Fosse stata vera, la notizia sarebbe stata certamente “epocale”, di quelle che cambiano radicalmente il quadro complessivo. Almeno quanto il passaggio di consegne da Biden a Trump...
Il settimanale tedesco Welt Am Sonntag, supplemento domenicale del quotidiano Die Welt, ha filtrato un’indiscrezione circolante nei palazzi di Bruxelles secondo cui la Cina starebbe “valutando” di unirsi alla cosiddetta “coalizione dei volonterosi europei” per inviare truppe di interposizione in Ucraina.
In una sola mossa Pechino avrebbe così rovesciato la propria posizione internazionale, schierandosi con i sempre più frustrati guerrafondai europei (Macron e Starmer su tutti, insieme a polacchi e baltici); abbandonato Mosca all’isolamento internazionale addirittura sul piano militare, nonostante la rete commerciale intensificata proprio in questi tre anni di guerra; rotto un equilibrio delicato all’interno dei Brics+ proprio mentre ne emerge il ruolo “stabilizzatore” in un mondo decisamente sconvolto; sabotato direttamente la già complicatissima trattativa di pace tra Putin e Trump (che triangola poi con Kiev); e tante altre cose ancora...
L’anonima fonte diplomatica UE che avrebbe spifferato al quotidiano tedesco spiega il perché: «Incorporare la Cina nella coalizione di volenterosi aumenterebbe il livello di accettazione da parte della Russia».
Ci sarebbe stato lo stesso da dubitarne, perché non ci vuole un Sun Tsu per capire che è impossibile far digerire come “neutrali” o addirittura peacekeepers truppe di paesi che da molti anni riforniscono il nemico contro cui si sta combattendo (e Francia, Gran Bretagna, Polonia, ecc. sono in testa alla lista, dopo gli Usa).
In pratica, riassumiamo, un funzionario della “coalizione che non c’è” (perché non riesce a trovare un accordo neanche sulla lista dei possibili partecipanti, e tanto meno sul “che fare” una volta mandati un po’ di soldati in Ucraina) avrebbe fatto sapere ai media che “viene anche la Cina”, così aumenta il tasso di credibilità dell’operazione – alla vigilia del vertice di giovedì, a Parigi – e si tiene viva la possibilità che “l’Europa” stia in campo per il gusto di starci (che possa toccare palla è escluso sia da Mosca che da Washington).
Col passare delle ore anche qualche giornalista mainstream meno pigro della media è andato a fare qualche verifica (sarebbe l’abc della “professionalità”, ma vuoi mettere quanto è obbligatorio oggi dar retta ad una “fonte anonima della UE?”).
Ed emergono le prime rettifiche: Pechino “potrebbe partecipare, ma solo se Putin dice che va bene”. Eventualità che appare bislacca, visto che Peskov e Zakharova – i portavoce di Putin e del ministro degli esteri Lavrov – dicono il contrario più volte al giorno, chiarendo bene che il problema non sta nella presenza futura di peacekeepers, ma nella loro collocazione e composizione, che dovrà tassativamente escludere paesi della Nato (ossia proprio i “volenterosi”).
Poi il pasticcio viene ulteriormente complicato, quando proprio dai “volenterosi” emerge un “piano” che somiglia ad una torta a quattro strati. Un contingente Onu da schierare sulla linea del fronte vero e proprio, nella parte orientale dell’Ucraina in modo da garantire il rispetto della tregua. E qui, secondo le teste squilibrate che giocano a risiko, andrebbe collocato anche l’eventuale contingente cinese, insieme ad altri “poveracci” del Terzo Mondo di cui ci si ricorda solo in questi casi.
Subito alle spalle dei caschi blu l’esercito di Kiev, opportunamente riarmato e rinforzato (altra cosa esclusa da Mosca, ma “chissenefrega, sta trattando Trump, mica noi”...). Poi le truppe “volenterose” ribattezzate Mfu (Multinational Force Ukraine) e quindi quelle statunitensi, se Trump si ravvederà e tornerà ad essere il vero capo della Nato.
Insomma, tutto quello che la Russia non voleva e non vuole, tanto da fare una guerra per impedirlo. Se questo è un “piano”, gli asini volano davvero...
E infatti dall’Onu si fa sapere che il segretario generale Guterres è andato – sì – a Bruxelles per discutere dell'idea di formare un contingente di peacekeeping sotto gli auspici dell’ONU, fatto quindi di “caschi blu” dall’Asia e dal Sud America. All’interno di questo schema – e di questi limiti di legalità internazionale – un contingente cinese potrebbe avere senso e l’ok da Xi Jinping.
Certo, se poi qualche furbastro pensa di poter in futuro usare queste “truppe Onu” come “scudo” per giostrare i propri soldati alle spalle dell’esercito russo e far ripartire la guerra una volta ricostruite le forze, senza che a Mosca lo si capisca... è fuori di testa.
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