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25/06/2025

Un giorno i redattori della BBC dovranno essere processati per collusione nel genocidio di Israele

Il giornalista veterano Peter Oborne questa settimana ha criticato duramente la BBC per il suo vergognoso reportage su Gaza e, cosa insolita, è riuscito a farlo faccia a faccia con il caporedattore della BBC, Richard Burgess, durante una riunione parlamentare.

Le osservazioni di Oborne si riferiscono a un nuovo e schiacciante rapporto del Centre for Media Monitoring, che ha analizzato in dettaglio la copertura mediatica della BBC su Gaza nell’anno successivo all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Il rapporto ha rilevato “un modello di parzialità, doppi standard e silenziamento delle voci palestinesi”. Non si tratta di errori editoriali. Rivelano una sistematica e duratura distorsione della copertura mediatica a favore di Israele.

Oborne è stato uno dei numerosi giornalisti ad affrontare Burgess. I suoi commenti, filmati da qualcuno presente all’incontro, possono essere visti nel link qui sotto.

Oborne solleva una serie di punti importanti che illustrano perché il programma giornalistico tendenzioso e favorevole a Israele della BBC equivale a negare il genocidio e implica che dirigenti come Burgess siano direttamente complici dei crimini di guerra israeliani. 

1. La BBC non ha mai menzionato la direttiva Annibale, invocata da Israele il 7 ottobre 2023, che ha dato il via libera all’uccisione di soldati e civili israeliani, spesso tramite il fuoco degli elicotteri Apache, per impedire che venissero catturati da Hamas. I media israeliani hanno ampiamente riportato il ruolo della direttiva Annibale nella risposta militare israeliana del 7 ottobre, ma tale copertura è stata completamente ignorata dalla BBC e dalla maggior parte dei media britannici.
L’invocazione da parte di Israele della direttiva Annibale – contesto essenziale per comprendere quanto accaduto il 7 ottobre – spiega gran parte della distruzione avvenuta quel giorno in Israele, solitamente attribuita alla “barbarie” di Hamas, come il cimitero di auto bruciate e accartocciate e i resti carbonizzati e fatiscenti delle case nelle comunità vicino a Gaza.
Hamas, con le sue armi leggere, non aveva la capacità di infliggere quel tipo di danni a Israele, e sappiamo da testimoni, filmati e ammissioni di ufficiali militari israeliani che Israele è stato responsabile di almeno una parte della carneficina di quel giorno. Quanto, a quanto pare, non lo verificheremo mai, perché Israele non è disposto a indagare su se stesso, e media come la BBC non stanno conducendo indagini, né esercitano alcuna pressione su Israele affinché lo faccia.

2. La BBC non ha mai menzionato la dottrina israeliana “Dahiya”, alla base del suo approccio “tagliare l’erba del prato” a Gaza negli ultimi due decenni, in cui l’esercito israeliano ha distrutto a intermittenza ampie zone della piccola enclave. L’ obiettivo ufficiale è stato quello di riportare la popolazione, per usare le parole dei generali israeliani, all'“età della pietra“.
Il presupposto è che, costretti a una modalità di sopravvivenza, i palestinesi non avranno l’energia o la volontà di resistere alla brutale e illegale sottomissione da parte di Israele e che sarà più facile per Israele espellerli etnicamente dalla loro patria.
Poiché Israele ha applicato questa dottrina militare – una forma di punizione collettiva e quindi indiscutibilmente un crimine di guerra – per almeno 20 anni, essa è di fondamentale importanza in qualsiasi analisi degli eventi che hanno portato al 7 ottobre o della campagna di distruzione genocida lanciata successivamente da Israele.
Il rifiuto della BBC persino di riconoscere l’esistenza della dottrina lascia il pubblico gravemente disinformato sugli abusi storici commessi da Israele ai danni di Gaza e privato del contesto necessario per interpretare la campagna di distruzione condotta da Israele negli ultimi 20 mesi.

3. La BBC ha completamente omesso di riportare le decine di dichiarazioni genocide rilasciate da funzionari israeliani a partire dal 7 ottobre, un altro contesto essenziale affinché il pubblico comprenda gli obiettivi di Israele a Gaza.
Forse il fatto più scandaloso è che la BBC non ha riportato il paragone biblico fatto dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu tra i palestinesi e “Amalek”, un popolo che Dio ordinò agli ebrei di sterminare dalla faccia della terra. Netanyahu sapeva che questa affermazione chiaramente genocida avrebbe avuto una risonanza particolare con quella che ora rappresenta la maggioranza dei soldati combattenti a Gaza, appartenenti a comunità religiose estreme che considerano la Bibbia verità letterale.
La cosa più difficile da dimostrare in un genocidio è l’intenzione. Eppure, la ragione per cui la violenza israeliana a Gaza è così chiaramente genocida è che ogni alto funzionario, dal Primo Ministro in giù, ha ripetutamente affermato che il genocidio è la loro intenzione.
La decisione di non informare il pubblico di queste dichiarazioni pubbliche non è giornalismo. È disinformazione filo-israeliana e negazione del genocidio.

4. Al contrario, come osserva Oborne, in più di 100 occasioni in cui gli ospiti hanno cercato di definire genocidio ciò che sta accadendo a Gaza, lo staff della BBC li ha immediatamente bloccati. Come hanno dimostrato altre inchieste, la BBC ha applicato rigorosamente una politica che non solo vieta l’uso del termine “genocidio” da parte dei propri giornalisti in riferimento a Gaza, ma priva anche altri – dai palestinesi ai volontari medici occidentali e agli esperti di diritto internazionale – del diritto di usare il termine.
Ancora una volta, questa è pura negazione del genocidio.

5. Oborne sottolinea inoltre il fatto che la BBC ha ampiamente ignorato la campagna israeliana di omicidi di giornalisti palestinesi a Gaza. Un numero maggiore di giornalisti è stato ucciso da Israele nella sua guerra contro la piccola enclave rispetto al numero totale di giornalisti uccisi in tutti gli altri principali conflitti degli ultimi 160 anni messi insieme.

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