Il 29 settembre si è svolto il primo Forum internazionale delle industrie della difesa (DFNC1) e, significativamente, ha avuto luogo in Ucraina. Ben 252 produttori di armi e armamenti di tutti i tipi, provenienti da oltre 30 paesi, si sono dati appuntamento a Kiev per discutere del futuro comune del settore.
L’incontro è stato organizzato da tre ministeri ucraini: quello delle industrie strategiche, quello della Difesa e quello degli Affari Esteri. Un segnale chiaro di come la dirigenza ucraina stia consapevolmente orientando il proprio modello sociale verso un bellicismo estremo e identificativo del paese stesso.
Ma è lo slogan dell’evento che desta ancora maggiore attenzione: “Costruire insieme l’arsenale del mondo libero, perché la libertà ha bisogno di forza per difendersi dalla tirannia“.
Un modo, anche molto poco velato, per dire che il blocco euroatlantico e i suoi burattini si vogliono davvero preparare a uno scontro serio, in cui la dimensione militare avrà sempre più peso.
Il fatto che questo sia il primo meeting del genere, e che le aziende presenti accettino poi anche l’assunzione ideologica di essere responsabili di una lotta contro la tirannia mette davvero paura.
Il rilancio della NATO passerà ovviamente dalle armi, ma lo slogan impone una concezione di libertà che è tale solo se armata, rappresentata perfettamente dalla narrazione ucraina e dai riflessi strategici di questo conflitto.
Zelensky, nel suo discorso ha detto che sulle terre ucraine verranno determinate per decenni le sorti dei più potenti complessi industriali e di difesa, le priorità e la definizione di standard internazionali. E dunque il suo paese vuole essere il luogo che aiuti a indirizzare questo futuro in favore dei paesi occidentali.
“L’Ucraina nel futuro prossimo vuole essere insieme hub della tecnologia bellica occidentale più avanzata e prima utilizzatrice delle forniture realizzate nel suo stesso territorio“.
Per questo verrà approvato anche un regime economico speciale per queste imprese, per attirare gli investimenti e insediare lì la produzione, passando da importatore a esportatore di materiale bellico.
L’Ucraina diventerebbe definitivamente una Israele europea, figura già usata da molti analisti. Ma, come detto, non è un semplice avamposto militare in territori ostili, è un’intesa finalizzata a essere pronti (o forse meglio a preparare?) alla precipitazione delle tensioni internazionali, in cui come al solito non può mancare la manovalanza nazista.
Intanto, al Forum è nata l’Alleanza delle industrie della difesa a cui 38 aziende provenienti da 19 Paesi hanno già aderito.
Non un buon segnale, anche perché si vede che nel blocco euroatlantico la cooperazione funziona solo quando bisogna prepararsi a mandare nel caos interi territori.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento