Il ministro dell’Interno e capo della sicurezza in Libia, Fathi Bashagha, ha invitato gli Stati Uniti a stabilire una base nel Paese nordafricano per contrastare l’influenza crescente della Russia nell’intero continente.
Bashagha, che è ministro del governo di accordo nazionale con sede a Tripoli, ha dichiarato che il suo esecutivo ha proposto di ospitare una base Usa dopo che il segretario alla Difesa Mark Esper ha presentato i suoi piani per ridimensionare la presenza militare degli Stati Uniti nel continente e ridispiegare i contingenti a livello globale per meglio contrastare la minaccia di Russia e Cina agli interessi americani.
Il governo di Tripoli è impegnato da mesi nel tentativo di respingere l’offensiva delle truppe fedeli al generale Khalifa Haftar, sostenute dai mercenari russi. “Il ridispiegamento non ci è chiaro”, ha detto Bashagha, durante un’intervista telefonica con Bloomberg. “Ma speriamo che la ridistribuzione includa la Libia in modo da non lasciare spazi che la Russia possa sfruttare”.
Bashagha ha avvertito che l’appoggio della Russia ad Haftar fa parte di una più ampia spinta per accrescere l’influenza di Mosca nel mondo. “I russi non sono in Libia solo per Haftar”, ha detto. “Hanno una grande strategia in Libia e Africa”.
“La Libia è importante nel Mediterraneo: ha ricchezza di petrolio e una costa di 1.900 chilometri e porti che consentono alla Russia di vederla come la porta per l’Africa”, ha insistito ancora il ministro dell’Interno di Tripoli. “Se gli Stati Uniti chiedessero una base, come governo libico non ci dispiacerebbe, per combattere il terrorismo, la criminalità organizzata e mantenere a distanza i paesi stranieri che intervengono” direttamente nella crisi libica. “Una base americana porterebbe alla stabilità”, ha commentato Bashagha.
Dal canto suo l’Esercito nazionale libico di Khalifa Haftar si è detto pronto ad attuare un cessate-il-fuoco soltanto se i mercenari stranieri lasceranno il Paese nordafricano. “Il cessate-il-fuoco è il risultato di una serie di condizioni... che comprendono il ritiro dei mercenari siriani e turchi, l’arresto del trasferimento di armi turche, l’eliminazione dei gruppi terroristici”, ha sottolineato Haftar, “Solo quando saranno raggiunte, potremo parlare di cessate-il-fuoco”.“Purtropppo il cessate-il-fuoco temporaneo è utilizzato dalla Turchia e dal governo Sarraj per trasferire un cospicuo numero di mercenari siriani, soldati turchi, terroristi e armi a Tripoli, via mare e via terra”.
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