Gli “statisti” e “costituzionalisti” del PD hanno colpito ancora: di nuovo una proposta di legge elettorale incostituzionale.
Dunque: si tratterebbe di un finto proporzionale (con sbarramento al 5%) senza alcun aggancio ad altri sistemi elettorali europei.
Voto unico per il collegio uninominale trasferito direttamente al listino proporzionale (senza doppio voto com’era nel “Mattarellum” e com’è in Germania): listino proporzionale su lista bloccata di 3/4 nomi per 80 collegi sub-regionali.
Sostanza: i candidati nei collegi uninominali scelti dalla segreterie o attraverso accordi di vertice per formare listoni (già pronta la proposta del PD ad AP, MPD e Campo Progressista) e i listini bloccati negli 80 collegi.
Risultato: un Parlamento completamente di nominati. Come interessa a tutti o quasi.
Esattamente ciò che la Corte Costituzionale ha già bocciato con la sentenza 1/2015 ribadendo, in quella del febbraio 2017, di trovare un sistema diverso per i capilista bloccati in relazione alle pluricandidature.
Attenzione, infine: non si conosce, al momento, nel progetto presentato dal PD proprio il destino di queste pluricandidature (nell’Italikum era possibile candidarsi in 10 collegi diversi).
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