L’Europa, se si parla di civiltà, è un’astrazione concettuale, vale a dire una parola generica che rimanda a una congerie vaga di concetti. Essi, se non meglio definiti, si prestano a qualunque uso e manipolazione.
a) Il primo atto manipolatorio è ridurre la “Europa” al buono che in essa è stato prodotto, da un punto di vista materiale e culturale. È questo un ricco capitolo della storia dell’umanità, quello che spesso scordano gli antimodernisti reazionari o i generici antieuropeisti che vorrebbero tornare indietro o andare oltre senza tener conto degli aspetti progressisti di questa civiltà. Tuttavia c’è di più.
b) Il secondo atto è infatti dimenticarsi il male che in essa stessa, contraddittoriamente, è stato prodotto. Oltre alla democrazia, il nazismo; oltre al concetto di essere umano in generale, la schiavitù; accanto all’emancipazione, il colonialismo, l’imperialismo e via dicendo. In nome di diritti, umanità e pace si è bombardato, distrutto, sterminato (anzi lo si sta avallando o facendo proprio in questo momento mentre si scende in piazza per la libertà dei popoli).
c) La terza manipolazione è parlare dell’Europa come un soggetto unitario. Non solo non lo è mai stata, ma ad agire nella storia non sono stati nemmeno i singoli stati o popoli, bensì determinate classi al potere che, a vantaggio dei propri interessi, quasi mai hanno avuto scrupoli a usare le istituzioni non solo per devastare all’estero, ma sfruttare, uccidere, manipolare in casa propria le classi subalterne. In particolare, nella fase moderna della sua storia, sono i capitalisti come attori del grande capitale a imporre linee di azione di classe alla politica generale.
E veniamo a tirare le sintesi: si cerca di far credere che ora si stia sostenendo l’Europa, portatrice di valori sani, unita senza distinzioni sociali di classe: si prende a, si ignora b e di c si omette la divisione in classi in nome del “comune interesse”.
La realtà è invece un’altra. Si sostiene non il concetto ideale di Europa, ma l’Unione Europea, che non è uno stato ma un’unione monetaria che promuove capitale e impresa, che per la sua architettura istituzionale non ha effettivi centri di potere che possano gestire le dinamiche sociali ed economiche in maniera democratica, che favorisce lo sfruttamento degli stati più deboli e delle classi più disagiate al suo interno.
Così facendo essa si fa promotrice di ideali e pratiche sociali liberal/liberiste che hanno promosso libertà e uguaglianza ma praticando e teorizzando contemporaneamente sfruttamento e dominio. Infine: non è guidata dagli “europei”, ma dal grande capitale europeo, largamente subalterno a quello USA e che cerca di far buon viso a cattivo gioco a vantaggio non degli europei ma dell’assai difficile processo di valorizzazione dei loro capitali date le condizioni economicamente avverse.
Voler promuovere e rivendicare quanto di positivo è stato fatto in Europa nella sua storia millenaria non coincide, anzi stride, con il sostegno dato all’Unione Europea.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento