contro i civili e rifiuta qualsiasi attacco alla sovranità degli Stati o interferenza negli affari interni di qualsiasi Stato, in conformità con il diritto internazionale”.

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