Sulla giornata di mobilitazione nazionale del 21 giugno contro il riarmo europeo e il vertice NATO dell’Aja, non si è trovata una quadra, né sui contenuti né su un unico corteo. Dunque sabato ci saranno due cortei che confluiranno nella zona del Colosseo.
Non sono pochi quelli che si rammaricano per questo esito. Anche i tentativi di arrivare ad un comunicato congiunto sulle due manifestazioni sono saltati e non certo per tignoseria del coordinamento Disarmiamoli che dà appuntamento a Piazza Vittorio, e neanche per alcuni rappresentanti dell’altra manifestazione che avevano cercato una mediazione possibile. Altri settori di quella piattaforma non hanno voluto sentire ragioni, al contrario. Paradossalmente dobbiamo ammettere di comprendere la ragione di questa posizione così oltranzista, potremmo dire quasi esistenziale.
Il corteo che partirà da piazza Vittorio ha tra i suoi obiettivi la denuncia e lo sganciamento dalla Nato.
Ma se alla vigilia di una manifestazione indetta proprio contro il vertice della NATO, viene suggerito di non porre la questione della NATO come discriminante perché è un tema “divisivo”, è evidente che di presupposti e punti di convergenza ne saltano parecchi.
La questione della NATO infatti è dirimente, oggi più che mai. È questo organismo che spinge verso l’escalation militare contro la Russia, alimentandosi reciprocamente con tutte le forze guerrafondaie prosperate in Europa in questi anni. Saltare questo passaggio non è più possibile, anche e soprattutto per gli automatismi di impegno che scattano verso i paesi membri, Italia inclusa.
Ed è sul rispetto di questi automatismi che “cascano” le migliori intenzioni di chi afferma una cosa quando sta all’opposizione e poi ne sostiene un’altra quando si avvicina o addirittura assume posizioni di governo, un meccanismo micidiale che negli anni scorsi ha risucchiato e trasformato anche esponenti e partiti della sinistra radicale
Il movimento contro la guerra nel primo decennio del Duemila fu logorato, neutralizzato e scomposto proprio da questa ambiguità, scassando amicizie e attestati di stima pre-esistenti, stritolando autonomia dei movimenti e credibilità delle forze della sinistra alternativa nel nostro paese.
Come in un eterno gioco dell’oca, l’errore si ripete, cercando di riportare tutti alla casella di partenza, con una coazione a ripetere che, appunto, assume il carattere di una scelta esistenziale per alcune forze di accreditarsi dentro il campo largo del centro-sinistra.
Che questa illusione abbagli anche qualche settore “antagonista” non è una sorpresa, è la conferma di quanto detto sopra.
In sostanza viene giocata la carta della “non divisività” per riportare tutti indietro, e proprio mentre la drammatica situazione internazionale richiede un passo in avanti, sia sui contenuti che sulla funzione da svolgere in un paese pienamente coinvolto nella subalternità alla Nato e nella complicità con il terrorismo di stato israeliano.
Se qualcuno pensa che il campo largo del centro-sinistra possa essere l’antidoto alle scelte di guerra dell’attuale governo, sta alimentando una illusione piuttosto perniciosa. Facilitare la strada a chi non vuole prendersi impegni chiari già da oggi, significa riconsegnare le sorti del movimento contro la guerra a chi, una volta al governo, ci riporterà nel gorgo fatto di mezze misure formali e scelte sostanziali, anche se in Parlamento siederà qualche deputato di buona volontà costretto però a piegare la testa a “ragioni superiori” e a cercare poi di giustificarle maldestramente.
Se a Roma sabato 21 giugno sfileranno due cortei contro il riarmo e la guerra, sarà come una proiezione sul futuro che ci attende, anche dentro “tempi di ferro e di fuoco” come quelli che stiamo attraversando.
Il problema non è la riuscita o meno di una manifestazione sacrosanta ma il “come” pensiamo di attraversare questi tempi e, come diceva qualcuno, “per unirsi occorre definirsi”. Meglio farlo adesso che quando i fatti saranno ancora più drammatici e incombenti di quanto lo siano adesso.
Per questa ragione sabato 21 giugno saremo in piazza, con il corteo che partirà da Piazza Vittorio.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento