Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni

29/06/2025

Al vertice della Nato c’è un clown: Mark Rutte

di Fulvio Scaglione

Essere vergognosamente scemi di solito nella vita non aiuta. A quanto pare, però, aiuta a diventare segretario generale della Nato. Sulla figura, anzi la figurina, di Mark Rutte non ci sarebbe nulla da aggiungere rispetto a quanto ha scritto ieri Roberto Vivaldelli sulle nostre pagine.

Il problema è che la sola idea di essere rappresentati, come italiani e come occidentali, da una simile macchietta al vertice di quella che lui stesso ha definito “l’alleanza difensiva più potente della storia, più potente dell’impero romano” (frase bombastica che da sola da l’idea del tipo), fa tremare le vene ai polsi.

Una volta entrato in carica, Rutte sembra essere stato colto da una hybris dichiaratoria che ha rivelato la piccolezza dell’uomo e la debolezza delle sue argomentazioni. Una ventina di giorni fa, parlando alla Chatham House di Londra (e m’immagino che cosa possono aver pensato gli uditori, abituati a relatori di ben altra serietà), aveva detto che se non riarmiamo in tutta fretta in futuro “potremmo ancora avere l’assistenza sanitaria e la pensione ma dovremo imparare a parlare russo”.

È la versione più stupida della già non brillante uscita dell’allora premier Mario Draghi (“o la libertà o i condizionatori“) e implicitamente suggerisce che, una volta invasi dai russi, potremmo godere di garanzie sociali a cui adesso dovremmo rinunciare. Il tutto perché, spiega Rutte a chiunque voglia starlo a sentire, entro cinque anni la Russia potrebbe invadere l’Europa, ormai totalmente “coperta” dalla Nato.

Quindi entro cinque anni la Russia potrebbe voler entrare in guerra con la Nato, Usa compresi, nell’idea appunto di invadere l’Europa e garantirci assistenza sanitaria e pensione in cambio di un rapido corso di lingua russa.

Il Rutte-pensiero è straordinario e nemmeno le trombette della peggiore propaganda occidentale riescono a nascondere quanto sia penoso. Anche perché, nel frattempo, quelli un po’ più seri di lui, che ovviamente ci sono anche nella Nato, dicono esattamente il contrario.

Alexus Grynkevich, un ex pilota da caccia con 2.300 ore di volo sulle spalle, americano nato in una famiglia di origine bielorussa e ora nuovo comandante della Nato in Europa, durante un’audizione al Senato Usa ha detto che l’Ucraina può ancora vincere la guerra. E quindi ‘sta Russia, che fa: perde la guerra o ci invade tutti, da Vladivostok a Lisbona?

Una scempiaggine via l’altra, Rutte si sta spianando la strada verso un’edizione dedicata di Blob. I bombardamenti israeliani sull’Iran? Be’, qui non c’è più “un aggressore e un aggredito”, anzi: i bombardamenti sull’Iran sono pienamente “conformi al diritto internazionale”, è chiaro che tutti gli esperti di diritto internazionale (oltre alla bistrattata Carta dell’Onu) che sostengono l’esatto contrario si sbagliano, o sono conniventi con gli ayatollah.

E poi è arrivato il messaggino inviato al “caro Donald”, il quale su Rutte deve pensarla come noi visto che ha preso e ha subito messo in Rete il messaggio. Una roba da vomitare, soprattutto a quei livelli. Lo riproduciamo qua perché sia chiaro a tutti lo spessore del personaggio:
“Sig. Presidente, caro Donald, Congratulazioni e grazie per la tua azione decisiva in Iran, è stata davvero straordinaria, e qualcosa che nessun altro ha osato fare. Ci rende tutti più sicuri. Stai per ottenere un altro grande successo all’Aja questa sera (al vertice Nato, ndr). Non è stato facile, ma li abbiamo fatti firmare tutti con un margine del 5%! Donald, ci hai portato a un momento davvero, davvero importante per l’America, l’Europa e il mondo. Riuscirai a ottenere qualcosa che NESSUN presidente americano è riuscito a fare da decenni. L’Europa pagherà alla GRANDE, come dovrebbe, e sarà una tua vittoria. Buon viaggio e ci vediamo alla cena di Sua Maestà! – Mark Rutte”.
Capito? Oltre alla straordinaria affermazione che le guerre in corso ci rendono “tutti più sicuri” (dev’essere perché ci sentiamo più sicuri che non facciamo altro che programmare spese militari...), c’è il giubilo perché l’Europa “pagherà alla GRANDE”, a dimostrazione che il Vecchio Continente, nella visione di questi bei tomi, è ormai quasi solo una vacca da mungere: con il gas, con i dazi, con le spese militari.

Non contento, il Rutte (qualcuno, nel nostro giro, con fantozziana memoria lo chiama ormai Rutte libero, ma non dirò chi è nemmeno sotto tortura) ha piazzato la ciliegina sulla torta. Durante un incontro a margine del summit Nato in Olanda, ha ascoltato adorante Donald Trump che, con dubbissimo gusto, diceva che la guerra tra Israele e Iran era come un litigio tra ragazzi nel cortile della scuola: devi lasciare che si scambino qualche cazzotto perché poi è più facile rimetterli calmi. Rutte non ha resistito, ha srotolato la lingua per omaggiare Trump e ha detto: “Qualche volta paparino deve ricorrere alle maniere forti”, con riferimento ai bombardamenti Usa.

Ma davvero ci tranquillizza avere al vertice di un’alleanza militare uno che parla così di una guerra che ha fatto un migliaio di morti in 12 giorni? Una guerra circondata da guerre che la famosa “alleanza difensiva più potente dell’impero romano” non riesce a spegnere ma quasi solo a eccitare? Dicono le cronache che Rutte, da giovane, volesse diventare pianista. Magari! Non ci saremmo ritrovati con questo trombone.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento