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12/10/2015

Libia - Onu: raggiunto accordo per governo di unità nazionale

Sarà Fayez el-Sarraj, di Tobruk, il primo ministro del governo di unità nazionale annunciato oggi dall’inviato Onu Bernardino Leon. Un esecutivo che dovrebbe mettere fine al caos scatenatosi in Libia all’indomani dell’uscita di scena di Muammar Gheddafi, nel 2011.

L’annuncio di un governo pronto a guidare il Paese ricco di risorse, e punto di partenza delle traversate dei migranti nel Mediterraneo, è arrivato a termine di lunghe e faticose trattative. Fino all’ultimo momento è stato messo a rischio dalle richieste e dall’avversione delle numerose fazioni armate presenti in Libia. Dall’anno scorso il Paese ha due governi rivali, uno islamico a Tripoli e l’altro riconosciuto dalla comunità internazionale a Tobruk, al confine con l’Egitto. Ogni altro tentativo di ricomporre le diverse anime che mirano a guidare la Libia è fallito e c’è scetticismo anche intorno alla squadra di governo proposta dall’inviato Onu che, oltre al premier Serray, ha individuato i tre vice-primi ministri che faranno parte del Consiglio di presidenza. La composizione dell’esecutivo proposto da Leon rispecchia le divisioni del Paese. Il rappresentante degli Esteri dell’Unione Europea, Federica Mogherini, ha annunciato il sostegno al nuovo governo con lo stanziamento di cento milioni di euro.

Leon ha espresso piena fiducia nella possibilità che questo governo di unità nazionale sopravviva alle rivalità tra i diversi clan e gruppi che spadroneggiano in Libia, ma ieri mentre si arrivava all’intesa tra le parti, Tripoli è stata teatro delle scorribande delle milizie che osteggiavano l’accordo.
Un’intesa che, oltre a riportare la calma nel Paese, mira ad arginare sia il proliferare di gruppi legati all’Isis, sempre più presente sul territorio libico, sia il traffico di esseri umani ormai diventato uno dei principali business delle bande e delle fazioni in lotta. Il caos libico ha spalancato le porte all’ondata di migranti e rifugiati in fuga verso l’Europa, molti dei quali hanno perso la vita nei naufragi nel Mediterraneo. Sono circa tremila le vittime dei viaggi delle speranza quest’anno, secondo l’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr).

E anche in Libia la situazione umanitaria si va deteriorando. Dalla scorsa estate almeno 435mila persone sono state costrette a lasciare le proprie case, centomila delle quali adesso vivono nei campi profughi. Almeno 2.44 milioni di persone, circa il 40 per cento della popolazione, hanno bisogno di assistenza umanitaria.

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