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25/02/2020

Sindrome cinese


Ieri sera, la mia compagna, attrice teatrale, mi dice che a Teatro, a Salerno, dove ha lavorato, c’erano poche persone.

Accendo la Tv e mi rendo conto che le trasmissioni televisive si sono svolte senza pubblico.

La gente, in metro, non tocca i passamano.

Insomma, l’orchestrazione terroristica sul terreno mediatico-politico, della cosiddetta pandemia da Corona Virus, sta producendo una psicosi collettiva dai forti connotati distopici.

Una sindrome cinese. Una narrazione dalle chiare venature romanzesche e cinematografiche, la cui sceneggiatura sembra scritta da Ray Bradbury, George Orwell, Aldous Huxley e Veronica Roth. Con la regia affidata a John Carpenter.

Siamo oltre L‘Invasione degli Ultracorpi, che riporta alla memoria il cinema e la letteratura della Guerra Fredda, il cui obiettivo strategico era l’ URSS comunista.

Una trama inquietante e disumanizzante, ansiogena e psicologicamente annichilente, in cui il panico si trasforma in violenza e razzismo.

Una vera strategia politico-comunicativa, insomma, il cui fine è, come sempre, il governo dei processi economico-finanziari e il dominio globale dell’economia politica.

In questo momento, il nemico dell’Occidente è la Cina, che va ridimensionata con ogni mezzo.

E con essa, l’immigrazione, epifenomeno da controllare e su cui scaricare le responsabilità di élite avide, capaci solo di imporre austerità alle classi popolari per fare Profitto.

Insomma, col terrore si è sempre governato. Si governa. E si continuerà a governare. Basta leggere Microfisica del Potere, di Foucault, che aiuterebbe a comprendere meglio la realtà in cui annaspiamo e affoghiamo e le logiche del liberismo.

Una lettura che le classi dominanti mostrano di aver compreso, ponendola in essere sul terreno della prassi!

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