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20/02/2020

“La ricchezza va redistribuita. I patrimoni sono quelli da colpire”

A DiMartedì ho sentito di tutto, e voi con me. Abbiamo sentito dire che i ricchi sono il vero motore di questo paese, che la ricchezza è un merito, e quindi conseguentemente che la povertà è una colpa. Che non ci sono pasti gratis e che più che redistribuire la ricchezza bisognerebbe aumentarla.

Sono d’accordo, la ricchezza va sia redistribuita che aumentata. Se non fosse che la redistribuzione di fatto aumenta il dinamismo di un’economia, perché aumenta la capacità di consumo anche delle fasce di reddito medio-basse. E se non fosse che la ricchezza non aumenta in questo paese perché nella crisi economica si è scelto di seguire la religione del pareggio di bilancio per ridurre il reddito: che ovviamente non ha fatto che fermare investimenti pubblici e consumi, rallentando il PIL e, di conseguenza, aumentando anche il debito pubblico!

Ci è stato pure detto che la vera colpa della povertà e del precariato di noi giovani non è dei trent’anni di riforme del lavoro, di austerity e di degrado di quei servizi essenziali come Scuola e Sanità, che fanno progredire una società. No, la colpa è dei nostri padri e nonni che hanno lavorato per 40 anni e oggi percepiscono delle pensioni dignitose, senza il sostegno delle quali nemmeno noi sapremmo come arrivare a pagare l’affitto e le spese alla fine del mese.

Noi la vediamo diversamente, e non perché facciamo “pura propaganda” ma perché, oltre alla nostra vita quotidiana e allo sfruttamento e alle difficoltà che viviamo ogni giorno, anche i dati ci dicono altro.

Ad esempio, ci dicono che la progressività del nostro sistema fiscale negli ultimi 30 anni è diminuita. Dal 1974 ad oggi, le aliquote Irpef per i più ricchi sono scese dal 72% al 43% del reddito da lavoro. E che basta guadagnare circa 2000 euro lordi al mese per essere tassati al 38%.

I dati ci dicono che l’82 percento del gettito che proviene da questa imposta non è pagata dai grandi capitani d’impresa, ma da lavoratori dipendenti, che non possono evadere le tasse. I dati ci dicono anche che c’è tanta parte della ricchezza, quella che non proviene dai redditi ma dai patrimoni, e in particolare dalle rendite finanziarie, che oggi sono tassate al 26%. Ricchezze speculative che vengono tassate giusto l’1% in più di quanto paghi tu, lavoratore o lavoratrice che prendi 1300 euro lordi al mese.

Abbiamo un sistema di tassazione sui patrimoni tra i più bassi nel mondo a capitalismo maturo. La tassa di successione in Italia è in media più bassa di circa 6 volte che in Francia, di 5,5 in Germania, di 5 che in UK e Stati Uniti. È anche per questo, oltre che per l’assenza di servizi di istruzione democratici e di qualità, che l’Italia è uno dei paesi in cui la mobilità sociale è bloccata, ed è tra le più basse dei paesi a capitalismo maturo.

È evidente che queste riforme, sostenute da opinionisti e politici del mainstream, continuano a ripeterci che è uno scandalo che l’operaio voglia il figlio dottore. E noi continuiamo a pensare che la via verso una società più giusta e più egualitaria sia l’unica strada da perseguire.

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