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03/09/2021

La lunga cena tra Draghi e Macròn

Gli osservatori registrano che la cena tra Draghi e Macròn, avrebbe dovuto concludersi alle 22.00 ma si è invece protratta ben oltre la mezzanotte. Difficile credere che sia stato per la qualità delle pietanze.

Sulla terrazza del ristorante “Le Petit Nice” a Marsiglia i due hanno dovuto affrontare una montagna di rogne, ma hanno anche confermato l’asse privilegiato tra l’Italia e la Francia in corso da tempo dentro il triangolo della governance europea insieme alla Germania. Un passaggio poco noto all’opinione pubblica di questa relazione particolare è la firma del Trattato del Quirinale tra Roma e Parigi prevista per il prossimo anno, e che in qualche modo riequilibra e si connette a quel Trattato di Aquisgrana che Germania e Francia hanno firmato nel 2019.

La sportellata in faccia sull’Afghanistan non è un problema solo per gli Stati Uniti e il nucleo duro dell’Unione Europea deve fare i conti con almeno due questioni: la prima è quella di gestire con la fanfara l’accoglienza dei profughi afghani, l’altra è quella di accelerare il processo di rafforzamento della Difesa europea sganciato dalle necessità degli Stati Uniti, i quali hanno messo ancora una volta i loro alleati di fronte al fatto compiuto.

Ma la debacle Usa sull’Afghanistan ha rivelato anche il “buco” che si va allargando nei rapporti internazionali proprio a causa del declino della supremazia statunitense. In Occidente servirebbe un altro punto di forza, un’altra potenza in grado di fare egemonia e riempire il buco, ma la Ue, pur volendolo intensamente, ancora non appare in grado di esserlo. Il che non può che creare contraddizioni e squilibri, e l’agitazione intorno ad una nuova guerra fredda con la Cina e la Russia – secondo la logica di modello occidentale versus dispotismo asiatico – non può sostituirli con successo.

Per Draghi quello che è successo a Kabul deve rappresentare un monito, anche su quel piano ideologico che è fattore decisivo dell’egemonia. Sul piano umanitario l’Ue ha fatto il suo lavoro evacuando i collaborazionisti e chi voleva scappare dall’Afghanistan, ma sul tema dell’accoglienza si e’ dimostrata ancora una volta divisa e sparpagliata piuttosto che offrire l’immagine di “un nuovo mondo”.

Secondo Draghi “questo ormai è un problema mondiale e l’Unione europea, unita da tanti principi e ideali, non riesce ad affrontarlo. Questa è veramente una spina nella stessa esistenza dell’Ue“. In tal senso l’incontro ha rafforzato l’accordo per accelerare i lavori del Trattato di Cooperazione Rafforzata a livello di Unione Europea, per mettere fine all’ostacolo dell’unanimità dei paesi membri sulle decisioni e avviare i nuclei convergenti di alcuni Stati sui nodi strategici.

E il primo di questi potrebbe essere proprio quello “dell’autonomia strategica della Ue” evocata da Macròn e la costituzione della “forza di primo intervento” – ossia un apparato militare dei paesi Ue convergenti su questo – evocato dal responsabile esteri e sicurezza della Ue Borrell al recente vertice informale sulla Difesa Europea tenutosi a Kranij.

Entro la fine dell’anno è già previsto un nuovo vertice italo-francese, prima che inizi il semestre di presidenza francese del Consiglio Ue, che avrà inizio il 1 gennaio 2022.

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