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06/02/2020

Deragliamento del treno a Lodi. “Non si parli di tragica fatalità”


Prima di tutto dolore per i due poveri macchinisti morti sul lavoro per il deragliamento del Freccia Rossa. Tanti, troppi, sono i ferrovieri che hanno pagato con la vita il loro lavoro.

Solidarietà ai pendolari feriti come poteva capitare a chiunque di noi. Oramai la tratta Milano Roma, soprattutto nelle prime e ultime ore del giorno, è tempo di lavoro per tante persone.

Il massacro poteva essere ancora più grande, ma non si parli di tragica fatalità dove i treni viaggiano a 300 all’ora, dove ogni misura di sicurezza ad alta tecnologia dovrebbe essere in piena funzione, dove la dimensione dell’imprevisto dovrebbe essere nulla.

In Italia le stragi sui e per i treni sono sempre più frequenti, da Viareggio, ad Andria, a Pioltello, tutto il paese ne è stato percorso negli ultimi anni. La tragica novità è che dopo aver colpito i treni merci e pendolari, ora i disastri avvengono anche nel fiore all’occhiello del sistema ferroviario: l’alta velocità.

Ora soccorso e dolore, poi però niente ipocrisie e reticenze, i deragliamenti ferroviari sono incompatibili con la scienza e la tecnologia del ventunesimo secolo, a meno che le norme di sicurezza non siano trascurate. Per questo bisogna fare piena luce su questa nuova terribile strage ferroviaria.

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