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23/02/2020

Coronavirus, lo stato di emergenza arriva in Italia. Come la lascerà?

Il coronavirus è atterrato in Italia e con lui misure sensate, insensate, precauzioni, fobie, miti metropolitani e corretta informazione. Una cosa è certa: verrà messa a prova la capacità del nostro paese di saper rispondere a tutte le emergenze – sociali, economiche, logistiche – che si accompagnano tipicamente a un allarme sanitario.

E si tratta di un allarme che, secondo le fonti che abbiamo interpellato, può essere di due dimensioni ben diverse tra loro. La prima riguarda la capacità, da parte del sistema sanitario nazionale, di contenere i focolai del virus. La seconda riguarda il loro mancato contenimento e quindi un livello di contagio complessivo, secondo alcune stime, di almeno un terzo della popolazione. L’altra questione riguarda il tasso di mortalità del coronavirus: le fonti ufficiali convergono, per ora, su una bassa mortalità ma le necessarie misure di prevenzione di una pandemia a bassa intensità di vittime sono comunque in grado di bloccare un paese: già il blocco parziale di trasporti, scuole, luoghi di ritrovo, di culto, di partecipazione collettiva può avere significativi effetti economici.

Siccome siamo in Italia, dove la crisi strutturale del politico ha scatenato da anni forze politiche che basano il loro consenso sul delirio, abbiamo visto come la destra abbia già cavalcato la paranoia, per quanto alimentata da timori reali, da coronavirus. Quanto più la crisi potrà farsi acuta tanto più ci sarà da attendersi che la destra cavalcherà l’eventuale terrore diffuso senza preoccuparsi molto dei suoi effetti. Allo stesso tempo c’è da chiedersi cosa può accadere nel nostro paese se il virus si diffondesse in regioni dove il sistema sanitario appare meno preparato causa i tagli feroci degli scorsi anni. Per non parlare di alcuni media che si sono già operati per lo sdoganamento, almeno nell’immaginario perché queste tecnologie sono fortemente regolamentate in Europa, dei sistemi di riconoscimento facciale per leggere la malattia.

Insomma, la parte sane del paese deve reagire perché, a seconda di come andranno gli eventi, quando usciremo da questo allarme potremmo essere più poveri, più fascisti, più controllati, con un sistema sanitario che evidenzia le spaccature del paese in termini di servizi e con qualche apprendista stregone delle tecnologie del controllo ben legittimato. Registriamo però un fatto: i No Vax sono praticamente spariti. Quando si dice un bagno di realtà.

Fonte

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